Sembra stiano emergendo, nel corso del dibattito sul nuovo Contratto di Servizio della RAI, allarmanti informazioni che, qualora confermate, evidenzierebbero una gravissima discriminazione nell’accesso alla comunicazione e all’informazione da parte delle persone con disabilità sensoriali e in particolare per i cittadini non udenti.
A denunciarlo in una nota sono la FAND (Federazione tra le Associazioni delle Persone con Disabilità) e la FISH (Federazione Italiana contro il Superamento dell’Handicap), secondo le quali «l’avere affrontato con colpevole ritardo e trascuratezza i servizi di sottotitolazione può far sì che questi rimarranno a lungo inapplicabili alla programmazione RAI sui canali del digitale terrestre».
«Con buona pace del dovere di assolvere al proprio compito di servizio pubblico – dichiarano in tal senso Giovanni Pagano e Pietro Barbieri, presidenti di FAND e FISH – l’azienda non avrebbe predisposto per tempo gli strumenti adeguati per garantire l’accessibilità dei nuovi canali a tutti i suoi abbonati. I servizi di sottotitolazione, dunque, con le criticità già presenti ora, corrono il serio rischio di restare limitati unicamente alle trasmissioni di RAI 1, RAI 2 e RAI 3».
«Non ci possono essere giustificazioni di comodo – proseguono Pagano e Barbieri – per quella che sinora si è caratterizzata come una sostanziale inadempienza dell’azienda, ma che a partire da questi ulteriori sviluppi potrebbe assumere i connotati di una violazione senza precedenti dei diritti degli utenti. La RAI, infatti, verrebbe di fatto a porre un ostacolo alla piena partecipazione di tutti i cittadini, in palese violazione degli obblighi del servizio pubblico e di quanto stabilito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità, a tutti gli effetti una legge del nostro Stato [la Legge 18/09, N.d.R.]».
In considerazione dunque della gravità di questa prospettiva, FAND e FISH prenderanno in esame nelle prossime settimane tutte le forme di protesta più adeguate, «per esprimere – concludono i presidenti delle due Federazioni – la condanna del movimento delle persone con disabilità nei confronti di un potenziale atto di discriminazione così palese. In base anzi agli scenari che andranno a delinearsi, non escludiamo già da ora iniziative che potrebbero concretizzarsi tanto in manifestazioni pressi le sedi RAI o in azioni legali, quanto, nell’eventualità più drammatica, nella stessa messa in discussione del pagamento del canone annuale». (S.B.)