Ministro Brunetta, le dobbiamo tutti delle scuse…

Infatti, dopo mesi in cui lo stesso Ministro aveva testualmente ripetuto «che era ora di finirla con i furbetti che approfittano dei permessi della Legge 104, per fingere di assistere i “nonnetti invalidi”», quanto emerge ora dall’articolo 24 del Collegato Lavoro, approvato definitivamente alla Camera, non solo non intacca i diritti delle persone con disabilità, ma amplia addirittura a dismisura i beneficiari dei permessi lavorativi. Solo ora, dunque, capiamo che il Ministro “scherzava”, quando strillava la propria rabbia contro «i fannulloni della Legge 104» e poco importa se secondo alcune “malelingue” il prodotto finale di due anni e mezzo di lavoro è solo «un ridicolo pastrocchio giuridico»…

Il ministro Reanto BrunettaDopo mesi di attacchi feroci contro il “crociato delle furberie”, dopo averlo accusato di voler demolire i già limitati diritti delle persone con disabilità, credo dobbiamo tutti – a iniziare dalla deputata Livia Turco, che con più rabbia di altri lo ha investito – delle scuse al ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta.
Un po’ di colpa, però, ce l’aveva anche lui! Per mesi, infatti, era andato ripetendo che era ora di finirla «con i furbetti che approfittano dei permessi della Legge 104», per «fingere di assistere i “nonnetti invalidi”». Pensavamo che davvero avesse in mente di fare piazza pulita, a colpi di mannaia, di tutte le furberie, di tutte le elusioni. Ne sentivamo un po’ il bisogno anche noi, tutto sommato, pur essendo impauriti degli effetti che quella crociata avrebbe inflitto a chi ha davvero bisogno.
Beh! Dobbiamo avere l’onestà di ammettere che ci eravamo sbagliati.

L’articolo 24 del Collegato Lavoro, approvato definitivamente dalla Camera, rende infatti giustizia al Ministro Brunetta, perché non solo non intacca i diritti delle persone con disabilità, ma amplia addirittura a dismisura i beneficiari dei permessi lavorativi. Poco importa – per ora – se gli “assistiti” non abbiano alcuna garanzia. L’importante è il principio! Ci piace immaginare il Ministro visibilmente commosso da questa “svolta epocale”.
E non possiamo nemmeno sospettare che il testo approvato – dopo oltre due anni e mezzo di lavori – sia un “ridicolo pastrocchio giuridico” come alcune malelingue hanno sospettato. Siamo certi che, anche nelle virgole, ci sia una volontà favorevole ai lavoratori, tutti, anche quelli che – magari – un po’ furbini lo sono. Una volontà favorevole e semplificatrice, a iniziare dalla soppressione dell’obbligo di prestare l’assistenza in modo continuativo.

E capiamo, solo ora, che il Ministro – cui non manca il senso dell’umorismo – scherzava (sì, scherzava!) quando strillava la sua rabbia contro «i fannulloni della Legge 104». Se così non fosse, infatti, non si spiega il panorama nuovo che il combinato disposto derivante dal Collegato Lavoro apre alla nostra compiaciuta considerazione.
E che dire della finezza delle eccezioni che il Legislatore ha saputo prevedere? Un capolavoro di tecnica giuridica, un’iperbole certosina di sub-condizioni.
Qui di seguito qualche esempio, con altrettante situazioni concrete.

Ottenere i permessi per assistere il nonno che abita a cinquecento chilometri di distanza? Prima non era possibile, ora sì. È stato infatti abrogato l’obbligo di assistenza esclusiva e continuativa.
Ottenere i permessi per assistere il bisnonno non convivente? Prima era possibile, adesso no, a meno che la sua moglie (la bisnonna) o i suoi genitori (trisnonni) abbiano più di 65 anni o siano affetti da una patologia invalidante, oppure siano deceduti.
Ottenere i permessi per assistere il fratello che vive a trecento chilometri di distanza, sposato? Prima non era possibile, ora sì. È stato abrogato infatti l’obbligo di assistenza esclusiva e continuativa.
Ottenere i permessi per assistere il padre anche se l’assistenza prestata non è esclusiva né continuativa né adeguata né sistematica? Prima non si poteva, adesso sì, sempre per l’abrogazione dell’obbligo di assistenza esclusiva e continuativa.
Ottenere i permessi per assistere lo zio (terzo grado) convivente e single? Prima era possibile, ora pure, se i genitori dello zio sono deceduti oppure se sono invalidi o se hanno più di 65 anni.
Ottenere i permessi per assistere la suocera non convivente? Prima era possibile dimostrando che l’assistenza era esclusiva e continuativa. Ora pure, ma senza dover dimostrare nulla.
Ottenere i permessi per assistere il cugino? Prima non si poteva, ora nemmeno.
Ottenere i permessi per assistere i nonni del coniuge? Prima era possibile, ora pure.
Ottenere i permessi per assistere il bisnonno del coniuge? Prima era possibile, se si dimostrava che l’assistenza era continuativa ed esclusiva. Adesso no… a meno che la moglie del bisnonno (la bisnonna) o i suoi genitori (trisnonni) abbiano più di 65 anni o siano affetti da una patologia invalidante, oppure siano deceduti. Non è necessario dimostrare l’assistenza continuativa ed esclusiva.

Che dire? Grazie, Signor Ministro, grazie ai Parlamentari che hanno approvato il Collegato Lavoro, grazie all’Ufficio Giuridico di Camera e Senato…

Per tutti gli approfondimenti e i testi di riferimento, rimandiamo al Servizio HandyLex.org ed esattamente al testo dal titolo Collegato lavoro: modificato l’articolo 33 della Legge 104/1992 sui permessi lavorativi, disponibile cliccando qui.
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