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Dietro a una pensione c’è sempre un «lavoro di squadra»

Uomo di profilo con espressione pensierosaLa vicenda dei falsi invalidi e la lettura dei dati che l’INPS ha comunicato recentemente sulle revoche delle pensioni di invalidità in Campania e a Napoli meritano un’attenzione particolare. La dimensione della truffa, che ha portato infatti a una revoca di oltre 11.839 pensioni, e la mancata presentazione negli uffici competenti di 38.859 titolari di assegni di invalidità sollevano una serie di interrogativi.
Innanzitutto la dimensione del fenomeno che, se provata – ricordiamo che a valle di ogni revoca e/o riduzione di indennità esiste la possibilità del ricorso del titolare della pensione – dimostrerebbe che ci si trova al cospetto di una vera organizzazione criminale.
La quantità di pensioni false e la diffusione geografica “particolare”, oltre a offrire un argomento solido ai rigurgiti antimeridionali, proverebbe tuttavia che dietro l'”affare falsi invalidi” si sono strutturati legami solidi tra una parte della classe politica locale, alcuni medici e funzionari amministrativi corrotti. A Napoli il quartiere Santa Lucia e la Municipalità 1, con l’arresto di un consigliere del PdL e di vari accoliti, dette la stura, diversi anni fa, alle indagini della Procura che sono proseguite efficacemente con altre inchieste.

La presenza di concentrazioni elevate di invalidi civili nella strada del quartiere di Secondigliano salda questa vergognosa vicenda a quella di santa Lucia, rendendole vischiosamente simili. La dimensione del fenomeno, che non appare circoscritta a una conventicola di quartiere, solleva innanzitutto da parte dei veri disabili, la richiesta alle massime Istituzioni Regionali, Provinciali e Cittadine di istituire una commissione d’inchiesta che faccia luce su queste inquietanti vicende.
Non è possibile che a fronte – secondo i dati presentati dall’INPS – di diverse migliaia di false pensioni di invalidità, la classe politica non debba interrogare se stessa e le sue emanazioni nel territorio; è utile per altro ricordare che dietro al conferimento di una pensione, esiste un “lavoro di squadra”, compiuto da un team di medici e amministrativi costituito da almeno due livelli e che questo lavoro di commissioni rappresenta un onere aggiuntivo per lo Stato.
Chi ha pagato questi medici e questi funzionari infedeli e chi incendia fascicoli scottanti nelle sedi comunali non deve dunque poter contare sull’indifferenza della politica. Il recupero della legalità si deve coniugare necessariamente nel nostro territorio con una presa di distanza non di facciata da parte della politica. Chi ha pagato questi medici e funzionari corrotti dev’essere certo che le sue “ore sono contate”, deve sentire il disprezzo dei veri disabili e dei loro familiari, impegnati tutti i giorni a sopravvivere.

Infine, è un vero peccato che la “grande” informazione non abbia, nei giorni scorsi, mostrato con pari evidenza i dati che il Ministero dell’Istruzione ha diramato in realazione al numero dei veri bambini con disabilità. Tutta l’Italia, infatti, avrebbe scoperto che la Campania, con i suoi 22.483 alunni disabili, rappresenta solo la nona Regione in percentuale, pur essendo la seconda come numero assoluto di alunni.
La conoscenza di questi numeri sarebbe utilissima per evitare a una classe politica informata di fare identificare la nostra Regione con i delinquenti della cricca dei falsi invalidi. La consapevolezza infatti che il rischio di confondere i falsi invalidi con i veri disabili possa legittimare le politiche di smantellamento del welfare che si stanno realizzando di questi tempi sarebbe aggiungere al danno la beffa. E di questo i disabili e le loro famiglie non ne hanno proprio bisogno.

*Presidente dell’Associazione Tutti a Scuola di Napoli.

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