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Sul Titanic resteranno gli anziani, i disabili e le famiglie

Cresce la cosiddetta «forbice sociale», tra chi ha di più e chi ha di meno«Questa manovra è un ennesimo tentativo emergenziale per coprire un deficit finanziario, ma continua a non intervenire sui problemi del nostro sistema economico e non fornisce contributi per l’uscita da una condizione di forte insicurezza sociale»: non è certo tenero il giudizio del Forum del Terzo Settore sulla Manovra Correttiva 2011-2014, approvata il 15 luglio scorso (Legge 111/11).
«In un momento in cui ai Cittadini viene richiesta una forte assunzione di responsabilità – prosegue infatti la nota del Forum -, i tagli lineari vanno a colpire in maniera indifferenziata, penalizzando in particolare i più deboli che si trovano a pagare le conseguenze più gravi di questa crisi. La “forbice sociale” sta aumentando, anziché diminuire. E la coesione sociale del nostro Paese sta per saltare, mentre la dialettica politica di maggioranza e opposizione sembra non tener conto del bene del nostro Paese».
«Proprio in un momento come questo – prosegue il comunicato – il Paese dovrebbe invece ricevere segnali di rassicurazione e azioni di sostegno reale per quanti stanno subendo gli effetti più pesanti della crisi e in modo particolare dev’essere supportao il ruolo delle organizzazioni sociali del Terzo Settore».
Il Forum lancia dunque un appello alle altre parti sociali perché condividano un percorso comune e chiede al Governo che quanto prima venga convocato un tavolo di confronto per affrontare insieme gli effetti della Manovra.
«Crediamo che i costi della Manovra – conclude la nota – debbano essere sostenuti da chi ha maggiormente guadagnato dalla rendita finanziaria, attraverso la ridefinizione del modello di Difesa, e quindi una contrazione delle spese militari, un’azione decisa di contrasto all’evasione fiscale e una razionalizzazione dei costi del sistema istituzionale».

Ancor più dura – se possibile – è l’opinione espressa dall’Auser, la principale organizzazione italiana impegnata sul fronte della terza età, per la quale il presidente Michele Mangano dichiara che «questa Manovra non solo è iniqua, ma è sbagliata, perché ha una forte natura recessiva, colpisce i più deboli e risparmia i privilegi dei più forti e delle caste, prima fra tutte quella della politica. Sul “Titanic” che rischia di affondare [Mangano si riferisce alle parole del ministro Tremonti, in sede di presentazione della Manovra, N.d.R.], ci saranno solo le famiglie, gli anziani, i pensionati, i giovani. Sulle “scialuppe di salvataggio”, al sicuro, sono già saliti quelli della “prima classe”, la casta di una politica corrotta e collusa che per l’ennesima volta impone a tutti gli altri di fare sacrifici e salva se stessa, spudoratamente senza ritegno: è proprio questo, infatti, l’aspetto più disgustoso di questa Manovra, i tagli ai costi della politica limitati a una ridicola quota di 8 milioni di euro, neanche il solletico. Una beffa sulla pelle dei  milioni di Cittadini a cui si chiede di portare la croce».
«Questo provvedimento  – conclude Mangano – colpirà pesantemente le fasce di popolazione già duramente appesantite dalla crisi in atto, gli anziani, i pensionati, le famiglie, i disabili, Cittadini che saranno costretti a dure rinunce sulla salute, sui consumi, sulla propria vita e il proprio futuro. Che dovranno fare i conti con le riduzioni o peggio con le cancellazioni dei servizi sociali a seguito del nuovo pesante taglio di 9 miliardi di euro imposto alle Regioni e agli Enti Locali. E c’è anche il rischio reale che sulle spalle del volontariato, in particolare quello esercitato al servizio della persona, si scarichino sempre di più ruoli sostitutivi e di totale supplenza. Un arretramento che non condividiamo». (S.B.)

Sui temi qui trattati, suggeriamo anche la lettura – sempre nel nostro sito – di: Questa «Manovra della paura» è una «bomba ad orologeria»! (cliccare qui), Le «correzioni» di quella Manovra sono assai nocive (cliccare qui), I conti non tornano proprio! (di Marina Cometto, cliccare qui) e Arroccati a difesa dell’esistente (di Franco Bomprezzi, cliccare qui).
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