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Resistere e manifestare, in nome del diritto e della giustizia

Era il 15 novembre 2005 e migliaia di persone con disabilità manifestarono a Roma contro il Governo Berlusconi di allora. Si tornerà ora a farlo compattamente, dopo quasi cinque anni, in un contesto assai più negativo per le persone con disabilitàSindacati, organizzazioni del Terzo Settore, tante associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari e – questa volta – anche un notevole interesse da parte degli organi d’informazione, soprattutto della carta stampata e del web. A due giorni dalla grande manifestazione del 7 luglio in Piazza Montecitorio a Roma, promossa congiuntamente dalla FISH e dalla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), le due Federazioni che raggruppano le maggiori e più significative associazioni italiane di persone con disabilità e dei loro familiari, il numero delle adesioni è davvero imponente, mentre  la petizione denominata Giù le mani dai disabili, lanciata dalla FISH tramite «Vita.it», ha già raggiunto 2.766 sottoscrizioni.

L’iniziativa – com’è ormai ben noto – è stata promossa contro quella che Pietro Barbieri, presidente della FISH, ha definito «la peggiore aggressione nella storia repubblicana alle politiche sociali di inclusione delle persone con disabilità», riferendosi a quanto sta accadendo in ambito di discussione sulla Manovra Finanziaria Correttiva, soprattutto dopo quell’emendamento alla Manovra stessa presentato il 29 giugno in Commissione Bilancio del Senato, da parte del presidente di essa Antonio Azzollini, nonché relatore di Maggioranza, in accordo con il Ministero dell’Economia.
In tale testo – vale la pena ricordarlo – persiste l’innalzamento della percentuale di invalidità necessaria per la concessione dell’assegno mensile di assistenza agli invalidi civili parziali (256,67 euro al mese), disoccupati e indigenti, nonostante il risparmio dichiarato dallo stesso Ministero dell’Economia sia risibile. E la situazione è stata peggiorata dal fatto che l’emendamento introdurrebbe una “correzione” ulteriormente iniqua, creando una discriminazione tra le persone affette da una sola minorazione (con percentuale di invalidità superiore al 74%) e quelle affette da varie patologie inferiori all’85%. Ai primi andrebbe l’assegno ai secondi no.
Senza dimenticare, infine, la proposta di modifica delle condizioni medico-legali per accedere all’indennità di accompagnamento, limitando in modo rigidissimo le future concessioni. L’indennità di accompagnamento, infatti, andrebbe d’ora in poi solo a chi è immobilizzato o che non riesce a svolgere tutte le funzioni fisiologiche. Un criterio assai pericoloso nelle mani di Commissioni di valutazione alle quali non è stata indicata alcuna scala di valutazione cui attenersi.

Dopo quindi che nei giorni scorsi avevamo riferito di adesioni alla manifestazione da parte di importanti associazioni come l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e l’AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia), di federazioni nazionali come la FAIP (Federazione Associazioni Italiane Paratetraplegici) e CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) o regionali come la  LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) (se ne legga cliccando qui e qui), ne registriamo ora parecchie altre, tra le quali ad esempio quella della CGIL che nel proclamare la propria partecipazione alla mobilitazione del 7 luglio, «contro le norme previste dalla manovra economica e dall’emendamento del relatore, in tema di invalidità», definisce tutto ciò «gravissimo, confusionario, discriminante» e volto «ad opprimere ulteriormente i disabili e le loro famiglie».
Importanti adesioni arrivano poi – citando alla rinfusa – dall’ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) – che metterà a disposizione anche delle ambulanze per l’assistenza alla manifestazione – dalla FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), dall’UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale), da Federsalute-Confcommercio, dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, da quella di Sant’Egidio, dall’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti), dall’AITO (Associazione Italiana dei Terapisit Occupazionali) e dall’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica).
E ancora, UNIAMO-FIMR (Federazione Italiana Malattie Rare), oltre a sostenere la manifestazione del 7 luglio, “allarga l’orizzonte” anche alla parte della Manovra riguardante il Controllo della spesa sanitaria (articolo 11 del Decreto Legge 78/10), come dichiara in una nota ufficiale la presidente Renza Barbon Galuppi. «Sia l’articolo 10 sull’invalidità che l’articolo 11 sulla spesa sanitaria – scrive – non solo infrangono le garanzie scritte nella Costituzione, ma fanno carta straccia di norme e convenzioni internazionali ed europee sulle disabilità e sulle malattie rare». E aggiunge: «Oltre a tutto questo, sappiamo che la manovra colpisce anche in altri modi le fasce deboli e i malati rari, per esempio aumentando la misura dei tagli finanziari alle regioni per la sanità; minando la continuità assistenziale farmaceutica per i malati rari, che per accedere ai medicinali per uso ambulatoriale o domiciliare, dovranno trovare una farmacia di fiducia per la dispensazione, vista l’esclusione delle farmacie pubbliche; oppure tagliando del 50% sulla formazione dei medici e del personale; senza dimenticare la paralisi delle ASL, che non potranno uscire dal regime di rientro di spesa anche nel caso in cui abbiano raggiunto l’equilibrio finanziario e possano riprogrammare i servizi sanitari per i cittadini».
Per tutto ciò UNIAMO-FIMR, oltre a confermare la propria partecipazione alla manifestazione del 7 luglio, «chiede l’apertura di un confronto col Governo per le misure da inserire nella manovra riguardanti il comparto sanitario».

Un'altra immagine della manifestazione del 15 novembre 2005Altre grandi associazioni nazionali, poi, hanno fatto sentire la propria voce forte e chiara, come l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), il cui presidente Mario Berardi ha dichiarato: «Il massimo del cinismo, dell’arroganza e dell’ignoranza lo si raggiunge vedendo che la concessione dell’indennità di accompagnamento subirebbe restrizioni tali da essere tolta alla maggior parte delle persone con disabilità che attualmente ne usufruiscono. Un’indennità praticamente concessa solo alle persone permanentemente non deambulanti e a chi è privo di autonomia in tutte le funzioni fisiologiche quotidiane (mangiare, bere, vestirsi). Le persone con deficit intellettivo, tra cui quelle con sindrome di Down, perderebbero praticamente tutte l’indennità e anche la stragrande maggioranza delle disabilità motorie seppur gravissime non rientrerebbero nella lettera della legge, se approvata. Lo Stato avrebbe così abdicato in maniera drammatica al proprio ruolo, alle proprie funzioni di garanzia, di regolazione, di sostegno nell’ambito della comunità nazionale».
«Si dice nelle motivazioni dell’emendamento – continua Berardi – che subentrerebbero nei casi previsti i servizi sociali territoriali. Ma stiamo scherzando? Ma dove vivono questi signori? Sanno di che cosa parlano? Sanno di liste di attesa che durano anni, sanno di servizi gravemente insufficienti alle esigenze quotidiane, per non parlare del futuro, del dopo di noi ecc.? Sanno di larghe zone del Paese dove non esiste niente o quasi niente? Sanno di solitudine e disperazione? Di angosce e di coraggio? E affermano queste cose mentre con l’altra mano firmano provvedimenti, nella stessa manovra economica, che tolgono fondi agli enti locali, che gestiscono la maggioranza dei servizi e dell’assistenza».
Nell’aderire dunque a tutte le iniziative per la difesa e la promozione delle condizioni di vita delle persone con disabilità, a partire dalla grande manifestazione unitaria del 7 luglio a Roma, «ci auguriamo – conclude il presidente dell’AIPD – che in tempi brevi in sede parlamentare ci si renda conto che la strada intrapresa è un vicolo cieco che porta il nostro Paese verso il marasma sociale, luogo di ingiustizia, indifferenza, sopraffazione, dove i deboli, che in parte ci sentiamo di rappresentare, sono privati del diritto alla serenità e alla felicità».

Vi è poi l’ANIEP (Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti Civili e Sociali degli Handicappati) – già impegnata da giorni a portare una presenza cospicua di propri iscritti il 7 luglio a Roma – che affida alla propria presidente Lia Fabbri un commento alla situazione attuale. Senza troppi giri di parole, quest’uiltima «denuncia il vergognoso tentativo di colpire i disabili veri, dopo avere offuscato la realtà con la campagna mediatica sui falsi invalidi. La Manovra che il Parlamento sta per approvare è infatti la peggiore, ignobile e più vergognosa aggressione che si potesse immaginare contro le persone con disabilità e le loro famiglie». «L’ANIEP – conclude Fabbri – invita quindi alla partecipazione tutti coloro che credono ancora nella forza del diritto e della giustizia».
Infine, particolarmente accorato è l’appello lanciato da Nunzia Coppedé, presidente della FISH Calabria, che scrive: «Questa manovra finanziaria penalizza e umilia le persone con disabilità e i loro familiari, favorisce la discriminazione nella discriminazione, cancella i diritti acquisiti con un colpo di spugna. Mi rivolgo particolarmente alle persone con disabilità, ai loro familiari, ma anche alle associazioni e a tutti i cittadini calabresi che credono nel rispetto dei diritti umani e civili. Questa manovra non colpisce “l’altro”, ma “noi” perché non colpisce solo le persone con disabilità, ma anche gli anziani e tutte le fasce svantaggiate». «Non possiamo – conclude dunque Coppedé – subire in silenzio o rassegnarci». (Stefano Borgato)

Per aderire alla petizione lanciata dalla FISH in «Vita.it», cliccare qui. Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa FISH, tel. 06 78851262, ufficiostampa@fishonlus.it.

Suggeriamo anche la lettura, sempre nel nostro sito, dei seguenti testi: Grave attacco alla disabilità in Commissione Bilancio: manifestazione il 7 luglio a Roma (cliccare qui); Ora la misura è proprio colma (Franco Bomprezzi) (cliccare qui); Un appello contro quell’emendamento (cliccare qui); Quell’emendamento è discriminatorio e anticostituzionale (cliccare qui); Adesione compatta alla manifestazione del 7 luglio. E anche una petizione (cliccare qui); Un incredibile capovolgimento di valori (Salvatore Nocera) (cliccare qui); La protesta delle associazioni di persone con sindrome di Down (Sergio Silvestre) (cliccare qui).

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