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Lottare per non tornare all’«età della pietra» della disabilità

Il presidente della FISH Pietro Barbieri interviene all'incontro organizzato dal Partito DemocraticoSe mai ci sia stata, un’età dell’oro, per i diritti delle persone con disabilità in Italia, il suo ricordo oggi è davvero lontano. Una vera e propria “memoria mitica”. È questa, purtroppo, la sconsolante impressione avuta uscendo dalla sede nazionale del Partito Democratico, a Roma, in Via delle Fratte, dove il 14 giugno si è svolto l’incontro denominato Disabilità, diritti, integrazione, dopo di noi: le nuove sfide per il welfare.
Una considerazione simile a quella apportata da Augusto Battaglia, già deputato e attuale consigliere regionale del Lazio, che nel suo intervento ha riflettuto su come, partecipando nell’ottobre del 2009 alla Terza Conferenza Nazionale sulla Disabilità di Torino, si sia potuta misurare «la grande distanza da quell’esperienza che avevamo vissuto nel 1999 qui a Roma [la Prima Conferenza Nazionale sulla Disabilità si tenne appunto a Roma nel dicembre del 1999, N.d.R.], e quello che abbiamo visto lì». «Si è trattato infatti – ha continuato Battaglia – di una dimostrazione della marginalità in cui il tema della disabilità è stato ricacciato dalle politiche del Governo, che non è in grado di sviluppare politiche che possano intercettare i bisogni e le domande del mondo della disabilità stesso».

L’incontro del 14 giugno è stato promosso dal Partito Democratico, per riprendere un confronto con le associazioni delle persone con disabilità sui temi delle politiche loro rivolte e in particolare su alcune proposte di legge, come quella di iniziativa della deputata Livia Turco, recante Disposizioni in materia di assistenza in favore di persone con disabilità grave prive del sostegno familiare (“Dopo di Noi”).
Ma la contingenza politica ha fatto sì che una buona parte della discussione sia stata incentrata sul modo in cui il Governo ha affrontato alcune questioni connesse alla disabilità, nello sviluppo della Manovra Finanziaria Correttiva, il Decreto Legge n. 78 in via di discussione. Una Manovra, secondo Livia Turco, in cui non dovrà assolutamente passare «quella norma odiosa che eleva all’85% la soglia per potere accedere all’assegno di invalidità». «Non abbiamo del resto bisogno di dire a voi – ha sottolineato Turco – quanto questo sia odioso, tanto più che i risparmi sarebbero ridicoli. Si tratta di una misura che dobbiamo proporci di fare stralciare». Dello stesso avviso Battaglia, che è tornato anche sull’enfasi posta sulla «caccia ai falsi invalidi», come se le persone con disabilità «fossero in qualche modo responsabili dei guai economici del Paese». «La prima cosa che dobbiamo dire – ha commentato – è che quelle norme vanno abrogate, ma al di là dell’articolo 10 da respingere, non sottovalutiamo tutto quello che lo ha preceduto e cioè la dichiarata volontà del Ministero dell’Economia di porre un limite di reddito alle indennità di accompagnamento, prospettiva del tutto inaccettabile».
Battaglia ha poi esteso la discussione all’effetto che ha avuto sui conti pubblici l’estensione dell’assegno di accompagnamento alle persone non autosufficienti, «cosa che indubbiamente ha causato un aumento della spesa. Quando però un fenomeno raggiunge queste dimensioni, un Paese come l’Italia dovrebbe porsi il problema di come affrontarlo in maniera innovativa, come è stato fatto in altri Paesi». E in tal senso sono stati citati gli esempi della Germania, dove è stata istituita un’assicurazione pubblica obbligatoria anche per la non autosufficienza, e della Francia, che finanzia una serie di servizi  aggiuntivi per garantire l’autonomia degli anziani non autosufficienti, attraverso una tassa di scopo.

Il filo conduttore dell’intervento di Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), è stato poi quello della segregazione delle persone con disabilità, partendo dalla riflessione sul cosiddetto “dopo di noi” sino a quella sulla Manovra Correttiva. «Duecentomila persone nel nostro Paese vivono la segregazione – ha esordito Barbieri – e il problema del “dopo di noi” si pone lì, a fronte del fatto che abbiamo istituti che continuano ad ospitare centinaia di persone».
Il fenomeno della segregazione, dunque, è ancora assai reale nel nostro Paese, né è assolutamente corretto affermare che gli istituti siano stati chiusi. Sono, nelle parole del presidente della FISH, «strutture considerate benemerite, presso le quali si tengono convegni importanti, ma che ospitano tuttavia 150/200 persone, che vivono tutte assieme».
Per quanto riguarda quindi l’attacco che si sta subendo in questi giorni, secondo Barbieri esso è rivolto «al diritto delle persone con disabilità all’inclusione, perché l’alternativa che viene presentata alle tantissime persone che ne verranno colpite è quella di andare in istituto». «Non rimane dunque altro – ha concluso – che ricorrere a tutte le forme di protesta e noi ci stiamo organizzando con l’amico Giovanni Pagano, presidente della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), per realizzare una manifestazione unitaria, oltre che per supportare anche l’iniziativa promossa per il 21 giugno a Roma dall’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), essenzialmente centrata sul tema dei Livelli Essenziali di Assistenza e dove sosterremo anche la questione dell’articolo 10 della Manovra Correttiva». Una manifestazione unitaria, va ricordato, che FISH e FAND hanno deciso di svolgere giovedì 1° luglio a Roma, come riferito dal nostro sito (se ne legga cliccando qui. Della manifestazione del 21 giugno, promossa dall’AISLA, si legga invece cliccando qui).

Anche per Giovanni Pagano, il già citato presidente della FAND, è effettivamente questa l’urgenza, cioè un impegno comune per cancellare la proposta di innalzare all’85% la soglia per «la concessione della misera cifra di 8 euro al giorno».
Alla manifestazione che si svolgerà è arrivato anche l’incoraggiamento della CGIL che, come dichiarato da Nina Daita, responsabile delle Politiche per la Disabilità di tale sindacato, darà tutto il suo contributo a un’iniziativa del genere. «Sappiate – ha aggiunto Daita – che all’interno del nostro documento contro la Manovra, nelle precisazioni è stata posta anche la questione dell’invalidità, perché con Guglielmo Epifani [segretario generale della CGIL, N.d.R.] abbiamo scelto di farne un tema generale, in quanto è veramente discriminante, indegno e cinico che si debba colpire in questo Paese la categoria più debole tra i deboli».
Questo, in effetti, è quanto sta accadendo e tutto ciò – sommato alle testimonianze dei tanti genitori di persone con grave disabilità che sono intervenuti all’incontro, palesando tra l’altro la pesante inadeguatezza dei servizi –  fa veramente pensare che per la disabilità, nel nostro Paese, si stia rischiando di tornare all’”età della pietra“.

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