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Alcune precisazioni dalla Compagnia MSC, su quella complicata crociera

Nave da crocieraVerso la fine di marzo – nell’articolo intitolato E per fortuna che una crociera è un viaggio di piacere… – avevamo segnalato una serie di problemi riscontrati da una coppia di nostri Lettori con disabilità, nell’intraprendere un viaggio con la Società MSC Crociere (si legga integralmente quel testo cliccando qui).
Qui riceviamo e ben volentieri pubblichiamo la replica inviata alla nostra redazione dalla stessa Società MSC Crociere.

«Abbiamo letto l’articolo e riteniamo che l’episodio sia frutto di una incomprensione. Desideriamo quindi fare alcune precisazioni, anche per sottolineare che la Compagnia osserva in modo scrupoloso tutti i recenti standard normativi internazionali in materia di sicurezza e di tutela del consumatore.
La sottoscrizione del “Modulo esigenze speciali” viene perciò richiesta ai passeggeri nel loro interesse e, naturalmente, nel pieno rispetto della normativa europea. Non è un atto discriminatorio, ma al contrario è una testimonianza dell’attenzione e della cura rivolte ad ogni nostro cliente.
A bordo delle nostre navi, progettate in modo da garantire i migliori livelli qualitativi in materia di accessibilità, vengono messi a disposizione dei passeggeri disabili servizi di assistenza all’imbarco e allo sbarco, segnaletiche in Braille, sedie a rotelle, kit per non udenti e altre numerose facilities. È importante, quindi, che, fin dal momento della prenotazione, il nostro personale di bordo venga messo al corrente di eventuali esigenze speciali dei passeggeri disabili, in modo che sia preparato ad assisterli al meglio durante l’intera durata della crociera.
Per quanto riguarda il potere di sbarco dei passeggeri conferito dalla legge al Comandante di ogni nave, questo viene utilizzato solo in situazioni di particolare gravità, su parere dell’ufficiale medico di bordo, in cui le strutture sanitarie di bordo rischierebbero, per evidenti motivi logistici, di risultare inadeguate. In questi casi MSC Crociere naturalmente non abbandona i propri passeggeri a se stessi, ma li affida alle cure di strutture sanitarie di terra adeguatamente attrezzate, rimanendo sempre a fianco dei crocieristi attraverso i servizi forniti dalle agenzie marittime con cui collabora. Senza contare che i passeggeri sottoscrittori di polizza assicurativa possono inoltre contare sull’ulteriore assistenza – anche economica – dalla compagnia assicuratrice.
Ci auguriamo davvero di aver chiarito i motivi di queste procedure adottate dalla Compagnia, che ha fatto del rispetto per la clientela la sua priorità, tanto da riscuotere il consenso di milioni di crocieristi, molti dei quali – proprio come la stessa coppia di lettori che ha scritto – sono tornati più di una volta a bordo delle nostre navi».

Prendiamo naturalmente atto con piacere di tali precisazioni, oltreché della disponibilità e del rispetto dichiarato nei confronti della clientela con disabilità.
Restano per altro un paio di fatti incontrovertibili, riferiti ai punti 11.5 e 11.8 del contratto di vendita del biglietto di una Crociera MSC (titolo:
Condizioni di salute e capacità a viaggiare, visionabile cliccando qui), ove cioè si scrive rispettivamente che «La nave ha un limitato numero di cabine equipaggiate per le persone disabili. Non tutte le aeree e i servizi sono accessibili ai disabili!» e che «i passeggeri costretti all’uso della sedia a rotelle dovranno […] essere accompagnati da persona abile ad assisterli». Sul primo di questi due punti, infatti, non possiamo non riprendere quanto dichiarato nel nostro precedente articolo da Giampiero Griffo, componente dell’Esecutivo Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International), uno dei “padri italiani” della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ovvero che «l’informativa sull’accessibilità della nave e sui servizi collegati alla crociera dovrebbero essere forniti dalla Compagnia prima della prenotazione e nel caso di inaccessibilità di essi, scalati dal prezzo del biglietto, in quanto non fruibili». Sull’altro punto, invece, quello riguardante l’obbligatorietà dell’assistente, continuiamo a non capire le ragioni per cui una persona autosufficiente – pur usando la carrozzina – debba essere accompagnata da qualcun altro, se non per il fatto – appunto – che la nave non è accessibile in ogni sua parte.

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