«Manovra a tenaglia» per fare abbassare quei telefoni

Quando il lavoro di squadra di alcune associazioni ottiene un risultato concreto, oltre a far passare l’importante principio «che qualsiasi nuova installazione o marchigegno devono essere adatti anche alle persone con disabilità», siamo di fronte a un esempio degno certamente di essere imitato in molte altre zone e città del nostro Paese. Ed è quanto recentemente è successo a Torino, con l’abbassamento di due telefoni pubblici della Stazione di Porta Nuova, “a misura di carrozzina”

Uno dei telefoni recentemente abbassati alla Stazione di TorinoUn lavoro di squadra, da parte di un gruppo di associazioni composte da persone che pretendono e si impegnano per ottenere concretamente “una Città per Tutti”, telefoni compresi. Un importante risultato messo a segno su un’installazione pubblica, che d’ora in poi potrà essere utilizzata da tutti. E anche se l’oggetto urbano coinvolto – il telefono pubblico – dopo l’avvento dei cellulari è destinato a diventare via via un “pezzo di modernariato”, è passato il fondamentale principio secondo il quale, come ben sottolineano i protagonisti dell’iniziativa, «bisogna pretendere che qualsiasi nuova installazione o marchigegno siano adatti anche a noi».

Siamo a Torino, dove i telefoni pubblici Telecom della Stazione di Porta Nuova da sempre risultavano inaccessibili alle persone sedute in carrozzina. La risposta alle proteste era invariabilmente la stessa: «Arrivano così!». «Fortunatamente – raccontano ancora gli esponenti delle associazioni che si sono date da fare – Così erano invece i telefoni il 22 maggio 2009abbiamo scovato una Responsabile (la maiuscola è d’obbligo) di Telecom a Torino, che ha accettato di abbassare due telefoni», come testimoniano le foto qui pubblicate (“com’è ora” e “com’era prima”).

Il Coordinamento Paratetraplegici, il CUMTA (Comitato Utenti Mezzi di Trasporto Accessibili), l’APISTOM (Associazione Piemontese Incontinenti e Stomizzati), il CEBAM (Coordinamento Eliminazione Barriere Architettoniche e Mobilità), l’Associazione Consequor per la Vita Indipendente e il Coordinamento dei Comitati Spontanei di Quartiere “Domenico Sereno Regis”-Tavolo per il Superamento delle Barriere Architettoniche sono le organizzazioni coinvolte in questa “manovra a tenaglia”, delle quali si segnala già – a suo tempo – le iniziative volte a “bonificare” gli ascensori della metropolitana torinese, inaccessibili sin dall’inizio della loro attività.
E torniamo al concetto iniziale: questo è un bell’esempio di lavoro di squadra che porta a un prezioso risultato, degno senz’altro di essere riprodotto in molte altre zone e città del nostro Paese. (S.B.)

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