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Nuovi criteri diagnostici di McDonald per la sclerosi multipla

Chris H. Polman dell'Università di Amsterdam coordina il Comitato Europeo per la cura e la ricerca nella sclerosi multiplaUn comitato internazionale ha rivisto e semplificato i cosiddetti “criteri di McDonald“, impiegati per diagnosticare la sclerosi multipla. Tali criteri sono stati pubblicati sul numero di febbraio della rivista «Annals of Neurology» e incorporano i nuovi dati che dovrebbero accelerare la diagnosi senza compromettere la precisione. In seguito a tale pubblicazione, verranno preparati materiali specifici da distribuire ai neurologi che si occupano di sclerosi multipla, per aiutarli ad applicare nella pratica clinica i suddetti criteri.
A tale revisione hanno partecipato i membri del gruppo di esperti internazionali per la diagnosi della malattia, organizzato e sostenuto dall’Associazione Americana per la sclerosi multipla e il Comitato Europeo per la cura e la ricerca nella stessa, entrambi coordinati da Chris H. Polman dell’Università di Amsterdam.

L’obiettivo principale della prima versione dei criteri diagnostici di McDonald del 2001 – successivamente revisionata nel 2005 – era quello di velocizzare la diagnosi senza comprometterne l’accuratezza e quindi rendere la conferma della diagnosi stessa più sicura, oltre che più rapida.
La diagnosi di sclerosi multipla – va detto – è un processo in parte soggettivo, con il neurologo che deve mettere insieme i vari esami clinici e di laboratorio per poter completare un percorso che porta alle conclusioni. Oggi, infatti, ancora non esiste un unico esame specifico che permetta di fare diagnosi di sclerosi multipla e la chiave di essa rimane la dimostrazione oggettiva della disseminazione nello spazio e nel tempo delle lesioni, requisito che viene mantenuto anche negli attuali criteri.
In particolare nella nuova revisione è stata posta maggiore attenzione alla diagnosi della sindrome clinicamente isolata (CIS) o in quelle situazioni che presentano sintomi compatibili con una malattia infiammatoria demielinizzante del sistema nervoso centrale. Inoltre il gruppo di lavoro ha considerato l’applicazione di questi  criteri all’interno di popolazioni specifiche, come nel caso della sclerosi multipla pediatrica e nelle popolazioni asiatiche e latino-americane. I ricercatori hanno concluso che i criteri, così come sono stati rinnovati oggi, possono essere applicati alla maggior parte di queste popolazioni, fornendo anche consigli pratici agli addetti ai lavori su come meglio impiegarli e su quali esami sono indicati per arrivare a una corretta diagnosi.

Nella versione precedente, le linee guida avevano evidenziato l’utilità della risonanza magnetica (RM), allo scopo di dimostrare la disseminazione spazio e tempo, mentre la presente revisione ha incorporato anche le indicazioni fornite dal Gruppo Europeo di studio MAGNIMS [Gruppo Internazionale Europeo di Neuro Immagine, N.d.R.] e in particolare che:
– la diffusione nel tempo può essere dimostrata da un nuova lesione detta T2 o da lesioni captanti l’elemento gadolinio alla risonanza magnetica in un controllo successivo confrontato con RM di base, indipendentemente da quando la RM basale sia stata ottenuta;
– la diffusione nello spazio può essere dimostrata con almeno una lesione T2 in almeno due delle quattro aree del sistema nervoso centrale: midollo spinale, zona periventricolare, iuxtacorticale e sottotentoriale. Queste lesioni non devono captare il gadolinio.
Inoltre, nel caso di diagnosi di sclerosi multipla primariamente progressiva, oltre a  rimanere valide le indicazioni date dai precedenti criteri diagnostici, sono state inserite le Raccomandazioni del citato Gruppo MAGNIMS (se ne legga cliccando qui).

In conclusione l’attuale versione dei criteri diagnostici di McDonald dovrebbe accelerare e rendere più facile e certa la diagnosi di sclerosi multipla.
Così come per i precedenti criteri, anche questi saranno naturalmente oggetto di studio per poterli migliorare sempre di più. Inoltre il presente lavoro sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per identificare marcatori biologici della sclerosi multipla e delle sue varie forme.

*Ufficio Stampa AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla).

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