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Crediamo nel Servizio Civile, nonostante tutto

Tantei volti di giovaniNonostante la grave crisi in cui versa il Servizio Civile e l’evidente disinteresse da parte del Governo che – incurante delle reiterate richieste degli Enti e dell’alto numero di domande da parte dei giovani – si ostina a diminuirne i finanziamenti, introducendo e finanziando però la cosiddetta “mini-naja”*, la CNESC (Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile) – cui aderiscono le principali organizzazioni italiane che si avvalgono di questo istituto – si ostina a celebrare il 15 dicembre, giorno in cui venne approvata la prima Legge (la 772/72) sull’Obiezione di Coscienza e il Servizio Civile.

«Noi – dichiara Primo Di Blasio, presidente della CNESC – crediamo nel Servizio Civile come diritto per i giovani, come esperienza di crescita umana e professionale, di cittadinanza attiva, di difesa della patria non armata e nonviolenta, di impegno per la pace. Per questo abbiamo deciso di consegnare al Presidente della Repubblica le migliaia di firme raccolte con le petizioni a difesa del Servizio Civile e, con esse, tutte le nostre preoccupazioni, il nostro disagio, ma, soprattutto il futuro dei nostri giovani». (P.S.)

*Con le parole mini-naja, si fa riferimento al Progetto Vivi le Forze Armate. Militare per tre settimane, iniziativa voluta dal Ministero della Difesa, che prevede per il triennio 2010-2012 l’organizzazione in via sperimentale di corsi di formazione a carattere teorico-pratico presso i reparti delle Forze armate, di durata non superiore a tre settimane.

Per ulteriori informazioni: CNESC, c/o Caritas Italiana, tel. 06 66177001, serviziocivile@caritasitaliana.it (Ufficio Stampa, tel.347 3802307).
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