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Serena e la sua passione per il nuoto

Serena ScipioneSpesso viene dato più spazio allo sport praticato da atleti “normodotati” e poco si parla dei tanti atleti con disabilità che eccellono nelle varie discipline sportive. Ma la passione per lo sport non dev’essere pensata come un’esigenza e un diritto dei soli “normodotati”. In Italia, infatti, abbiamo campioni, grandi campioni, che nonostante le loro imprese – sia sportive che di vita – non vengono riconosciuti come tali. La disabilità, infatti, è un varco superabile, un limite che non è impossibile annientare.

Serena Scipione, campionessa di nuoto, lo fa dedicandosi appunto allo sport e vivendo parte del suo tempo ad allenarsi in piscina. Questa atleta, di soli 22 anni, ha già vinto ben sedici medaglie in pochissimo tempo. All’inizio la sua era solo un’attività utile al mantenimento del fisico, ma da circa quattro anni per lei il nuoto è diventato una disciplina praticata a livello agonistico.
Diplomata al liceo scientifico, Serena vive con la propria famiglia a Civitavecchia (Roma) e si allena ben cinque volte alla settimana per due ore al giorno. Nonostante l’handicap fisico [è affetta da artrogriposi multipla congenita, che dalla nascita non le consente la perfetta flessione degli arti inferiori e la perfetta rotazione di quelli superiori, N.d.R.], conduce una vita fatta di interessi e di svago che condivide e che fa combaciare con l’amore per il nuoto.
Per la giovane atleta le prime medaglie arrivarono nel 2009 a Reggio Emilia, quando ottenne nella sua categoria alcuni ori ai Campionati Assoluti Estivi Italiani. A quelle vittorie ne seguirono tante altre, fino alle ultime di quest’anno, con l’oro ai 100 e 200 stile libero agli Assoluti Invernali di Portici, presso Napoli.

È una vita piena di emozioni, quella di Serena, estesa anche al mondo digitale, in quanto è conduttrice di una rubrica attiva su Ability Channel, una web tv sulla disabilità ideata da Michelangelo Gratton e sostenuta dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP).
La sua voglia di sport, unita a tutte le altre storie di successo, è un esempio di vittoria sui tanti pregiudizi della società e può dare certamente un impulso positivo alle tante persone con disabilità che vogliano affrontare il mondo dello sport. (S.B.)

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