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Istituzioni e Terzo Settore insieme per un nuovo welfare

Logo della campagna «I diritti alzano la voce»«Avviare una riflessione e un confronto sui fondamenti di un nuovo welfare e, in particolare, sulle caratteristiche di un nuovo welfare locale e sulla ridefinizione del rapporto pubblico-provato sociale. Riflettere, inoltre, e confrontarsi sull’impostazione che ha guidato l’attuale Governo nelle sue scelte in materia economica e, più in generale, sull’orientamento economico dominante, in questo tempo di crisi, e sulle conseguenze che tali scelte e tale orientamento hanno sulla vita delle persone e sulla tutela dei diritti sociali. Favorire infine uno scambio pubblico con le Istituzioni e con le altre reti e soggetti sociali, al fine di stabilire canali di comunicazione più fluidi e continui e, ove possibile, alleanze strategiche per sperimentare nuovi modelli di welfare locale»: sono questi i tre obiettivi fondamentali che si pongono gli organizzatori del convegno nazionale denominato Universale e locale. Istituzioni e Terzo Settore insieme per un nuovo welfare, previsto a Bologna (Unaway Hotel Bologna-Fiera, Piazza Costituzione, 1) per giovedì 25 e venerdì 24 novembre.
Tre le sessioni in cui sarà divisa la due giorni:
Verso un nuovo welfare (giovedì 25, ore 15-19), Nuovi modelli di welfare locale (venerdì 26, ore 9.30-13.30) e Gruppi di lavoro (venerdì 26, ore 14.30-18). Da segnalare che in quest’ultimo ambito il gruppo dedicato alla Disabilità sarà coordinato da Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), con l’intervento di Carlo Hanau, docente di Programmazione e Organizzazione dei Servizi Sociali e Sanitari dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Cediamo quindi la parola ai promotori della Campagna
“I diritti alzano la voce” – cui aderiscono venticinque organizzazioni del Volontariato e del Terzo Settore italiani, tra le quali appunto la FISH – gruppo di organizzazioni nato proprio allo scopo di promuovere una riforma del welfare che valorizzi al massimo i livelli locali e che ha voluto con forza l’evento di Bologna, patrocinato dalla Regione Emilia Romagna. (S.B.)

La situazione sociale ed economica del Paese è sempre più grave. In tanti vorrebbero farci credere che tutto va bene, o almeno va meglio che in altri Paesi europei. Sappiamo che le cose non stanno così. La fragilità e la vulnerabilità in cui versa la gran parte delle famiglie italiane, la crescente disuguaglianza economica, l’aumento della disoccupazione, il progressivo frantumarsi del tessuto sociale dei quartieri e delle città delineano un quadro piuttosto fosco, e richiedono una urgente mobilitazione.
Ma quello che ci preoccupa di più è che – dinanzi a una situazione così difficile – le élite politiche ed economiche pensino solo a ridurre la spesa per la protezione sociale: Europa, attacco al welfare, titolava in prima pagina, nel maggio scorso, l’inserto Affari e Finanza di «la Repubblica». L’abbassamento costante del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, i pesanti tagli inferti ai bilanci delle Regioni e degli Enti Locali, la scure che si è abbattuta sulla scuola e sulla sanità manifestano non tanto una volontà di eliminare sprechi e inefficienze, quanto piuttosto l’intento di comprimere o sopprimere conquiste sociali rilevanti e cruciali. Anche il federalismo fiscale, da questo punto di vista, potrebbe portare spiacevoli sorprese per i Cittadini che abitano nelle regioni meno ricche.
Sappiamo anche noi che il welfare italiano ha bisogno di una riforma profonda. I cambiamenti sociali ed economici intercorsi in questi ultimi decenni ne hanno fortemente compromesso la capacità di protezione dai principali rischi sociali. Va anche ripensato il rapporto tra pubblico e privato sociale e – per quanto riguarda le politiche sociali – rimesso mano a un assetto che la Legge 328/00 avrebbe dovuto aiutare a realizzare e che invece, per diverse ragioni, non è mai decollato realmente. È allora urgente un dibattito franco e aperto, fondato su analisi accurate e orientamenti di valore precisi: il welfare va riformato per adeguarlo alle domande sociali presenti e non per risparmiare.
La campagna “I diritti alzano la voce” ha organizzato per il 25 e 26 novembre a Bologna il convegno Universale e locale. Istituzioni e Terzo Settore insieme per un nuovo welfare, proprio per contribuire a rilanciare la discussione pubblica sul senso e gli assetti del welfare oggi. Non possiamo lasciare che la discussione sia portata avanti solo dai politici, dagli economisti, dagli editorialisti delle principali testate e dai centri studi dei gruppi più forti. È necessario che le organizzazioni del Terzo Settore mettano a punto una propria, forte posizione.
Questa riflessione non la faremo da soli, ma insieme – prima di tutto – alle Istituzioni, alle Regioni e agli Enti Locali. Il nuovo welfare, e in particolare un nuovo welfare locale, potrà essere pensato e realizzato – a nostro avviso – solo coinvolgendo tutti gli attori che, sul territorio, si battono in modo prioritario per il benessere sociale e la tutela dei diritti.
Ma occorre anche coinvolgere alcuni esperti che sottolineano i nostri stessi problemi, condividono con noi una visione del welfare che non sia quel “meno stato, più società”, che pare in realtà danneggiare, prima di tutto, proprio la società, abbandonata a se stessa in un momento di giganteschi cambiamenti epocali.
Per noi il welfare deve mantenere il suo requisito di universalità e declinarsi operativamente su base locale, costruendo sistemi a responsabilità pubblica in cui i diversi attori esercitino, con pari dignità, il ruolo che compete loro.
Per questo chiediamo a tutti gli operatori, i volontari, le persone che interagiscono con le nostre organizzazioni e reti di venire a Bologna, di partecipare al convegno: se non saremo in grado di elaborare analisi e dare risposte, altri lo faranno per noi! 

I promotori della campagna “I diritti alzano la voce”

Il programma del convegno di Bologna e tutte le ulteriori informazioni sono disponibili cliccando qui.
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