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Ettore e il suo martello

La copertina del catalogo della Mostra di Latina, con l'opera «Omino nel prato» di Ettore BalduzziNormalmente, quando si visita una mostra, le opere non si possono toccare, ma il 12 gennaio ho avuto il piacere di assistere all’inaugurazione di una mostra del tutto particolare, almeno per la città di Latina. Per vedere i lavori del giovane artista Ettore Balduzzi, infatti, al percorso tradizionale, in cui le opere allestite alle pareti sono illuminate da faretti, è stato affiancato un percorso tattile che permette di visitare l’esposizione “con gli occhi di Ettore”.
Ed è proprio Con gli occhi di Ettore. Al di là di ogni punto di vista il titolo della mostra ideata e realizzata dallo stesso Ettore Balduzzi e da Giuliana Bocconcello, con la cura di Silvia Sfrecola Romani, visitabile fino al 25 gennaio (ore 9.30-13 e ore 15.30-19), presso la Sala 5 della Pinacoteca Comunale, all’interno del Palazzo della Cultura in Viale Umberto I a Latina, dove è possibile pure acquistare il catalogo e vedere il video realizzato da Marianna Lanza, che ha curato anche gli scatti fotografici.

Giuliana Bocconcello è nata a Latina, dove vive e lavora. Ha iniziato il proprio percorso artistico nel 1976 ed è socia fondatrice di RARET, “Laboratorio di Cultura della terra”, oltreché presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Solidarte. Si occupa di pittura, scultura, installazioni e delle tecniche di lavorazione della terracotta e ceramica, con particolare lettura simbolica dell’argilla. Oltre a promuovere corsi nelle scuole di ogni ordine e grado, collabora con associazioni di promozione sociale della Provincia, attivando corsi di ceramica per ragazzi e adulti; svolge inoltre attività di docente nei corsi di ceramica indetti dalla Regione Lazio per persone con disabilità ed è molto attiva nell’ambito dell’associazionismo.
La sua carriera artistica – fatta di esposizioni sia in Italia che all’estero – vede, fra le tante sue opere, la realizzazione, nel 2005, di un’installazione monumentale per la città di Latina, mentre nel maggio del 2009, in occasione dell’ottantaduesima Adunata Nazionale degli Alpini, una sua opera è stata donata al Papa.

Prima di tutto, Giuliana, mi puoi dire che tipo di disabilità ha Ettore e quanti anni ha?
«Ettore compirà 19 anni il 20 febbraio prossimo. Non ha la possibilità della vista e si muove con l’ausilio della sedia con le ruote».

Come è iniziata la vostra collaborazione? E lavorate con altre persone?
«Ettore fa parte del Gruppo DAD (Diversamente Artisti Diaphorà), un gruppo di ragazzi e ragazze, circa tredici, che lavorano la ceramica nel laboratorio artistico di Diaphorà ONLUS, un’associazione formata da genitori di persone con disabilità, che ha sede a Latina in prossimità dell’ingresso del Parco di Fogliano.
Il laboratorio è stato avviato nel 2008 e lavora a diversi progetti artistici e artigianali. Un importante progetto che il gruppo sta portando avanti – in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato – è L’erbario di Fogliano, che prevede la realizzazione di impronte in terracotta delle piante arboree e arbustive presenti all’interno del parco. I DAD hanno partecipato a diverse mostre collettive e attualmente alcune loro opere sono esposte nel foyer del Teatro Moderno di Latina.
Ettore ha sempre con sé il suo martello. Sin dall’inizio dava colpi molto assordanti sopra al tavolo di lavoro: lui ha la passione di utilizzare il martello per “trasformare” tutto ciò che è a sua portata di braccia».

Come è nata l’idea della mostra e dopo quanto tempo che lavoravi con Ettore?
«Io ho pensato di fargli usare il suo martello, che già lui utilizzava forse per comunicare in qualche modo la sua presenza, il suo voler partecipare. Ho quindi iniziato con lui un percorso di conoscenza sulle possibilità di comunicazione che potevamo ricavare dall’utilizzo del martello, che è il suo braccio, la sua parola e l’azione. Questo “viaggio” di conoscenza delle possibilità e abilità è iniziato, così come per gli altri suoi compagni di laboratorio, nel 2008, appunto; l’idea della mostra, invece, ha incominciato a uscire alla fine del 2010. Un momento dell'inaugurazione della Mostra di LatinaAbbiamo iniziato a lavorare concretamente al progetto Con gli occhi di Ettore nei primissimi mesi del 2011. Nel frattempo Ettore è dovuto andare in Francia per un importante intervento alla colonna vertebrale. Al suo ritorno, la mostra ha iniziato a prendere corpo e abbiamo lavorato per tutta l’estate dello scorso anno».

Quali sono state le principali difficoltà incontrate da Ettore? E le tue?
«Le difficoltà incontrate da Ettore, all’inizio, come per tutti i frequentatori del laboratorio, sono state quelle di accettare delle regole di comportamento in un luogo di lavoro, di essere costanti nella presenza, di apprendere le tecniche utili alla lavorazione, il rispetto degli orari e, non ultime, le difficoltà legate alle possibilità individuali di poter utilizzare strumenti e attrezzi all’interno del laboratorio.
Per Ettore si è reso necessario un piano d’appoggio personalizzato e piccoli attrezzi modificati, per potergli dare la possibilità di lavorare l’argilla. Il suo martello è lo strumento che ci consente di recuperare l’argilla secca e di rilavorarla; briciole e piccoli pezzi di argilla secca che sono stati utilizzati anche per la realizzazione di tutti i suoi quadri».

Come sono stati decisi i colori delle varie opere?
Intanto dobbiamo dire che l’omino è lui [si veda qui in alto il manifesto della mostra, con l’opera intitolata Omino nel prato, N.d.R.], lui in un’emozione e/o in diversi periodi dell’anno e/o differenti situazioni (a seconda del colore dell’omino).
I colori li ha decisi tutti lui, e tutti hanno dei riferimenti ben precisi, a seconda del luogo o della situazione in cui si trovava (ovviamente nel quadro da realizzare). I colori esprimono uno stato d’animo, una situazione atmosferica… Ad esempio: primavera, carnevale, Natale, bosco, terra, buio. Giallo = sole, poco caldo, estate. Rosso = fuoco, la pelle che si scotta, il sole caldissimo, il voler bene, il cuore. Verde = odore d’erba, fresco, pioggia. Blu = acqua, freddo, pioggia fredda, mare. Bianco = neve, ghiaccio, freddo, mani fredde. Viola = piedi freddi.
Il quadro dell’invito e della copertina del catalogo ha il titolo di Omino nel prato».

Quanto tempo ha richiesto questo lavoro?
«Potremmo dire circa otto, dieci mesi».

Prevedi che questo percorso continuerà e se sì, quali potranno essere le prossime tappe?
«Me lo auguro che continui! Una tappa già programmata è la partecipazione di Ettore, insieme alla sua classe del Liceo Artistico, alla seconda edizione della Biennale di Arte Contemporanea Città di Latina – Premio Sergio Ban, 80 artisti x 80 anni, che la nostra Associazione Solidarte organizzerà nel mese di dicembre di quest’anno.
Un altro appuntamento potrebbe essere poi quello di una collettiva al Museo Tattile Statale Omero di Ancona, con il quale abbiamo iniziato una collaborazione, proprio in merito a questa mostra di Ettore».

Qualche aneddoto particolare da segnalare, durante la preparazione e/o l’organizzazione della mostra?
«Un particolare aneddoto è legato al martello di legno che Ettore aveva portato con sé a Lione e che la dogana francese gli ha sequestrato al ritorno dalla sua degenza ospedaliera. Un grandissimo problema e un grande dispiacere, anche perché era proprio il martello con il quale Ettore stava lavorando alla mostra! Poi, per fortuna, lo ha potuto riprendere in un successivo momento, in occasione di una visita di controllo».

*Testo già apparso sulla testata «ICittadini.it. Quotidiano online della provincia di Latina e del Lazio», con il titolo Con gli occhi di Ettore: una mostra particolare per Latina e qui ripreso, con lievi riadattamenti, per gentile concessione.

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