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Emendamento sulla scuola: un’approssimazione che avvilisce

Bimbo con disabilità entra a scuolaDopo la manifestazione del 7 luglio a Roma, occasione in cui siamo scesi in piazza per protestare con tutte le nostre forze contro l’emendamento inequivocabilmente discriminatorio che riguardava le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento, ci troviamo di nuovo ad essere, nostro malgrado, oggetto di irragionevoli tagli. È di venerdì, infatti [9 luglio, N.d.R.], la notizia dell’approvazione in Commissione Bilancio del Senato di un emendamento al Decreto Legge 78/10 che concede alle autorità scolastiche la massima discrezionalità amministrativa nell’individuazione del numero di alunni per classe anche in presenza di uno studente con disabilità, contravvenendo apertamente all’articolo 5, comma 2 del DPR 81/09. Tale DPR, come si sa, fissa a venti il numero massimo di studenti che possono comporre una classe, in presenza di un alunno con disabilità, norma che si basa sul principio non negoziabile della qualità dell’inclusione scolastica, di cui godono tutti, alunni con disabilità e non.

L’emendamento n. 9143, presentato dai senatori Giuseppe Esposito e Cosimo Latronico, nel considerare come illimitatamente «possibile» la costituzione di classi con più di venti alunni anche in presenza di bambini/ragazzi con disabilità, di fatto concede all’Autorità Scolastica un potere assoluto non più sindacabile nella composizione delle suddette classi. In tal modo, si ribalta il meccanismo precedentemente individuato dal DPR 81/09, secondo il quale la costituzione di classi più numerose, a detrimento di un maggior supporto di inclusione scolastica, avrebbe dovuto essere l’eccezione, di conseguenza adeguatamente motivata. L’odierno emendamento rischia invece di non evidenziare alcun perimetro legislativo entro il quale l’azione delle Amministrazioni Scolastiche possa muoversi, determinando di fatto una dismissione da parte del Legislatore di qualsiasi sua prerogativa, in dispregio anche alla ripartizione costituzionalmente garantita dei poteri dello Stato.
Infatti, anche il cosiddetto “principio di ragionevolezza” cui deve uniformarsi l’operato legislativo (secondo l’articolo 3 della Costituzione), è del tutto assente nella norma così come emendata e il suo testo sarebbe facilmente censurabile anche innanzi alla Consulta, per mancanza degli elementi essenziali della fattispecie: quando si può costituire una classe con più di venti alunni?
Un’ulteriore conseguenza dell’approvazione dell’articolo 9 così come emendato sarebbe poi il ricorso in massa a impugnazioni davanti a tutti i TAR d’Italia [Tribunali Amministrativi Regionali, N.d.R.] degli atti amministrativi costitutivi di classi più numerose, per evidente eccesso di potere, con incalcolabile aggravio per i conti delle Amministrazioni Scolastiche. Azione dalla quale tutte le Associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari, in primis ANFFAS ONLUS, sicuramente non si esimeranno.

Restiamo fermamente convinti che non si possa pensare a uno sviluppo, anche di efficienza, del sistema scolastico, ragionando in termini di tagli, senza viceversa avere ben presente una visione politica d’insieme che si ispiri ai principi di pari opportunità e non discriminazione.
A livello istituzionale l’ANFFAS partecipa ai lavori dell’Osservatorio Ministeriale per l’Inclusione Scolastica, insieme a numerose altre associazioni che si riuniscono nella FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e nella FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili). In quella e in numerose altre occasioni abbiamo sottoposto all’attenzione del ministro Gelmini la necessità di rivedere l’approccio all’inclusione scolastica nel suo insieme, proprio per evitare situazioni come questa, in cui la necessità del risparmio economico vada a colpire scriteriatamente ciò che invece dovrebbe essere oggetto di investimento.
L’approssimazione con cui vengono trattati i temi della scuola, e dell’inclusione scolastica in particolare, avviliscono il nostro lavoro che si ispira quotidianamente ai princìpi della Costituzione Italiana in primis, nonché alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, resa legge italiana nel marzo 2009 [Legge 18/09, N.d.R.]. Convinti che ad essere in gioco siano i diritti della collettività intera, ci uniamo dunque alle dichiarazioni di questi giorni della FISH e della FAND, affinché si valuti con attenzione quanto sopra detto.

Pertanto, ANFFAS ONLUS, onde evitare censure di incostituzionalità, aumento del contenzioso amministrativo, mancata chiarezza nei rapporti tra poteri dello Stato e tra amministratori e amministrati, chiede che si voti l’eliminazione dall’articolo 9 del Decreto Legge 78/10 del secondo periodo del comma 15, così come approvato in Commissione Bilancio (emendamento 9143), che di seguito si riporta: «Al comma 15, in fine, è aggiunto il seguente periodo: “Le classi e le sezioni delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado che accolgono alunni con disabilità possono essere costituite anche in deroga al limite previsto dall’articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81».

*Presidente nazionale ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale). Il presente testo riprende quello della lettera-appello inviata a tutti i Senatori della Repubblica e al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.

Sulla questione trattata, suggeriamo anche la lettura, sempre nel nostro sito, dell’articolo intitolato Ed ora è la volta dei bambini con disabilità…, disponibile cliccando qui.
Per ulteriori informazioni: Area Comunicazione e Politiche Sociali ANFFAS (Roberta Speziale), tel. 06 3611524 (int. 15), roberta.s@anffas.net.
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