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Un Piano Straordinario per il lavoro delle persone con disabilità

Nina Daita, responsabile delle Politiche per la Disabilità della CGIL Nazionale«La CGIL esprime forte preoccupazione per l’incertezza del nostro futuro e per la precarietà del nostro Stato Sociale, e al fine di garantire una migliore inclusione sociale, per cercare di aumentare il tasso di occupazione di donne e uomini con disabilità, chiede al Governo un Piano Straordinario sul lavoro delle persone con disabilità, ovvero una svolta che veda la capacità di trasformare una situazione drammatica in una straordinaria opportunità per gettare le basi di un cambiamento che unisca e non divida le persone, la società e il Paese, attraverso una forte spinta al senso della solidarietà umana e del civismo collettivo».
Sono parole di Nina Daita, responsabile delle Politiche per la Disabilità della CGIL Nazionale, pronunciate in apertura di un convegno promosso il 27 aprile a Roma dal sindacato, con la partecipazione delle principali organizzazioni del settore. Titolo dell’incontro: Innanzitutto persone. La disabilità è solo una difficoltà in più: diversamente abili ma ugualmente cittadini. Da segnalare anche, tra gli altri relatori, Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e Giovanni Pagano, presidente della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), mentre le conclusioni della giornata sono state affidate al segretario generale della CGIL Susanna Camusso.

«Il Piano sul Lavoro per le persone con disabilità – ha aggiunto Daita – vuole restituire protagonismo al lavoro e alle imprese, dando il giusto peso alle normative; le leggi sul collocamento delle persone con disabilità vanno infatti rispettate e non vissute come un fastidioso freno alla libertà d’impresa e allo sviluppo».
La preoccupazione della CGIL e delle tante associazioni che si occupano di disabilità sembra del tutto giustificata, a causa del vistoso peggioramento della situazione generale e di quella specificamente riguardante il settore.
Qualche dato, diviso in dieci punti, così come elencati dall’Ufficio Politiche per la Disabilità della CGIL, potrà essere illuminante.

«1) Nell’ultima Relazione al Parlamento sull’applicazione della Legge 68/99 (Norme per i diritti al lavoro dei disabili), per la prima volta le assunzioni dei lavoratori disabili con i contratti a tempo determinato hanno superato le assunzioni dei lavoratori disabili con contratti a tempo indeterminato.
2)
Sempre da quella stessa Relazione emerge un quadro allarmante in tema di occupazione e di applicazione della citata Legge 68. Gli iscritti al collocamento, infatti, sono 768.390 a fronte di 230.000 occupati. Da rilevare inoltre che il maggior numero di avviamenti è avvenuto attraverso lo strumento della convenzione (49%) e che gli avviamenti nominativi rappresentano il 41,9%, vanificando così la quota dell’avvio numerico previsto dalla legge.
3) I tagli alle politiche sociali, l’assenza di risorse finanziarie e di strumenti incisivi, la mancanza di una politica sul lavoro, fanno ricadere la crisi sulle famiglie e conseguentemente sui sistemi di protezione sociale che hanno sempre meno risorse necessarie per svolgere il loro ruolo di “stabilizzatori” degli effetti della crisi economica e sociale.
4) Il Governo ha azzerato il Fondo per le Non Autosufficienze.
5) In una dichiarazione, il ministro dell’Economia Tremonti ha parlato di «lacci e lacciuoli per le imprese» ed è presumibile che tra questi lacci e lacciuoli ci si possa riferire anche alla Legge 68.
6) In questo contesto si inserisce ad arte la campagna contro i falsi invalidi, con il Governo che cerca consenso nell’opinione pubblica, quasi a voler dire “tagliamo perché questi sono falsi invalidi con poca voglia di lavorare, quasi parassiti dell’assistenzialismo”, giustificando così i sacrifici economici richiesti ai più deboli e alle loro famiglie. Si tratta di una campagna mediatica molto rumorosa sui falsi invalidi, rispetto alla quale non si può non ricordare il finto stupore e la finta angoscia del ministro Tremonti nei suoi interventi pubblici e televisivi sul numero enorme di 3 milioni di disabili nel nostro Paese e sulla necessità di “tagliare i rami secchi”.
7) Negli ultimi due anni il Governo ha sfornato un’altra serie di provvedimenti contro le persone con disabilità: l’articolo 14 del primo provvedimento di Sacconi [il riferimento è al Decreto Legge 112/08, convertito nella Legge 133/08, applicativo dell’articolo 14 del Decrto Legislativo 276/03 su “Cooperative sociali e inserimento lavorativo dei lavoratori svantaggiati”, N.d.R.]; il ministro Brunetta contro i permessi lavorativi fissati dalla Legge 104/92; la revisione delle percentuali di invalidità che ha portato migliaia di persone con disabilità in piazza; i tagli alla riabilitazione e al sostegno scolastico (oramai si va a scuola con le sentenze dei giudici!); i tagli al trasporto locale.
8) Il Fondo Nazionale per l’Occupazione dei Disabili è stato decurtato di oltre il 40%, passando da 42 milioni di euro a soli 11 milioni.
9) La politica discriminatoria è fatta anche delle vessazioni e umiliazioni che subiscono le persone con disabilità sottoposte a visite mediche assurde da parte dell’INPS, con l’unico scopo di abbassare la percentuale d’invalidità, facendo decadere il diritto a quella misera provvidenza economica di circa 252 euro mensili, legati a un reddito pro capite di circa 5.000 euro lordi annui, a prescindere dalla gravità della patologia. Dopo la visita medica, dunque, uno può restare invalido, ma “non tanto” da avere diritto alla pensione di invalidità: è facile, infatti, declassare una percentuale dal 74 a 73% e perdere quel diritto. Si rendono perciò “più poveri i già poveri”.
10) Nel novembre del 2010, infine, la Commissione Europea ha presentato il Piano d’Azione dell’Unione Europea per le Persone con Disabilità, che definisce fino al 2020 l’Atto Europeo per l’Accessibilità. Senza poi dimenticare che la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità – già ratificata dall’Europa e dall’Italia -, oltre a ribadire i diritti umani, sociali e legali di questa categoria di persone, impegna tutte le Nazioni ad adottare le misure necessarie per garantire una vita dignitosa alle persone con disabilità e alle loro famiglie». (S.B.)

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