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Un corpo con cui imparare di nuovo a vivere

Alessandro Bergonzoni, testimonial «storico» degli Amici di Luca e della Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna, di fronte alla quale è qui fotografatoMusiche, parole, immagini per riflettere sul cambiamento e sulla trasformazione, sul ritrovarsi all’improvviso in un corpo diverso, un corpo con cui imparare di nuovo a vivere, un corpo da accettare e da far accettare. Sarà un insieme di ingredienti la serata di mercoledì 9 febbraio a Bologna (Teatro Duse, Via Cartoleria, 42), denominata Vivo e vegeto, ma soprattutto vivo, promossa dall’Associazione Gli Amici di Luca nell’ambito della prima Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi, recentemente decretata – per il 9 febbraio, appunto – dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministero della Salute.
L’evento sarà introdotto da Maria Vaccari e Fulvio De Nigris, genitori di Luca e rispettivamente presidente degli Amici di Luca e direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma della stessa Associazione. Dal canto suo, il noto attore Alessandro Bergonzoni, testimonial storico della Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna, interverrà con i temi a lui cari e che costituiscono l’ossatura di un lavoro che ormai da tredici anni conduce con Gli Amici di Luca, nell’ambito, ad esempio, della Giornata Nazionale dei Risvegli per la Ricerca sul Coma – Vale la Pena, del 7 ottobre, giorno in cui Luca De Nigris si svegliò dal coma.
A chiudere, la Compagnia Teatrale Gli Amici di Luca – formata da persone con esiti di coma, operatori e volontari – proporrà lo spettacolo Metamorfosi, per la regia di Antonio Viganò, inframmezzato da Testimonianze (lette dagli attori) di persone che hanno vissuto o vivono attualmente il problema.

«Sarà una serata – spiega Alessandro Bergonzoni – per rivolgersi anche ai comabili, ai non coinvolti, a coloro che non c’entrano e si avvicinano a questa tematica e che, finché non vengono toccati da essa, ne sono fuori. Non per un senso di sfortuna, ma per capire come tutto questo viene visto dalla maggior parte delle persone: il non mi tocca. Lo stato vegetativo è come un aereo a due piani pieno di passeggeri che necessita di una pista di molti chilometri per atterrare. Noi cerchiamo di costruire queste piste, molto abbiamo fatto, ma sono ancora troppo corte: questi temi atterrano, toccano e risalgono, non fanno scendere nulla perché non hanno spazio per atterrare…».
«Questo evento – dichiara dal canto suo Fulvio De Nigris – non dovrà dividere. Infatti, la Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi può essere un’occasione per costruire e rappresentare chi si batte per la normalità nella malattia. Di tutto questo, del percorso di riabilitazione al domicilio, della quotidianità delle famiglie nella convivenza con la malattia, spesso i giornali non parlano ed è difficile far emergere il disagio e la sofferenza di questa condizione perché forse ancora ci  fa paura. Ho provato nei giorni scorsi ad invitare Beppino Englaro a questa serata, ho avuto da lui un diniego cortese che ho capito e che rispetto [anche il nostro sito ha ripreso lo scambio di corrispondenza tra De Nigris ed Englaro. Se ne legga cliccando qui e qui, N.d.R.]. Al di là delle differenza di vedute, al di là di ideologismi e contrapposizioni, credo che tutti dovremmo concentrare i nostri sguardi sulle problematiche di queste famiglie. I media potrebbero aiutarci ad affrontare queste tematiche diffondendole per una maggiore discussione. Il nostro lavoro è teso a salvaguardare i diritti di queste minoranze, al riconoscimento dei loro stili di vita, per costruire un’Italia diversa che guardi alla diversità. Il rispetto che dobbiamo avere per queste persone non deve distoglierci dalla battaglia da compiere per far valere i loro diritti in un coordinamento tra Governo e Regioni, per linee guida omogenee su tutto il territorio nazionale, per risorse economiche che riescano a migliorare la loro qualità di vita e il loro percorso di cura, mai in solitudine».
«I ragazzi della Compagnia Teatrale Gli Amici di Luca – conclude De Nigris – che hanno attraversato il coma e hanno avuto la possibilità di uscire dallo stato vegetativo per raccontarci la loro esperienza, costituiscono una bella speranza che ci deve anche aiutare a comprendere quelle famiglie che hanno creduto in un risveglio che purtroppo non si è avverato. Noi siamo anche con quelle famiglie del “risveglio negato”, per dare un sostegno concreto nel miglioramento della loro condizione di vita».

Per quanto riguarda infine la Compagnia degli Amici di Luca, essa – come detto – è composta da persone con esiti di coma, operatori e volontari ed è nata a Bologna nel maggio del 2003, all’interno del laboratorio espressivo permanente creato dagli Amici di Luca nella Casa dei Risvegli Luca De Nigris, con l’obiettivo di utilizzare il teatro come strumento di riabilitazione e integrazione socialeMetamorfosi è il sesto spettacolo della compagnia, che in questi anni ne ha realizzati e rappresentati altri cinque in numerose città italiane (se ne legga nel nostro sito l’ampio servizio raggiungibile cliccando qui).
«Metamorfosi – spiega il regista Antonio Viganò – non è solo il titolo dello spettacolo, ma è il tema di un percorso lungo quasi un anno. Nel lavoro mostriamo infatti le riflessioni e le interrogazioni che il testo di Kafka ci ha suggerito insieme alle risposte e alle nuove domande che gli attori hanno avuto e restituito producendo parole, scritti, movimenti, gesti. Incontriamo il pubblico per mostrare loro grumi di emozioni, bolle drammaturgiche, pezzi isolati di un puzzle non ancora completamente assemblato. Un lavoro su vari testi che con Stefano Masotti abbiamo usato, rivisitato, ricostruito, smontato e rimontato. Cerchiamo non solo di interrogare noi stessi, ma intere città, territori ampi con le loro varie espressioni artistiche, i suoi uomini di cultura, letterati, artisti, affinché ci regalino come loro vedono, interpretano, si immaginano questo tema così grande che si chiama metamorfosi». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Gli Amici di Luca, tel. 051 6494570, amicidiluca@tin.it.
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