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Coinvolgere le organizzazioni dei pazienti nelle scelte farmaceutiche

Varie pastiglie«Tra le varie questioni analizzate da Malattie croniche e diritti: zona ad accesso limitato, IX Rapporto prodotto dal CnAMC (Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici), quella dell’assistenza farmaceutica risulta essere particolarmente critica ed è per questo che il Coordinamento stesso e il Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva hanno deciso di chiedere formalmente all’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) di attivare al suo interno una Commissione permanente, composta dalle Organizzazioni di Tutela del Diritto alla Salute e da esponenti dell’Agenzia stessa, al fine di garantire il coinvolgimento delle Organizzazioni medesime nell’attività di definizione, implementazione e monitoraggio della politica farmaceutica italiana». Lo ha dichiarato nei giorni scorsi Tonino Aceti, responsabile nazionale del CnAMC, rete di Cittadinanzattiva istituita nel 1996, alleanza trasversale per la tutela dei diritti dei cittadini affetti da patologie croniche e/o rare cui aderiscono circa ottanta organizzazioni di pazienti  e/o di persone con disabilità tra associazioni e federazioni.
Riguardo al Rapporto citato da Aceti (
Malattie croniche e diritti: zona ad accesso limitato), rimandiamo al nostro ampio approfondimento, pubblicato al momento della presentazione di esso (cliccare qui). Qui diamo invece spazio alla lettera inviata il 27 luglio dallo stesso coordinatore nazionale del CnAMC e da Francesca Moccia, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato, a Guido Rasi, direttore generale dell’AIFA (i grassetti nel testo della lettera sono di nostra cura).

Il Coordinamento Nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC), rete di Cittadinanzattiva composta da un network di 85 Organizzazioni di persone con patologia cronica e rara, ha realizzato il IX Rapporto nazionale sulle Politiche della Cronicità dal titolo Malattie croniche e diritti: zona ad accesso limitato.
Il Rapporto fa il punto sulle difficoltà che ancora oggi le persone con patologia cronica e rara incontrano nel loro percorso di cura; in particolare si è voluto analizzare il percorso diagnostico-terapeutico delle persone affette da tali patologie per capire se e quanto l’assistenza erogata (nei vari momenti del percorso) soddisfi le esigenze di salute dei cittadini e quali siano le principali criticità riscontrate.

Tra le varie questioni analizzate dal Rapporto, vi è anche quello dell’assistenza farmaceutica, che siamo certi sarà oggetto, da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco, di una particolare attenzione. In tal senso, infatti, sono ancora molteplici le problematiche segnalate dalle Associazioni.
Sussiste ancora una difficoltà di accesso ai farmaci necessari e insostituibili per il trattamento della patologia (54,2%), riconducibile principalmente alla loro non rimborsabilità (fascia C) da parte del Servizio Sanitario Nazionale (50%), alla necessità da parte delle Aziende Sanitarie di rispettare i propri budget (50% – in particolare in quelle Regioni con i Piani di Rientro), alle difficoltà di carattere burocratico inerenti il rilascio del piano terapeutico (50%), ad alcune decisioni di carattere regionale che si pongono in contrasto con quelle di carattere nazionale (34,7%). È il caso delle decisioni regionali sull’inserimento di un farmaco all’interno del Prontuario Terapeutico Regionale da parte delle Commissioni Regionali del Farmaco. Rappresenta un’importante difficoltà anche il mancato inserimento di alcuni molecole all’interno dell’elenco previsto dalla Legge 648/96 e per l’utilizzo di farmaci per un’indicazione diversa da quella autorizzata (15,4%).
Un ulteriore problema, particolarmente avvertito dalle Associazioni, è quello della mancata erogazione gratuita (52%) dei cosiddetti parafarmaci (integratori, alimenti particolari, creme ecc), i quali sono comunque indispensabili per il trattamento di molte patologie.

A fronte di tutto ciò, abbiamo purtroppo rilevato che il coinvolgimento delle Associazioni dei pazienti da parte delle Istituzioni nazionali (AIFA) e regionali nelle fasi decisionali è ancora estremamente scarso, nonostante le decisioni di politica farmaceutica incidano direttamente e profondamente sulla vita delle persone con patologia cronica e rara.
In particolare non sono previste forme strutturate e permanenti di coinvolgimento delle Organizzazioni dei cittadini nell’attività di definizione, implementazione e monitoraggio delle politiche farmaceutiche.
Ciò contrasta fortemente invece con la volontà espressa dalle Associazioni di essere coinvolte, sia a livello nazionale, sia a livello regionale, nel processo decisionale in materia di assistenza farmaceutica (79,2%).
In questo ambito, il quadro tracciato dalle Associazioni all’interno del Rapporto rischia di divenire ancora più preoccupante nel corso del 2010, vista l’ulteriore riduzione del tetto della spesa farmaceutica territoriale dal 13,6% del Fondo Sanitario Nazionale al 13,3%, lasciando inoltre inalterato il tetto della spesa farmaceutica ospedaliera al 2,4%, che sappiamo essere stata quella maggiormente fuori controllo sia nel corso del 2008 che del 2009.
Solo per fornire un’indicazione in tal senso, nel corso del 2008, a fronte di un tetto programmato di spesa farmaceutica ospedaliera pari al 2,4% del Fondo, si è arrivati a toccare una spesa effettiva pari al 4,2%.
Anche le previsioni dei tecnici regionali sulla spesa farmaceutica pubblica complessiva del 2010, ci dicono che a fronte di un tetto programmato pari al 15,7% (FSN) la spesa effettiva si attesterà al 18,4%.
Inoltre il Decreto Legge 78/10 (Misure Urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), attualmente in discussione in Parlamento per la necessaria conversione in Legge, innova ulteriormente la materia, prevedendo tra l’altro che l’AIFA provveda all’individuazione, fra i medicinali attualmente a carico della spesa farmaceutica ospedaliera, di quelli che, in quanto suscettibili di uso ambulatoriale o domiciliare, dovranno essere erogati attraverso l’assistenza farmaceutica territoriale, con effetti diretti e tangibili sulla vita dei cittadini con patologie croniche e rare.

Per tutto questo, in una situazione così complessa come quella che vive oggi l’assistenza farmaceutica, con risorse sempre più limitate da mettere in campo, a fronte di un fabbisogno di salute dei cittadini in continua crescita e allo sviluppo di nuove terapie innovative e molto costose, Cittadinanzattiva – in particolare attraverso le reti del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici e del Tribunale per i Diritti del Malato – considera prioritario e necessario che l’AIFA e le Regioni prevedano un coinvolgimento, permanente e strutturato, delle Organizzazioni di tutela del diritto alla salute nell’attività di definizione, implementazione e monitoraggio della politica farmaceutica italiana.
Tale coinvolgimento da parte delle Istituzioni faciliterebbe:
– l’individuazione più puntuale delle esigenze di salute dei cittadini, delle criticità dell’attuale sistema di assistenza farmaceutica dal punto di vista dei cittadini, delle proposte di miglioramento;
– la condivisione della responsabilità di alcune scelte, con particolare riguardo al tema dell’Health Technology Assessment° a livello nazionale e regionale; è ormai riconosciuta la necessità-importanza del coinvolgimento delle Associazioni dei pazienti nell’Health Technology Assessment, la quale viene praticata sempre più anche a livello regionale con modalità tali, in alcune situazioni, da mettere in serio pericolo il diritto all’accesso ai farmaci, in particolari quelli innovativi, già previsto a livello nazionale attraverso le diverse Determinazioni AIFA;
– l’informazione e la comunicazione rivolta ai cittadini sulle principali questioni inerenti la farmaceutica;
– la promozione della crescita e dello sviluppo delle competenze delle Associazioni.

Esperienze di coinvolgimento delle Associazioni di tutela del diritto alla salute sono già state avviate ad esempio, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dalla Food and Drug Administration (FDA) e dal National Institute for Clinical Excellence (NICE).
Inoltre esistono alcuni riferimenti normativi (e non) che riconoscono alle Organizzazioni di tutela del diritto alla salute, alcune forme (a livelli diversi) di partecipazione alla definizione, implementazione e monitoraggio delle politiche socio-sanitarie. Solo per citarne alcuni:
1. l’articolo 1 della Legge 23 dicembre 1978, n. 833, Istituzione del servizio sanitario nazionale;
2. l’articolo 14 del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, Riordino della disciplina in materia sanitaria;
3. il Decreto Legislativo 19 giugno 1999, n. 229, Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale;
4. il DPCM 19 maggio 1995, Schema generale di riferimento della Carta dei servizi pubblici sanitari;
5. la Legge 8 novembre 2000, n. 328, Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali;
6. l’articolo 118, ultimo comma della Costituzione: «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà».

Tutto ciò premesso, Cittadinanzattiva chiede formalmente all’Agenzia Italiana del Farmaco di attivare al suo interno una Commissione permanente, composta dalle Organizzazioni di tutela del Diritto alla Salute e da esponenti dell’Agenzia, al fine di garantire gli obiettivi menzionati. Chiediamo inoltre un incontro per discutere insieme della proposta avanzata [in quest’ultimo periodo grassetto nell’originale, N.d.R.].

°L’Health Technology Assessment è un approccio multidimensionale e multidisciplinare per l’’nalisi delle implicazioni medico-cliniche, sociali, organizzative, economiche, etiche e legali di una tecnologia (apparecchiature biomedicali, dispositivi medici, farmaci, procedure cliniche, modelli organizzativi, programmi di prevenzione e promozione della salute), attraverso la valutazione di più dimensioni quali l’efficacia, la sicurezza, i costi, l’impatto sociale e organizzativo. L’obiettivo è quello di valutare gli effetti reali e/o potenziali della tecnologia, sia a priori che durante l’intero ciclo di vita, nonché le conseguenze che l’introduzione o l’esclusione di un intervento ha per il sistema sanitario, l’economia e la società.

*Coordinatore nazionale del CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici).
**Coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato.

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