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Le strisce blu e il diritto minimo alla mobilità

Autoveicolo parcheggiato in uno spazio delimitato da strisce bluLa Sentenza della Corte di Cassazione n. 21271 del 5 ottobre 2009, nel respingere il ricorso di un cittadino, ha stabilito che la gratuità della sosta dell’autovettura negli stalli delimitati dalle strisce blu – non essendo prevista da alcuna normativa – non è consentita alla persona con disabilità.
Questa Sentenza, se da un lato riafferma il principio che il solo titolo della disabilità non può essere strumento per facilitazioni – che sono l’antitesi di una vera e reale integrazione sociale – dall’altro, però, non tiene conto delle diverse realtà sul territorio che, molto spesso, limitano la mobilità delle persone con disabilità senza le facilitazioni “speciali” loro indirizzate.
La gratuità di tutto, infatti, è un modo anche per non realizzare una vera integrazione sociale, poiché la collettività potrebbe vedere la persona con disabilità con distacco, sospetto o addirittura fastidio, ritenendola destinataria di privilegi, di diritti, ma non un soggetto in grado di assolvere i doveri propri di tutti i componenti della stessa collettività. In questo senso una reale integrazione sociale passa anche attraverso servizi di sostegno che apparentemente riguardano nello specifico l’area della disabilità, ma che, di fatto, investono tutta la collettività.
E tuttavia, nel caso degli stalli delimitati dalle strisce blu la situazione è diversa poiché – soprattutto a Palermola gratuità è necessaria per garantire almeno la mobilità. Qui, infatti, l’assenza di servizi – e nello specifico la mancata distribuzione omogenea e frequente sul territorio di posti dove ritirare i tagliandi a pagamento da esporre sul parabrezza per poter parcheggiare l’autovettura nelle zone limitate – rendono impossibile la vita quotidiana alle persone con disabilità, con problemi e disagi che aumentano sempre di più.
Si deve aggiungere anche che i “posti H” all’interno degli stalli delimitati dalle strisce blu non sono sufficienti e, comunque, molto spesso non vengono rispettate le percentuali previste dalle normative nazionali. Il Comune di Palermo, ad esempio, sulla base della citata Sentenza della Corte di Cassazione, si è affrettato, con propria Ordinanza, a ribadire che nelle zone delimitate dalle strisce blu le persone con disabilità devono pagare; ovviamente questo ha gettato nella confusione gli interessati che in una città difficile come quella di Palermo hanno visto limitata di molto la loro mobilità e il loro diritto all’integrazione.
Sulla questione va registrato inoltre un certo immobilismo da parte della Giunta Comunale palermitana, se si eccettuano alcune iniziative dell’assessore alle Attività Sociali o gli appelli e le azioni di una parte del Consiglio Comunale. Sarebbero invece necessari, con immediatezza, semplici provvedimenti per garantire alle persone con disabilità la possibilità di poter parcheggiare gratuitamente la propria autovettura nelle zone limitate dalle strisce blu o, in alternativa, per aumentare i posti auto H all’interno delle stesse zone delimitate da quelle strisce. Adottando simili provvedimenti, il Comune di Palermo darebbe prova di alta civiltà e sensibilità politica verso i propri cittadini disabili, per sostenere la loro vita quotidiana e il loro sforzo di integrazione nella società.

*Responsabile del Coordinamento H fra le Associazioni che Tutelano i Diritti delle Persone con Disabilità nella Regione Siciliana ONLUS.

Della questione il nostro sito si era già occupato con i seguenti testi:
– La Cassazione, le linee blu e i Comuni che continueranno a non far pagare il parcheggio, disponibile cliccando qui
– Ma siamo sicuri che non sia un danno alla mobilità? (Franco Bomprezzi), disponibile cliccando qui.
– Parcheggi tra le linee blu: perché quella Sentenza è discutibile (Raffaello Belli), disponibile cliccando qui.
– Quelle strisce blu che continuano a far discutere, disponibile cliccando qui.
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