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Non funziona quel Piano di Indirizzo ministeriale

Fotografia di spalle di ragazzo paraplegicoIn una lettera inviata al ministro della Salute Ferruccio Fazio e al presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, la FAIP (Federazione Associazioni Italiane Para-Tetraplegici) ha espresso le proprie forti perplessità rispetto al Piano di Indirizzo per la Riabilitazione [lo si può leggere cliccando qui, N.d.R.], illustrato dal Ministero la scorsa settimana.
Il documento, infatti, viene giudicato nel suo complesso “insoddisfacente”, a partire dall’assenza di una significativa politica in grado di tradurre in reali processi riabilitativi i richiami – contenuti nel testo – alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, all’ICF (la Classificazione Internazionale sul Funzionamento, la Salute e la Disabilità, definita nel 2001 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) e all’empowerment, ovvero al rafforzamento dell’autoconsapevolezza delle persone con disabilità.
Nel Piano, poi, si riscontrano anche alcuni passaggi decisamente peggiorativi delle Linee Guida attualmente in vigore [dal 1998, N.d.R.], rispetto ad alcune patologie, e l’assenza di una vera e profonda condivisione del progetto riabilitativo da parte delle persone coinvolte e delle famiglie.

Nello specifico del trattamento delle lesioni al midollo spinale – e in particolare dei servizi denominati Unità Spinali Unipolari – nella lettera della FAIP viene evidenziato come non sia stato assolutamente preso in considerazione il positivo percorso istitutivo di queste realtà, mentre, al contrario, vengono prospettati nuovi servizi dedicati «che nulla hanno a che vedere con la centralità della persona con lesione al midollo spinale».
La FAIP denuncia poi come il concetto stesso di riabilitazione intensiva, da svolgere presso un presidio ospedaliero sede di DEA di secondo livello [un DEA è un Dipartimento di Emergenza/Urgenza e Accettazione, N.d.R.], venga svilito in una commistione di non meglio evidenziati Centri Spinali, collegati a strutture ospedaliere di primo livello, in cui la persona con lesione al midollo spinale potrebbe rischiare serie complicanze o addirittura la morte.
Viene infine sottolineata una sovrastima, contenuta nel testo ministeriale, delle Unità Spinali Unipolari operative in Italia, che alla FAIP risultano essere «soltanto dieci, dislocate unicamente al Centro-Nord del Paese, e assolutamente insufficienti a rispondere alla domanda di salute delle persone con lesione al midollo spinale».

«Ci si aspettava da questo documento – afferma Raffaele Goretti, presidente della FAIP – un coronamento di quel percorso culturale che ha avuto inizio con le Linee Guida per le Attività di Riabilitazione del 1998 e un successivo sviluppo con le Linee Guida sulle Unità Spinali Unipolari del 2004, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni. Dobbiamo invece constatare un pericoloso ritorno indietro, anche in virtù del fatto che, nel testo, le Unità Spinali Unipolari non vengono individuate con sufficiente chiarezza quali referenti regionali o inter-regionali del governo riabilitativo complessivo della persona con lesione al midollo spinale».
Confermando dunque l’impegno ad offrire il proprio contributo per la definizione di un efficace percorso organizzativo-funzionale dei servizi dedicati alle persone con lesione al midollo spinale, la FAIP richiede di conseguenza un’urgente revisione del Piano presentato, prima che esso venga approvato in sede di Conferenza Unificata. (Ufficio Stampa FAIP)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@faiponline.it.
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