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Ragazzi Down al timone di Nave Italia

Il brigantino Nave ItaliaDa Civitavecchia a La Spezia, con partenza martedì 11 maggio e sbarco nel porto ligure la mattina di domenica 16. Cinque giorni di navigazione sul brigantino Nave Italia, il più grande del mondo, nave a vela di 61 metri costruita nel 1993 (stile retrò, ma tecnologia e standard di sicurezza modernissimi), della Fondazione Tender to Nave Italia. Quest’ultima è nata nel 2007 ed è stata promossa dalla Marina Militare Italiana, che provvede allʼequipaggio, e dallo Yacht Club Italiano. Si occupa di promuovere il mare e la navigazione come esperienza preferenziale di educazione, formazione e terapia. Una sorta di “università corsara”, indipendente, dalla spiccata sensibilità sociale.

E questa volta Nave Italia ha scelto con grande entusiasmo di portare a bordo l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) e di sposare il progetto nazionale denominato Ragazzi Down al timone, promosso dalla stessa AIPD insieme allʼassociazione velica Blu Tribù, che va avanti con successo da oltre cinque anni.
In sostanza dieci ragazzi con sindrome di Down, provenienti da tutta Italia, si imbarcheranno sul brigantino – dopo due giorni e mezzo di convivio di formazione per “fare gruppo”, indispensabile quando si è in mare – per unʼesperienza di navigazione in prima persona. Ad accompagnarli quattro educatori, due volontari, un fotografo e quindici membri della Marina Militare, agli ordini del comandante Giovanni Tedeschini.

L’iniziativa intende promuovere l’autonomia e l’inclusione sociale delle persone con sindrome di Down attraverso la navigazione a vela e in particolare:
– aiutare a stimolare la pratica e il consolidamento del lavoro di gruppo;
– promuovere le autonomie di base dei ragazzi con sindrome di Down, coinvolgendoli nella gestione dellʼimbarcazione e nellʼorganizzazione attiva dei propri spazi;
– incrementare lʼautostima delle persone coinvolte, favorire la comprensione dei propri limiti e potenziare le capacità di superarli;
– educare i ragazzi a un uso proficuo del tempo libero attraverso la pratica sportiva della vela;
– sensibilizzare la popolazione e lʼopinione pubblica sulle capacità e le potenzialità delle persone con sindrome di Down.

Tra le attività che verranno svolte a bordo dai ragazzi – divisi in due gruppi, per consentire unʼottimale organizzazione a bordo, ma anche per stimolare una sana competizione – ci sarà lʼesercitazione sulle cime e i nodi, la comprensione e la memorizzazione dei termini velici e delle attrezzature di bordo, lʼOrientamento Armo Velico, la trattazione degli argomenti basilari della pratica velica, la conduzione del timone sotto la supervisione del Comandante e la gara di cucina.
«Si tratta di unʼesperienza formativa unica – spiega Daniele Castignani, responsabile del progetto – di un percorso di conoscenza e adattamento attraverso il contatto diretto con lʼelemento marino. La navigazione consente di attivare una serie di risorse fondamentali per i ragazzi, sottoposti a una sana esposizione allo stress che è il vero valore aggiunto dellʼesperienza. La vita di bordo rappresenta un’opportunità straordinaria di crescita individuale e di vita sociale».
Si tratta, in altre parole, di estremizzare – attraverso gli elementi naturali – il contesto educativo dei ragazzi, per consentire loro di mettersi alla prova, di conoscere e rispettare gli altri e i loro spazi, di imparare a cucinare e a tenere in ordine le proprie cose. Il distacco dalle abitudini familiari, inoltre, consente di mettere alla prova le proprie capacità e i propri limiti, attraverso una sfida impegnativa, ma pur sempre basata sul divertimento e la condivisione. (Federico De Cesare Viola)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa AIPD, tel. 06 3723909, decesareviola@gmail.com, aipd@aipd.it.
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