- Superando.it - https://www.superando.it -

«S’aggiudu torrau» ovvero quell’aiuto reciproco

Mani intrecciateSi chiama S’aggiudu torrau (“Aiuto reciproco”) ed è un’articolazione operativa di Opportunità Solidali, iniziativa promossa dalla FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – con il contributo della Fondazione con il Sud – e destinata al sostegno delle reti associative di volontariato.
L’iniziativa – vera e propria «sfida per le associazioni e per le persone con disabilità», come efficacemente sintetizza Alfio Desogus, presidente della FISH Sardegna – prevede un incontro a Oristano, sabato 11 febbraio (sede regionale dell’AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Via Parpaglia, 42) e per presentarla, cediamo senz’altro la parola allo stesso Desogus.

Il Progetto S’aggiudu Torrau (“Aiuto reciproco”) è un’articolazione operativa e programmatica del progetto Opportunità Solidali, promosso dalla FISH Sardegna e finanziato dalla Fondazione con il Sud. L’ambito di intervento e di operatività riguarda il territorio regionale e verranno coinvolte le associazioni sarde federate che operano nell’isola. L’11 febbraio a Oristano, dunque, si incontreranno le associazioni, per intraprendere un’iniziativa che si pone innanzitutto come sfida per loro stesse e per le persone con disabilità.
Si tratta di un progetto innovativo, che assume un grande valore umano e sociale e che dovrà essere condotto con gradualità e sperimentalità, all’insegna di un requisito fondamentale: quello cioè di partecipare con la piena convinzione di poter essere utili. L’autostima – ma anche la voglia di guadagnarsi un livello diverso di autonomia – dovranno sollecitare prima di tutto l’impiego della propria disponibilità corredata da competenze. Pertanto, nella fase di avvio, verranno verificate le modalità organizzative, dando una significativa apertura alla partecipazione dei singoli Cittadini.

La sostanza progettuale di S’aggiudu torrau consiste sia nell’offerta reciproca, sia nella fruizione gratuita di prestazioni volontarie finalizzate al soddisfacimento di bisogni quotidiani e, di conseguenza, al miglioramento della qualità della vita. A questo scopo verranno messe in atto diverse strategie:
– l’attivazione di un servizio che si avvalga di un apposito sito e delle tecnologie informatiche;
– la costruzione di una rete sinergica fra risorse umane e disponibilità collettiva dei tempi.
Il modello si richiama non agli assunti dell’economia monetaria, ma a una grande tradizione della Sardegna, diffusa nell’economia agro-pastorale e denominata appunto S’aggiudu torrau (“aiuto restituito”). Un’iniziativa, tra l’altro, che sarà facilitata anche dal fatto che alcune associazioni partecipanti già operano in ambito di auto aiuto.

In sostanza, vogliamo valorizzare il capitale sociale con persone con disabilità, ma vogliamo anche sperimentare se – al di là delle azioni e delle attività specifiche – siia possibile concretizzare l’utilità che gli aderenti avranno dagli scambi. L’iniziativa tenderà perciò a creare e ad allargare una rete interassociativa e una robusta rete di relazioni interpersonali non esclusive e ristrette, puntando ad ampliare quelle esistenti all’interno delle famiglie o degli amici.
L’inclusione sociale – altra grande finalità – impone infatti l’ampliamento dell’orizzonte relazionale. Per questo si parla di Banca del Tempo, che dovrà sollecitare rinnovata disponibilità e apertura a nuove conoscenze e alla costruzione di legami di solidarietà allargata, basati sulla fiducia.
Intendiamo, quindi, attivare e produrre beni relazionali che attengono al “capitale sociale” e che rappresentano sia un patrimonio per i singoli aderenti, sia una risorsa collettiva, capace di aumentare i livelli di collaborazione, fiducia, reciprocità, impegno civico e benessere sociale.
L’autorganizzazione delle associazioni federate e dei semplici Cittadini aderenti, il ricorso alla tecnologia, la contaminazione interculturale, la valorizzazione delle competenze e delle vocazioni altrimenti inespresse, il superamento di condizioni di isolamento, solitudine, emarginazione culturale e sociale, il piacere e la gratificazione di essere utili: sono tutti elementi che possono costituire una grande innovazione, diffusa sull’antica cultura sarda della solidarietà, che è sempre più costretta a fare, fino in fondo, i conti con nuovi modelli e con moduli organizzativi tecnologici non ancora di uso comune, se non tra le giovani generazioni.
Non sarà facile, ma l’esperienza ci fornirà le indicazioni per rafforzare, consolidare ed estendere questo nuovo modello di solidarietà reciproca.

Non sfuggono d’altro canto i diversi problemi che si presenteranno, a partire dalla disponibilità dei soci a svolgere con continuità i compiti organizzativi inerenti al buon funzionamento della Banca del Tempo. Sarà pertanto opportuno creare una “segreteria” e uno staff ristretto, che farà riferimento alla FISH Sardegna e che accoglierà i nuovi utenti, creando fiducia, organizzando e animando gli scambi e tenendo la “contabilità”.
Per questi motivi e per l’esigenza di provvedere alle necessità logistiche e strumentali, la Banca del Tempo organizzerà punti di riferimento territoriali a Cagliari, Oristano, Sassari e Nuoro, ricercando il sostegno di altre associazioni ed Enti Locali perché assumano il compito di “facilitatori”.
Ci riusciremo? Il tempo ci darà le risposte e i consigli. Sicuramente possiamo già dire oggi che anche le persone con disabilità possono e vogliono costruire felicità per tutti.

Presidente della FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Per ulteriori informazioni: FISH Sardegna, tel. 070 2046198, fishsardegna@tiscali.it.
Please follow and like us:
Pin Share