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Promuovere la salute mentale nell’età evolutiva

Ragazzo di profilo che si guarda allo specchioIn un ambito relativamente povero di conoscenze scientifiche qual è lo studio della malattia mentale in età evolutiva, diventa urgente stabilire quali siano i fattori di rischio, gli indicatori di patologia e le evidenze scientifiche di efficacia dei trattamenti: il tutto finalizzato allo sviluppo di modelli di prevenzione e di intervento e per alleviare il carico di sofferenza che tali disturbi esercitano sulle famiglie.
In questa prospettiva, ha preso il via nel 2008 – tra i programmi di ricerca biomedica del Ministero della Salute – il primo Programma Nazionale di Ricerca Strategica in Età Evolutiva, guidato dall’IRCCS MedeaLa Nostra Famiglia di Bosisio Parini (Lecco) e che ha coinvolto la Regione Lombardia, l’IRCCS Stella Maris di Calambrone (Pisa), l’Agenzia Sanitaria Regionale dell’Emilia Romagna e l’Istituto Superiore di Sanità.
I risultati del lavoro del network verranno presentati martedì 25 ottobre a Milano (Aula Magna dell’Università, ore 9), durante l’incontro denominato Promuovere la salute mentale nell’età evolutiva, organizzato anch’esso dall’IRCCS Medea-La Nostra Famiglia e rivolto in particolare a neuropscihiatri infantili, psicologi, terapisti della neuropsicomotricità, assistenti sociali e tutti coloro che hanno a cuore la promozione della salute mentale in età evolutiva. 
 
In particolare, durante l’incontro si farà luce:
– sui fattori di rischio biologico e psicosociale nell’insorgenza di disturbi psicopatologici esternalizzanti (aggressività, bullismo, iperattività) e internalizzanti (ansia, depressione). In tal senso l’IRCCS Medea presenterà uno studio di follow-up [controlli programmati e periodici, N.d.R.] epidemiologico attraverso diverse fasi dell’adolescenza su circa trecento ragazzi, con una rilevazione accurata di variabili comportamentali e ambientali, così come di alcuni fattori di rischio biologico/genetico;
– sulle competenze prosociali – ovvero le capacità di aiutare e prendersi cura degli altri – nel prevenire o ridurre i problemi comportamentali degli adolescenti.
Qui verranno illustrati due studi, il primo dei quali condotto su circa quattrocento studenti tra i 12 e i 14 anni nella Provincia di Roma dall’Università La Sapienza, per la valutazione di un intervento volto alla prevenzione dei problemi comportamentali attraverso la promozione delle competenze prosociali; il secondo condotto nella Regione Lombardia su più di cento adolescenti afferenti ai Servizi di Neuropsichiatria per problemi comportamentali.
Saranno presentati i risultati dell’intervento di prevenzione svolto sulla popolazione non clinica e quelli dello studio realizzato con adolescenti afferenti ai Servizi di Neuropsichiatria, allo scopo di verificare in quale misura le competenze prosociali possano contribuire ad esiti clinici più favorevoli;
– sull’epidemiologia dell’uso dei Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza. In tale ambito, ci si soffermerà sul Progetto PREMIA, che ha esaminato in dettaglio, per la prima volta, le caratteristiche strutturali e di processo, nonché i dati di attività, delle undici Unità Operative di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Emilia-Romagna.
Sono state anche valutate, su un campione rappresentativo di settecentotré pazienti in trattamento presso queste Unità e presso quella di Brescia, le caratteristiche sociodemografiche, cliniche e assistenziali del campione studiato, e sono stati messi in luce i “percorsi” seguiti per arrivare al contatto con questi servizi. I risultati di questo studio sono in stampa in riviste internazionali.
– sull’autismo. Com’è ormai noto, per una presa in carico tempestiva del bambino con autismo è necessario ridurre al massimo il gap tra diagnosi e trattamento. Per questo è stata fatta una sperimentazione in Toscana sulle modalità organizzative che possono consentire un’individuazione tempestiva del problema ed è stata compiuta una valutazione di outcome [“esiti”, N.d.R.] su bambini diagnosticati precocemente.
Sono stati inoltre valutati gli effetti sulle famiglie di questa patologia invalidante attraverso lo studio epidemiologico FABIA (FAmily Burden in Infantile Autism) sul carico familiare associato all’autismo, condotto in sei Regioni italiane e coordinato dal Reparto Salute Mentale dell’Istituto Superiore di Sanità, allo scopo di quantificare e caratterizzare il carico di sofferenza (burden) e dei bisogni delle famiglie con un figlio affetto da un disturbo dello spettro autistico e l’identificazione dei fattori demografici, socioeconomici e assistenziali associati al carico di sofferenza stesso.
Infine, sono state approntate anche delle Linee Guida per il trattamento dell’autismo, con l’obiettivo di aiutare i clinici – e quindi indirettamente anche i genitori – a identificare gli interventi utili per un outcome positivo e ridurre così l’impatto di questo disturbo sullo sviluppo globale della persona.

All’incontro di Milano interverranno tra gli altri Massimo Casciello, direttore generale della Ricerca Scientifica e Tecnologica del Ministero della Salute, Gian Vittorio Caprara, ordinario di Psicologia alla Sapienza  di Roma, Giovanni De Girolamo, direttore scientifico dell’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, Angelo Picardi, primo ricercatore presso il Reparto di Salute Mentale dell’Istituto Superiore di Sanità, Filippo Muratori, associato di Neuropsichiatria Infantile all’Università di Pisa e Massimo Molteni, coordinatore del Programma Nazionale di Ricerca Strategica in Età Evolutiva dell’IRCCS Medea. (Cristina Trombetti)

Il programma completo dell’incontro di Milano è disponibile cliccando qui. Per ulteriori informazioni: tel. 031 877384, ufficio.stampa@bp.lnf.it.
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