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Un incontro con la Conferenza Episcopale Italiana

Madre spinge la carrozzina del figlio con disabilitàDopo avere scritto direttamente al presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), cardinale Bagnasco, per chiedere una posizione chiara della Chiesa in merito ai tagli che la nuova Manovra Finanziaria intende operare soprattutto nel settore sociale, creando ulteriori problemi a vite già di per sé assai complicate, il Gruppo “Mamme H” ha mantenuto la promessa e di fronte alle mancate risposte si è recata il 2 luglio davanti alla sede della stessa CEI, per ottenere un incontro. A raccontare l’iniziativa – di cui ci eravamo già occupati qualche giorno fa (se ne legga cliccando qui) – è Marina Cometto, che scrive a nome del Gruppo.

Una rappresentanza del Gruppo “Mamme H” si è data appuntamento all’ingresso della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), in una delle giornate più afose per Roma. Anche qui stesso canovaccio di un incontro precedente, quello al Quirinale di circa un mese fa [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.]. La sorpresa di trovarsi di fronte quattro donne, tranquille, senza alcuno slogan partitico, se non la richiesta di sapere «da che parte pensa di mettersi la Chiesa», in occasione di situazioni quali quelle che stiamo attraversando con l’ultima Manovra Finanziaria. Non è sembrata, a queste quattro “temerarie”, una domanda così fuori dal mondo, perché sono ben note le battaglie del Vaticano in difesa della vita, dall’aborto all’eutanasia, passando per la Legge 40/04 [sulla Procreazione Medicalmente Assistita, N.d.R.]. Sono state quindi cortesemente ricevute da don Andrea Manto dell’Ufficio Pastorale della Sanità e da don Bassiano Uggè dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Giuridici.

 In un primo momento la semplicità di queste donne nel chiedere sostegno morale, di contenuti e intenti, ha avuto risposte, si può dire, nel più semplice “stile politico”. La sensazione è che ormai si sia tutti talmente abituati ad essere rappresentati da sigle o da associazioni, dimenticando il significato originale della parola democrazia, che consente ad ogni cittadino di poter discutere della cosa pubblica, così come lo stesso termine politica ha ormai assunto significati ben diversi dal primigenio polis [politica = arte di governare la città, N.d.R.].
Il succo dell’ora di chiacchierata è stato dunque che la Chiesa è vicina al popolo mediante l’operato delle parrocchie e del volontariato cattolico e che quindi, per le semplici richieste del quotidiano, possiamo bussare a quelle porte e sembra che ci sarà aperto. Inoltre, che il sostegno morale e nelle preghiere ci sarà sempre, ma questo detto tra le quattro mura e sicuramente non con una presa di posizione pubblica, perché si tratta pur sempre di «uno Stato straniero che non influisce sulle scelte politiche italiane»… Su questo ci sarebbe da riguardare il nostro passato, ma noi siamo mamme e non storici!…

A conclusione dell’incontro, una di noi, vivendo a Roma, è riuscita ad ottenere che la figlia possa frequentare l’oratorio in una parrocchia più attrezzata per le persone con disabilità. Come si dice: «Chiedete e vi sarà dato in base a quello che si può». Ma queste mamme così semplici non chiedono certo qualcosa che le accontenti nell’immediato, in modo che possano tornare a casa e riprendere ad accudire tutta la famiglia. Chiedono invece che i potenti – laici e religiosi – si rendano conto che si sta giocando con la vita di persone, di esseri umani e che si sta attuando qualcosa di molto simile a una vera e propria “eutanasia di Stato”.

*A nome del Gruppo “Mamme H”, che recentemente ha fatto parlare di sé, recandosi il 3 giugno scorso davanti al Palazzo del Quirinale a Roma, all’insegna dello slogan Noi non ci stiamo più!, nel tentativo di incontrare il presidente della Repubblica (se ne legga nel nostro sito cliccando qui e qui). Successivamente, sempre le “Mamme H” hanno indirizzato una lettera anche alla senatrice Dorina Bianchi e alla Commissione Sanità del Senato, per protestare contro alcune parti del Disegno di Legge 2090 (Disposizioni a sostegno delle famiglie con bambini affetti da malattie rare), di cui si può leggere cliccando qui.

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