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Succede a Nuoro, uno dei primi capoluoghi di Provincia ad adottare la Convenzione

Come abbiamo riferito nel marzo scorso, è stato quello di Nuoro, in Sardegna, il primo Comune dell’isola – ma anche uno dei primi capoluoghi di Provincia in Italia – ad adottare (all’unanimità) la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (se ne legga cliccando qui).
Vale dunque la pena seguire sempre quanto accade nella città capoluogo della Barbagia e a riferirne per i Lettori di Superando è “un’inviata d’eccezione”, Anna Maria Mura, donna con disabilità e già consigliera comunale, vera “anima” di quella decisione del mese di marzo, che ne sta naturalmente seguendo gli sviluppi e lavorando per ottenere altri risultati. Ben volentieri, quindi, le cediamo la parola, per una rapida cronaca di alcune recenti iniziative in ambito sociale sul territorio nuorese.

2 marzo 2010: Anna Maria Mura vota per l'adozione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, da parte del Comune di NuoroÈ con piacere che desidero segnalare ai Lettori di Superando.it che ben tre articoli apparsi nei giorni scorsi sulla stampa locale sarda informano sulle attività sociali del Nuorese e di Nuoro, prima città sarda e uno dei primi capoluoghi di Provincia italiani ad avere adottato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, sui cui sviluppi per altro sto lavorando e presto informerò.
Innanzitutto è stato per me positivo leggere di diverse iniziative sociali differenti fra loro e tutte di particolare rilievo, per veder crescere culturalmente, socialmente e in termini di civiltà e pari diritti la nostra comunità.

Un primo evento ha riguardato la conferenza d’azienda della nostra ASL, convocata dal presidente della Provincia Roberto Deriu, con il commissario dell’ASL Antonio Onorato Succu, il direttore sanitario Bruno Murgia, quello amministrativo Piero Carta e alcuni sindaci. All’ordine del giorno il rapporto fra sanità e territorio. Sono quindi stati ascoltati i rappresentanti delle associazioni di volontariato che hanno fatto il punto delle loro attività ed esigenze.
Il presidente dell’AVIS Provinciale (Associazione Volontari Italiani Sangue), Pierluigi Barigazzi, ha sollecitato una maggiore sensibilizzazione dei cittadini, soprattutto del capoluogo, per cui sarebbe opportuno che le Istituzioni aiutassero la stessa AVIS a trovare in particolare una sede. Dal canto suo, Leonardo Soddu dell’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie) ha insistito sulla necessità della collaborazione tra volontariato e Istituzioni, ricordando che l’AIL, in quasi vent’anni di attività, ha utilizzato circa un milione di fondi propri per l’assistenza e  l’acquisto di apparecchiature. Per Liliana Mereu dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), l’attenzione maggiore andrà orientata verso i servizi di fisioterapia e riabilitazione. Problemi di sede, poi, anche per l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), la cui presidente, Anna Rosa Pani, ha ricordato che la struttura di Nuoro accoglie sedici persone adulte che, per lo svolgimento di ogni attività, avrebbero necessità di ambienti più adatti.
Una corsia preferenziale per i malati oncologici e un’opera di sensibilizzazione e prevenzione nelle scuole sono state quindi le richieste di Gonaria Congiu, dell’AMO (Associazione Malati Oncologici), mentre di organizzazione e di miglioramento del servizio di trasporto sanitario e di soccorso ha parlato Nunzio Burrai del VOS (Volontari Soccorso). E ancora, Pietro Manca dell’UIC (Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti) ha posto in risalto la necessità di un esame approfondito sulle barriere sensoriali che ostacolano la vita dei ciechi e degli ipovedenti e sulla necessità di sostegno e aiuto nell’istruzione. Infine, Diego Carru dell’ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) ha evidenziato la necessità di una maggiore sensibilizzazione sulla donazione di midollo e di una vigilanza sulle questioni riguardanti le cellule staminali.

Il secondo evento ha riguardato i Senzariserve, squadra di calcetto per l’integrazione dei malati psichici, nata nel 2004 in un’ottica di integrazione socio-sanitaria e inserita nell’ambito di un progetto dell’ASL e dell’Assessorato Comunale ai Servizi Sociali.
Qui la cura migliore sembra continuare ad essere quella di prendere contemporaneamente a calci sia il pallone che il disagio, un’impresa che riesce davvero bene alla squadra dei Senzariserve, mediante un progetto di promozione della salute, ideato e coordinato dallo psicologo Severino Casula e dall’educatore Gianfranco Seddone.
Senzariserve è costituita da utenti del dipartimento di Salute Mentale, da familiari, operatori sanitari e cittadini, che facendo gol sul rettangolo di gioco, riescono poi a fare risultato anche nella riabiitazione.Era presente anche Beppino Englaro al Convegno di Oliena (Nuoro) sugli stati vegetativi La compagine è appena tornata da Gorizia, dove ha partecipato anche quest’anno al torneo di calcetto Senzaconfini, il primo e unico a livello internazionale cui partecipano giovani con disabilità psicosociale dovuta a malattia mentale. Una di quelle esperienze capaci di fare gruppo e di migliorare la qualità della vita dei pazienti, spesso chiamati assieme ai familiari a superare prove per niente facili.

Il terzo evento, infine, si è svolto a Oliena, vicino a Nuoro, ovvero un convegno sullo stato vegetativo cui è intervenuto anche Beppino Englaro, chiedendo ancora una volta che siano rispettate le idee della figlia Eluana, morta nel 2009 – com’è noto ai più – dopo ben diciassette anni vissuti in stato vegetativo, in seguito a un incidente stradale.
Si è trattato di una tre giorni intorno a un argomento delicato e complesso che continua a far discutere. Per l’occasione oltre trenta scienziati di livello internazionale si sono confrontati su dilemmi etici, filosofici e legali, cercando di arrivare a una sintesi sulla coscienza, con nuovi contributi di comprensione, grazie al supporto multidisciplinare.
«Abbiamo lavorato con entusiasmo a questo appuntamento – ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei Medici di Nuoro Luigi Arru – che ha costituito un’incredibile occasione per riflettere superando gli schieramenti preconfezionati, e per mettere a confronto il punto di vista di medici e giuristi».
Come detto, a seguire i lavori vi era anche Beppino Englaro, la cui vicenda ha dimostrato quanto fosse esplosivo il tema degli stati vegetativi, ma anche quanto le convinzioni etiche e religiose siano spesso cruciali e decisive nell’accendere il dibattito e trasformarlo spesso in scontro politico. «Sono qui per approfondire meglio le mie conoscenze – ha dichiarato – sentendo direttamente di persona quali sono le novità dalla voce dei più importanti studiosi in materia. Eluana aveva le idee ben chiare sulla sua vita e noi non abbiamo fatto altro che rispettarle in piena aderenza ai principi di libertà sanciti dalla nostra Costituzione».
Tra gli altri, sono intervenuti gli studiosi Adrian Owen (Cambridge, Gran Bretagna) e Steven Laureys (Bruxelles, Belgio), che hanno pubblicato una ricerca sull’impiego della risonanza magnetica nucleare per rilevare gli stati di coscienza. Erano presenti anche Remo Bosei, docente di Filosofia all’Università di Los Angeles, Maurizio Muscaritoli, docente di Medicina Interna all’università La Sapienza di Roma ed Herman Nys, docente di Medicina Legale. Gli studiosi Ernesto Daloja e Giovanni Comandè hanno infine analizzato come i tribunali si siano misurati con il tema del confine tra la vita e la morte.
Appuntamento dunque dalla Barbargia per altri nuovi eventi!

*Già consigliera comunale di Nuoro, attuale referente in Comune del Tavolo Puls sulla Disabilità (Accessibilità e Trasporti/Mobilità).

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