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Il parco è meraviglioso, ma quella «gabbia per disabili»…

Il Lago della Stua in Val di Canzoi, nel Parco Naturale delle Dolomiti BellunesiAll’interno di un suo recente intervento a Ferrara – nell’ambito di un seminario dedicato al turismo accessibile (ne abbiamo scritto nel testo intitolato Pregiudizi, buone prassi e i «bignami» dell’accessibilità, disponibile cliccando qui) – Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), aveva individuato – tra gli altri problemi che spesso costringono le persone con disabilità «a costruirsi ancora le vacanze da sé» – anche «l’aver prodotto uno standard per le soluzioni di accessibilità, oltre il quale non si va. Non si fanno cioè sforzi di carattere ideale o investimenti che superino il “minimo sindacale”. Sembra di avere a che fare con i “bignami” dell’accessibilità”».
Aveva quindi proposto alcuni esempi, quali «i sanitari con altezze non adeguate all’interno delle strutture alberghiere, la mancanza di sistemi tattili di orientamento per ciechi o mezzi di trasporto dedicato che costringono il disabile che si sposta con una sedia a ruote a stare in posizioni scomode».

Un altro esempio lo vogliamo proporre noi, riferendoci al messaggio inviato da una lettrice con disabilità del quotidiano veneto «Il Gazzettino», che ci sembra confermare come lo “standard dell’accessibilità” – e in questo caso anche della sicurezza – rischi talora di creare una vera e propria “gabbia per disabili”.
«Accompagnata da mio marito e da una coppia di amici – si scrive nella lettera – sono stata a passeggiare in Val di Canzoi (Belluno), valle che conosco da molto tempo e che ho sempre apprezzato. Abbiamo lasciato l’auto davanti al Centro di Educazione Ambientale del Parco Naturale Dolomiti Bellunesi e ci siamo incamminati lungo la strada asfaltata. Percorsi qualche centinaio di metri, ci siamo imbattuti nella passerella per disabili in fase di costruzione ed è stato un “tuffo al cuore”: vedere infatti quel percorso articolarsi a mezz’aria fra gli alberi e il torrente mi ha letteralmente spiazzato».
«Mi sono avvicinata alla struttura – prosegue la lettrice del “Gazzettino” – e ho cercato di immaginarmi seduta sulla mia sedia a rotelle mentre percorrevo quel tracciato. Per un attimo mi sono vista sul lastricato in leggera salita, circondata da acciaio da ambo i lati e davanti. Solo alzando lo sguardo verso l’alto, ho potuto vedere le fronde degli alberi ed è stato agghiacciante, come sentirsi in gabbia! Deduco che questa sia una scelta improntata alla sicurezza, è però a mio avviso vergognoso impedire qualsiasi visuale, se non quella verso il cielo, a chi è costretto a percorrere da seduto quel sentiero attrezzato».

La parte successiva della lettera è riservata a progettisti e amministratori, rispetto ai quali ci si chiede, con delusione, «se si siano mai umilmente seduti su una sedia a rotelle prima di pensare simili soluzioni. Giusto per avere una prospettiva reale e concreta delle difficoltà e delle necessità. L’alternativa può essere anche quella di sentire il parere di chi potrebbe diventare probabile fruitore».
«Abbiamo comunque proseguito la passeggiata per la strada asfaltata – conclude la lettera – quella percorsa dalle auto. Ci siamo avvicinati al torrente, abbiamo sentito l’odore dei ciclamini nel sottobosco. Non è mia intenzione disquisire su ciò che ognuno cerca quando passeggia nella valle; certo è che, a mio avviso, quella passerella per disabili, costruita a mezz’aria e con un materiale così poco naturale, non aiuta certo a sentirsi parte del meraviglioso ambiente naturale che caratterizza quella preziosa valle».

Appunto, «standard per le soluzioni di accessibilità, senza sforzi di carattere ideale o investimenti che superino il “minimo sindacale”», per riprendere le già citate parole di Barbieri. E anche la totale mancanza di ascolto nei confronti di chi poi dovrebbe utilizzare quella passerella.
«Partecipare su base di uguaglianza con gli altri» è certamente uno dei princìpi fondamentali della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, testo elaborato con grande lungimiranza e con speranze di cambiamento sociale a lunga scadenza. Ebbene, avere la possibilità di accedere a un incontaminato parco naturale, tra alberi e torrenti, ma potendo guardare solo il cielo, all’interno di una specie di “gabbia d’acciaio”, è un’idea che marcia purtroppo in tutt’altra direzione. (Stefano Borgato)

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