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È sempre il Friuli Venezia Giulia la «capitale» italiana delle Classificazioni

Realizzazione grafica che modifica il celebre «Uomo vitruviano» di Leonardo da VinciPer la seconda volta consecutiva l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha scelto il Friuli Venezia Giulia come Centro Collaboratore Italiano per le Classificazioni Internazionali – vale a dire l’ICD, per le malattie, e l’ICF, la ben nota Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, definita nel 2001 – unico in Italia insieme alle altre undici strutture che nel mondo ricoprono questo ruolo.
Era già successo nel 2007 – come avevamo ampiamente riferito in più occasioni nel nostro sito (se ne legga ad esempio cliccando qui) – e ora l’OMS ha riconfermato appunto per altri quattro anni la collaborazione, riconoscendone la validità tecnico-scientifica, oltre naturalmente al valore e alla qualità dei progetti portati a termine o ancora in corso.
L’attuale Centro è parte integrante della Direzione Centrale della Salute Regionale e fa riferimento all’Azienda per i Servizi Sanitari 5 Bassa Friulana, con sede a Udine, da dove gestisce anche – per conto del Ministero della Salute – il Portale Italiano delle Classificazioni (raggiungibile cliccando qui).

«In ambito di ICD – ha spiegato al quotidiano “Il Gazzettino” Lucilla Frattura, coordinatrice della struttura – il Centro contribuisce quotidianamente a costruire i “mattoni linguistici” dei sistemi informativi della sanità, operando per la standardizzazione internazionale dei nomi delle malattie e delle loro definizioni con codici universali. Lo stesso processo viene applicato rispetto alla disabilità, per attivare il linguaggio ICF nella definizione e valutazione dela stessa, oltreché nella costruzione di protocolli di assistenza anche personalizzati».
Va ricordato in tal senso che da tre anni, in Friuli Venezia Giulia, il Centro sta lavorando per definire il Protocollo Regionale della Disabilità, attuando una sperimentazione che riguarda tutte le Aziende per i Servizi Sanitari e coinvolgendo all’interno di queste duecento operatori e altrettante persone con disabilità consenzienti. «Stiamo mettendo a punto – ha precisato Frattura – le modalità con cui valutare lo stato della disabilità e definire così al meglio i progetti personalizzati da parte di équipe multiprofessionali. Il Centro coordina questo lavoro, fornisce assistenza tecnica e metodologica, forma gli operatori all’uso del linguaggio ICF e monitora le attività previste, per giungere a un report conclusivo».

Da segnalare infine il coinvolgimento del Centro friulano in progetti europei e la richiesta di intervento da parte di vari Ministeri italiani, oltre all’attivazione di una rete di collaborazioni con altre istituzioni scientifiche, tra le più recenti delle quali vi è quella con il Dipartimento di Matematica e Statistica dell’Università di Udine. (S.B.)

Per ulteriori informazioni, fare riferimento al Portale Italiano delle Classificazioni (cliccare qui).
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