- Superando.it - https://www.superando.it -

Ignoranza e discriminazione: la Gran Bretagna e la disabilità intellettiva

Bimbo in carrozzina con disabilità intellettivaRisulta purtroppo ancora molto diffusa, in Gran Bretagna, la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità intellettive, insieme a una concezione sbagliata su tutto quanto concerne le loro vite, malgrado la grande visibilità avuta da una lunga serie di crimini e abusi dettati proprio dall’ostilità nei confronti di questi cittadini.
Lo rivela una recente indagine, secondo la quale un terzo degli abitanti del Regno Unito sembra ritenere le persone con disabilità intellettive incapaci di vivere indipendentemente o di svolgere un lavoro, mentre quasi un quarto suppone che esse vivano in case di cura. Quasi uno su dieci (l’8%), infine, si aspetta che siano assistite presso “ospedali sicuri”, fuori città…
Sempre dalla medesima ricerca è emersa inoltre – da parte delle stesse persone con disabilità intellettiva – un’alta consapevolezza delle difficoltà che si trovano ad affrontare. Infatti nove su dieci degli intervistati da Turning Point – una tra le più importanti realtà erogatrici di servizi socio-sanitari nel Regno Unito – ritengono di avere subìto esperienze di discriminazione e più della metà (51%) di loro si considerano il gruppo più discriminato nella società, prima ancora di altri, spesso percepiti come vittime di tali trattamenti, incluse le persone gay (44%), le persone obese (43%) e le minoranze etniche (40%).

Come accennato inizialmente, i cosiddetti “crimini di odio” [termine con cui cerchiamo di rendere al meglio l’espressione “Hate Crime”, quasi intraducibile, N.d.R.] nei confronti delle persone con disabilità intellettiva – che si stima siano circa un milione e mezzo in Gran Bretagna – sono ripetutamente approdati sulle prime pagine delle cronache nei mesi più recenti.
Nell’autunno del 2009, ad esempio, un’inchiesta ha fatto emergere come Fiona Pilkington abbia ucciso la figlia adolescente – con una età mentale di quattro anni – e si sia poi tolta la vita, dopo essere stata portata alla disperazione – a quanto sembra – dai continui soprusi patiti dalla sua famiglia.

Tornando al campione di 1.100 adulti interpellati da Turning Point (se ne può leggere approfonditamente anche cliccando qui), è risultata anche – di base – una scarsa conoscenza del significato stesso di disabilità intellettiva. Secondo un terzo delle persone, infatti, la malattia mentale sarebbe una forma di disabilità intellettiva, mentre un quarto avrebbe classificato come tale anche la demenza.
Adam Penwarden, direttore dei Servizi per le Disabilità Intellettive di Turning Point, ha affermato che queste concezioni errate contribuiscono al diffondersi della discriminazione. «Spesso la gente suppone – ha dichiarato –  che chi ha una disabilità intellettiva sia “differente”, “diverso” e lo discrimina per questo motivo. In realtà si tratta di persone che possono dare un grande contributo alla società, quando viene loro dato il giusto supporto, il che comporta avere un lavoro, vivere indipendentemente e giocare un ruolo attivo nella propria comunità locale».

Rosa Monckton, madre di una giovane con sindrome di Down, sostiene che le persone con disabilità intellettiva vengano frequentemente etichettate in base a uno stereotipo meramente negativo. «Nel corso dell’indagine – sottolinea infatti – quando è stato chiesto di descrivere una “tipica persona con disabilità intellettiva”, la maggior parte degli interpellati hanno risposto indicando caratteristiche negative, quali l’avere scarse abilità sociali, la mancanza di affidabilità o anche l’aggressività e i difetti nel modo di parlare. Restano invece assai sottovalutate le caratteristiche positive, come l’essere calorosi, estroversi o divertenti. E ciò dimostra come la gente abbia delle idee preconcette rispetto al modo in cui una persona con disabilità intellettiva si comporta o pensa».

*Traduzione e adattamento, in collaborazione con Stefano Borgato, di un articolo di Rachel Williams, pubblicato il 14 luglio 2010 dalla testata «Guardian» e disponibile in versione originale cliccando qui. Approfondimenti (in lingua inglese) sull’indagine condotta da Turning Point sono disponibili cliccando qui.

Please follow and like us:
Pin Share