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Tutti i problemi irrisolti dell’inclusione scolastica

«Nonostante il tempo trascorso dalla ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, avvenuta con la Legge 18 del 2009 e l’insediamento dell’Osservatorio Nazionale sul monitoraggio della stessa, rimangono ancora irrisolti molti problemi che afferiscono all’inclusione scolastica degli alunni disabili».
Lo hanno scritto, in una lettera congiunta indirizzata a Mariastella Gelmini, ministro della Pubblica Istruzione, Pietro Barbieri e Giovanni Pagano, presidenti rispettivamente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), ovvero le organizzazioni di cui fa parte la grande maggioranza delle Associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie nel nostro Paese.

Ragazzo in carrozzina, fotografato di spalle, nel coertile di una scuolaNel chiedere quindi un incontro urgente alla stessa responsabile del Ministero, Barbieri e Pagano elencano nella lettera le varie tematiche che sono ancora ben lungi dall’aver trovato una soluzione e che sarà necessario affrontare in tale incontro, vale a dire:
«– sovraffollamento delle classi frequentate da alunni con disabilità, in contrasto con quanto disposto dall’articolo 5, comma 2 del DPR 81/09;
– acclarata indisponibilità, da parte degli operatori delle Unità Multidisciplinari delle Aziende Sanitarie Locali a far pervenire in tempi utili la documentazione necessaria all’inclusione scolastica e a partecipare alle riunioni dei Gruppi di Lavoro sull’Handicap;
– aggiornamento dei docenti per il sostegno, con particolare attenzione ai bisogni educativi speciali derivanti da singole tipologie di minorazioni (visive, uditive, intellettive, relazionali ecc.);
– abolizione delle aree disciplinari per il sostegno nelle scuole superiori e istituzione di una nuova classe di concorso per tali docenti, divisa per ordini di scuola;
– inosservanza dell’obbligo di formazione in servizio dei docenti curricolari, in tema di didattica per l’inclusione, malgrado il pressante invito contenuto nelle Linee Guida diramate dal Ministero [Linee Guida per l’Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità del 9 agosto 2009, N.d.R.];
– formazione di gruppi di soli alunni con disabilità (sedicenti laboratori), che ripristinano di fatto le classi differenziali e speciali, nonostante il divieto previsto dalle citate Linee Guida;
– contrazione del numero e della qualità degli assistenti per l’autonomia e la comunicazione da parte degli Enti Locali, a causa dei tagli finanziari;
– assenze scolastiche di alunni con disabilità gravi, cagionevoli di salute, ai fini della validità dell’anno scolastico (previsione di norme in deroga);
– discontinuità didattica dei docenti per il sostegno a causa di contratti di lavoro annuali che creano gravissimo disagio specie agli alunni con disabilità intellettive e relazionali;
– formazione iniziale di tutti i docenti ed emanazione della normativa secondaria in tema di inclusione di alunni con DSA [disturbi specifici di apprendimento, N.d.R.], per quanto riguarda l’esonero dallo studio di lingue straniere».

«In merito a quanto sopra – concludono i presidenti di FISH e FAND – si reputa opportuno evidenziare  che la ricerca effettuata dal CNR per conto del Governo sul monitoraggio dell’adeguamento della normativa italiana alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, espressamente propone [l’articolo della Convenzione dedicato all'”Educazione” è il 24°, N.d.R.] una modifica sull’obbligo di formazione di tutti i docenti sulle tematiche dell’inclusione e sulla necessità di introdurre il nuovo concetto di disabilità alla luce dell’ICF dell’OMS [la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001, N.d.R.]. (S.B.)

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