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Una ricerca sull’associazione tra spettro autistico ed epilessia

Bimbo sullo sfondo, con le mani aperte. In primo piano un puzzleIl disturbo dello spettro autistico associato all’epilessia nei bambini: parte dall’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa) uno studio che ha l’obiettivo di individuarne le cause genetiche, per migliorare la diagnosi e operare scelte farmacologiche mirate, tra quelle a disposizione.
Il progetto – finanziato da Telethon – è stato presentato nei giorni scorsi da Federico Sicca, clinico e ricercatore dello Stella Maris e si avvale del lavoro congiunto del suo team (Filippo Maria Santorelli, Medicina Molecolare e Filippo Muratori, Psichiatria dello Sviluppo), di quello di Mauro Pessia dell’Università di Perugia (Dipartimento di Medicina Interna), di Elena Ambrosini dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma e di Renzo Guerrini dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze (Clinica di Neurologia Pediatrica).

La ricerca – che si svilupperà in tre anni – rappresenta l’evoluzione di un precedente studio già condotto da Sicca, che dichiara: «Pensiamo che l’associazione del disturbo dello spettro autistico con l’epilessia possa condividere una causa genetica comune. L’autismo e l’epilessia sono fortemente associati e questo lo si riscontra in molti studi: infatti, dal 5 al 46% delle persone con disturbo autistico hanno nella loro vita almeno una crisi epilettica, più frequentemente di quanto si osserva nella popolazione generale (0,5%-1%). Viceversa, la prevalenza di disturbi dello spettro autistico nelle persone con epilessia ha una frequenza circa cinquanta volte superiore rispetto alla popolazione generale».
Da qui, dunque, il più che fondato sospetto che possano esservi meccanismi genetici e molecolari comuni alla base delle crisi epilettiche e delle disfunzioni socio-comunicative e cognitive che caratterizzano i disturbi dello spettro autistico. Quale però la causa? L’ipotesi su cui è incentrata l’attenzione di questo progetto è il ruolo di alcuni canali ionici (canali KIR), rettificatori di ingresso del potassio, che si trovano in alcune cellule (astrociti) del cervello, il cui ruolo è importante sia sotto il profilo strutturale, sia sotto quello metabolico e per la loro attività di regolazione dell’eccitabilità neuronale e della trasmissione sinaptica.
«In parole più semplici – riprende Sicca – i canali KIR astrocitari ripuliscono lo spazio extraneuronale dall’eccesso di potassio e ciò è essenziale per la regolazione dell’eccitabilità neuronale e della funzione sinaptica. Nel nostro precedente studio, in alcuni pazienti con epilessia abbiamo trovato l’alterazione dei geni che codificano per la sub unità 4.1 dei canali KIR. L’ipotesi è pertanto che queste mutazioni genetiche possano essere all’origine del disturbo dello spettro autistico associato all’epilessia».

In conclusione, lo studio si pone come obiettivi quelli di allargare la casistica su un campione più ampio di bambini con queste patologie associate, di valutarne tutti gli aspetti clinici e comportamentali, di studiarne il DNA e in particolare tre canali KIR (4.1, 5.1, 2.1), oltreché di fare un’approfondita valutazione dal punto di vista funzionale dell’alterazione genetica su modelli cellulari e animali.
«Genereremo una linea di topi geneticamente modificati (knock-in) – conclude il responsabile della ricerca – che presentino la mutazione ritenuta più significativa, così da studiarli a 360 gradi (comportamentale, epilettologico, elettroencefalografico e cellulare), con l’obiettivo di trovare farmaci mirati, tra quelli disponibili, capaci di agire sul difetto del canale e quindi di dare una risposta terapeutica davvero efficace ai bambini coinvolti in questi problemi». (Roberta Rezoalli)

Per ulteriori informazioni: r.rezoalli@gmail.com.
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