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Piano per la Riabilitazione: segnali di dialogo dal Ministero

Trattamento riabilitativo di persona in carrozzinaAvevamo dato ampio spazio – nelle scorse settimane – alle critiche da più parti espresse, dopo l’approvazione, all’inizio di febbraio, del Piano di Indirizzo per la Riabilitazione da parte della Conferenza Stato-Regioni, documento che dovrà sostituire le precedenti Linee Guida del 1998. Lo avevamo fatto dapprima riprendendo i commenti di numerose Associazioni (se ne legga cliccando qui), successivamente pubblicando una lettera aperta di Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), in risposta ad alcune riflessioni del presidente della SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione) (se ne legga cliccando qui).

Ora registriamo con favore il primo confronto – centrato proprio su quel Piano di Indirizzo – che il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha avuto con l’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti), con Cittadinanzattiva, con la  FLI (Federazione Logopedisti Italiani) e con la stessa FISH, dopo la circostanziata richiesta che queste organizzazioni avevano fatto pervenire al Ministero.
«Le perplessità anticipate al Ministero – si legge in un comunicato della FISH – erano già note: il Piano appare già superato prima ancora di un’assai improbabile applicazione. Sembra poi che la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità sia stata completamente ignorata e che non vi sia traccia, in particolare, dei princìpi contenuti nell’articolo 26 di essa (Abilitazione e riabilitazione). Assente, infine, o quanto meno limitata la multidisciplinarietà, scarsa l’attenzione ai servizi territoriali, rischio di ospedalizzazione, insufficiente valorizzazione della formazione dei professionisti dei servizi di abilitazione e riabilitazione».

Secondo dunque le organizzazioni che hanno partecipato all’incontro, l’esito di quest’ultimo si può definire cautamente positivo, ma non del tutto soddisfacente. Lo stesso sottosegretario Martini ha per altro convenuto che i termini dei problemi posti sono condivisibili, ripercorrendo tutte le storture del nostro sistema in ambito riabilitativo.
Fra le ipotesi di lavoro più interessanti, emerse durante il confronto, l’elaborazione di un “libro nero” sul malfunzionamento del sistema riabilitativo in Italia, sorta di elenco di “cattive prassi” da evitare.
«Ancora più impegnativa e dai risvolti maggiormente operativi – si sottolinea dalla FISH – è la costruzione di un nuovo documento sui percorsi assistenziali in riabilitazione. Per questo, infatti, serve una riflessione che chiarisca, tra l’altro, l’appropriatezza della figura medica di riferimento (fisiatra per le disabilità motorie, neuropsichiatra quelle intellettive e relazionali ecc.), l’esigenza di un vero lavoro di équipe che parta dalla figura del case manager, riequilibriando le prestazioni in regime di ricovero con quelle ambulatoriali e domiciliari e centrando altri aspetti rilevanti nei processi abilitativi».

AIFI, Cittadinanzattiva, FLI e FISH hanno dunque accolto favorevolmente l’invito a una più articolata interlocuzione con il Ministero, in vista della prossima istituzione dell’Osservatorio per l’Attuazione del Piano sulla Riabilitazione. (S.B.)

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