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Una forte spinta e un rinnovato impegno dal Congresso della FISH a Cagliari

Il presidente della FISH Sardegna Alfio DesogusNel fine settimana del 19 e 20 marzo, si svolgerà a Cagliari il Congresso Nazionale della FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, ove si riferisce anche della premiazione del Concorso Le chiavi di Scuola, N.d.R.]. Nella nostra città confluiranno dunque i rappresentanti delle diverse associazioni nazionali, per confrontare le esperienze, valutare il “cammino” fin qui percorso e tracciare le linee strategiche per il prossimo triennio.
Grande appuntamento, quindi, a cui la FISH Sardegna arriva preparata, avendo già svolto il Congresso Regionale delle associazioni aderenti [26 febbraio a Oristano; se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.] e a conclusione di un anno di attività intense che hanno confermato la nostra capacità di presenza e di proposta nei diversi campi della società sarda.
Il nostro contributo al qualificato dibattito dell’assise del prossimo fine settimana si nutre dell’esperienza e della validità dei traguardi raggiunti nel campo della programmazione regionale, del diritto al lavoro, della formazione professionale e dell’alta formazione.

In questi tre anni la FISH Sardegna è riuscita ad affermarsi come risorsa impegnata nell’emancipazione, per il confronto e la promozione della condivisione delle soluzioni destinate a tutti.
Come Federazione siamo ormai presenti nelle Commissioni per il Lavoro ai Disabili e nel Comitato di Sorveglianza per la Programmazione Europea. Partecipiamo a importanti progetti sull’inserimento lavorativo, sull’imprenditoria solidale e la riabilitazione, come il progetto sperimentale Superando, costituito con numerosi soggetti pubblici (Comuni, ASL 8, Università) e privati (Associazioni e Aziende).
Con la nostra proposta abbiamo incalzato il Governo Regionale sui grandi temi del diritto allo studio, della programmazione dei servizi integrati e nei servizi della riabilitazione. Abbiamo conquistato una legge che istituisce la Consulta Regionale sulle Disabilità già dal 2008 [Legge Regionale 7/08, N.d.R.], e siamo presenti nei Progetti Ad Altiora.
La cultura che ci ha ispirato è la preminenza della persona/cittadino e non la condizione di disabilità, la ricerca di leggi universali che ricomprendano la specificità e il superamento della legislazione aggiuntiva e separata dai provvedimenti rivolti alla “normalità”. In questa direzione abbiamo anche avanzato la richiesta di sostanziali modifiche ai bandi per l’imprenditoria femminile e l’imprenditoria giovanile.

Tutto bene, dunque? No. Permangono antichi e nuovi problemi che richiedono un impegno più vasto e più condiviso.
Non abbiamo mai pensato che il nostro movimento fosse una sorta di “processione trionfale” che avanza senza incontrare difficoltà e resistenze. Le nostre difficoltà, in Sardegna, derivano dal grande numero delle associazioni spesso precarie e dedite prevalentemente alle attività della quotidianità.
Vi sono difficoltà di confronto con le grandi associazioni storiche e anche difficoltà al nostro interno perché, su tematiche decisive, non vi è condivisione negli obiettivi e tra le stesse associazioni convivono forti differenziazioni culturali.
Sul tema della prevenzione e delle Malattie Rare, ad esempio, dobbiamo registrare uno stallo molto pesante perché il Piano Regionale Sanitario, ormai scaduto, non fa propria una grande questione che genera situazioni diffuse di casi di disabilità per le quali la Sardegna vanta un triste primato.
Da anni non riusciamo a porre al centro dell’attenzione il problema della necessità di avviare in Sardegna il censimento delle malattie genetiche ed ereditarie, territorialmente molto diffuse, per predisporre i Registri Regionali e contemporaneamente organizzare campagne di informazione e di sensibilizzazione per prevenire l’insorgenza di nuovi casi. 
E ancora, sul tema dei progetti personalizzati, assistiamo a vere e proprie discriminazioni che richiederebbero una mobilitazione ampia e robusta che passasse attraverso la più convinta partecipazione delle associazioni storiche. In questa vicenda, pur avendo organizzato una manifestazione che ha portato i disabili sotto i portici del Consiglio Regionale della Sardegna, la FISH Sardegna non è riuscita a contrastare le discriminazioni e le clamorose ingiustizie da anni praticate e aggravate dall’attuale Giunta.

L’altro grande tema – quello della partecipazione -, che abbiamo posto da anni all’opinione pubblica e rilanciato nel Convegno organizzato nell’ottobre scorso a Sassari sulla Convenzione ONU e i diritti delle persone con disabilità [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.], e che ritenevamo, forse frettolosamente, aver conquistato, con l’istituzione della citata Consulta Regionale, dimostra ancora fragilità e scarsa condivisione.
Il mutato clima politico-culturale e l’autoattribuzione della rappresentanza e dei vecchi approcci esclusivistici hanno minato la forza e il sostegno che sosteneva la Legge Regionale 7 del 2008. Infatti, quella norma istitutiva della Conferenza e della Consulta sulle Disabilità incontra tuttora resistenze e ostacoli trasversali, soprattutto da parte di chi non rinuncia al ruolo esclusivo della rappresentanza.
Siamo arrivati a un passo dallo svolgimento della Conferenza Regionale per la costituzione della Consulta, ma, ancora una volta, dobbiamo assistere a nuovi e non disinteressati “approfondimenti”.
Una grande conquista che tuttora potrebbe essere di esempio in Italia rischia dunque di finire nei cassetti delle decisioni mancate e nei meandri dei rinvii. A ben valutare, infatti, siamo in presenza di una situazione di ulteriore rinvio sine die, che si pone tra chi, ai diversi livelli del potere regionale, intende mantenere l’accentramento del potere stesso, l’indeterminatezza della rappresentanza nelle fasi di governo e chi, intendendo farsi carico del proprio destino e delle risposte utili, opera per dare un contributo nell’interesse di tutti.
Per raggiungere questo obiettivo strategico – vera e propria conquista politico-culturale, per la sua caratterizzazione rispetto alle tradizionali Consulte – serve pertanto una forte e rinnovata convinzione e una nuova volontà di contare. Sarebbe controproducente attendere gli eventi o, peggio ancora, aspettare la solidarietà esterna e penosa della bonomia, dell’incoraggiamento caritatevole e di circostanza. Occorre dare fondo a tutte le nostre capacità, per costruire una rete di presenze, di convinzioni e di alleanze. Se riuscisse questa impresa, potremo dire che i diritti sono più vicini e soprattutto più nostri.

In questa direzione, dunque, ci aspettiamo molto dal Congresso Nazionale della FISH dei prossimi giorni a Cagliari. Ci aspettiamo una forte spinta e un rinnovato impegno per riprendere il nostro cammino, rafforzati nelle convinzioni, nella rete organizzativa e nella proposta.
Buon lavoro e buona permanenza in  Sardegna!

*Presidente della FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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