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E il refrain dei falsi invalidi colpisce ancora

Uomo con le mani sul volto e un'espressione disperataCome il virus influenzale che arriva verso fine dicembre, gli annunci strepitosi sui falsi invalidi arrivano a febbraio!
Le notizie diffuse lo scorso anno in questa stagione da Antonio Mastrapasqua (presidente dell’INPS e vicepresidente di Equitalia) declamavano infatti gli entusiastici risultati della campagna 2010 di controllo su 100.000 persone: uno su quattro sarebbe stato un falso invalido. Quella dichiarazione era stata presa come oro colato, come spesso accade quanto parla l’INPS. Anzi, c’era chi ne aveva costruito una personale crociata. Uno per tutti, il capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni, che arrivava a dichiarare, a fine luglio 2011, che grazie ai controlli sui falsi invalidi, si era arrivati a recuperare un miliardo di euro, tagliando 30.000 pensioni.
Ma a parte il Reguzzoni – incappato in un evidente svarione contabile (33.000 euro per ogni falso invalido sono impossibili) – molti altri parlamentari riprendevano il verbo del presidentissimo INPS. Li ritroviamo agli Atti della Camera della seduta del 21 luglio 2011, quando vennero approvati cinque fra Ordini del Giorno e Raccomandazioni, proprio sul tema dei controlli sui “falsi invalidi”. Quattro atti su cinque partivano dichiaratamente dalla considerazione acclarata che il 24% delle persone controllate fossero falsi invalidi.

Per fortuna in Italia c’è la Corte dei Conti che fra le altre competenze ha anche quella del controllo sugli Enti, compreso il mega istituto per la previdenza sociale. È così che avendo la pazienza di leggere la relazione approvata dalla stessa Corte dei Conti, con la Determinazione n. 77 di fine 2011, scopriamo effettivamente quanti sono i falsi invalidi che l’INPS avrebbe pizzicato nel corso del 2010: su un campione di 100.350 persone, non sono state confermate 9.378 prestazioni, cioè meno del 10%. Non, quindi, il 24% dichiarato nel febbraio dello scorso anno.
Prima però che la Corte dei Conti smentisse Mastrapasqua, la bufala dell'”1 su 4″ aveva già incominciato a scricchiolare. Su interrogazione scritta, infatti, e reiterata dal deputato Reguzzoni sì, sempre lui il Ministro del Lavoro, nell’ottobre del 2011, aveva fornito le informazioni sugli effetti dei controlli: nel 2009 sono state revocate, in seguito a 200.000 controlli, 21.282 prestazioni (pensioni, assegni o indennità). Nel 2010, su circa 100.000 controlli, sono state revocate 9.801 provvidenze economiche.
Anche secondo i dati ministeriali, dunque, la percentuale delle prestazioni revocate sul totale è stata dell’11,6% nel 2009 e del 10% nel 2010 (dati del Ministero del Lavoro, ottobre 2011) e quindi il Ministro in persona smentisce ciò che aveva affermato Mastrapasqua nel febbraio precedente.
«Abbiamo revocato pensioni di invalidità per il 10%, per il 35% abbiamo modificato il giudizio sanitario. Per le revoche siamo in attesa di eventuali contenziosi». Lo dice Nori a fine settembre 2011 durante un convegno promosso dalla Confcommercio abruzzese. Mauro Nori è il direttore generale dell’INPS ed egli ritiene dunque che per le pensioni di invalidità, la quota di “falsi invalidi” sia pari al 4%. Ma come arriva a tale conclusione? Sa bene che, alla fine degli inevitabili ricorsi, l’INPS soccombe in giudizio nel 60% dei casi (Fonte: Relazione sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) per l’esercizio 2009, Corte dei Conti, Determinazione n. 84/10, p. 104).

E veniamo ad oggi. Niente meno che il «Corriere della Sera», con un articolo di Enrico Marro (lo si può leggere cliccando qui), riprende pedissequamente le nuove esternazioni del Mastrapasqua e titola a cinque colonne Pensioni di Invalidità, l’ora dei tagli. Scatta la revoca per uno su tre. Bum! Il pezzo acriticamente riprende i “dati” dell’INPS, anche quelli falsati. Ad esempio, Marro afferma che nel 2010 le visite di controllo erano state 55.200, ma dimentica di dire che tra quelle definite agli atti ve n’erano state altre 45.000 (per arrivare alle 100.350 omologate dalla Corte dei Conti e imposte dal Legislatore). Conseguentemente, a Marro risulta che le revoche nel 2010 sono state del 19,2 %… al lordo, cioè, dei ricorsi che l’INPS perderà, ma questo è un particolare che l’articolista tralascia, evidenziando invece la crescita del successo dell’Istituto, che l’anno precedente aveva beccato “solo” l’11% dei controllati. E il successo sarebbe ancora più elevato nell’anno in corso: 28,42% di revoche!
Insomma, Mastrapasqua la spara ancora più grossa dello scorso anno. Ma si affretta a precisare, il Presidente: «Voglio subito dire che qui non stiamo parlando di falsi invalidi, cioè di persone che hanno truffato lo Stato. Ma di controlli sanitari sull’evoluzione di patologie che possono migliorare in seguito, riducendo così il grado di invalidità e le prestazioni connesse». E il giornalista diligentemente riporta, non rilevando una svolta storica: non esistono più i “falsi invalidi”, ma solo “invalidi migliorati”!
Come mai Mastrapasqua prudenzialmente precisa…? E come mai questa precisazione viene anche riportata in testa alla tabellona ad effetto del Corriere? Cortesia? Sensibilità? Conoscenza dei casi umani? Niente di tutto questo. Il vero motivo è come è stato costruito il campione dei “controllandi” per il 2011!
Infatti, siccome la percentuale di “successo” dell’INPS (leggasi revoche) era in evidente calo, e l’Istituto deve portare comunque risultati, con il Messaggio n. 6763 del 16 marzo 2011, fissa, fuori da ogni controllo normativo, alcuni criteri aggiuntivi per allargare il campione dei controllati.
L’INPS individua in tal senso un nuovo, diverso e più ampio bacino di persone che saranno sottoposte a visita: si stabilisce che vengano sottoposti a verifica gli invalidi titolari di provvidenze economiche, il cui certificato di invalidità avrebbe previsto comunque una revisione fra luglio e dicembre del 2011. Insomma, si va a controllare un bacino di potenziali persone su cui sono più probabili le revoche delle provvidenze economiche che avverrebbero comunque nella normale routinaria attività delle ASL, ma che, in questo modo, non sarebbero attribuibili “all’azione dell’INPS”.

Quanto alle variazioni di percentuale di invalidità riscontrate, esse sono anche attribuibili ai criteri che l’INPS ha – in piena libertà – adottato per le valutazioni dell’invalidità. L’Istituto, infatti, con la Comunicazione del 20 settembre 2010 (interna e non diffusa nel sito ufficiale), inviata dal Direttore Generale ai tutti i Dirigenti regionali INPS, aveva emanato le Linee Guida operative in invalidità civile che avevano fornito anche indicazioni relative ai requisiti sanitari per la concessione dell’indennità di accompagnamento, più restrittive rispetto a quanto stabilito dal Legislatore.
Con un atto amministrativo interno dell’Istituto si era dunque superata una norma dello Stato, senza che nessuno avesse avuto nulla da ridire. In pratica si è cambiata la “taratura della bilancia” con la quale erano state pesate in precedenza le persone, scoprendo – guarda un po’ – un calo ponderale.
Mastrapasqua sa bene tutto questo e perciò si attarda in quella chiosa. Marro preferisce ignorare, ma la sua umiltà di fronte a cotanta potenza diventa quasi commovente, quando l’INPS dichiara i risparmi: 180 milioni di euro. A quel punto anche un tirocinante in redazione avrebbe chiesto: «180 milioni al netto o al lordo della spesa per i medici, i legali, gli amministrativi?». Una domanda spontanea se si pensa che, solo di medici esterni di rinforzo alle “truppe INPS”, si sono spesi nel 2010 10 milioni di euro (la fonte è sempre la Corte dei Conti).
Con altrettanta nonchalance, poi, si lasciano correre affermazioni false, quali: «Osservo che tra il 34% e il 73% il più delle volte l’invalidità viene concessa senza neppure una visita dell’ASL, ma dietro semplice presentazione di documentazione sanitaria». Il che, naturalmente, non corrisponde al vero, ma annotarlo comporterebbe dover ammettere l’evidenza e cioè che l’INPS ha dati solo relativi agli invalidi che percepiscono assegni, indennità e pensioni, mentre degli altri non ne sa assolutamente nulla.

A che servirà dunque questa azione di “informazione”? Il titolo forse ci suggerisce qualcosa – Pensioni di Invalidità, l’ora dei tagli -: se ci si sofferma infatti alla prima riga, sembra un obiettivo da raggiungere e giustificare, al di là dei dati, dei fatti e delle circostanze. E il fatto che questo pezzo appaia su uno dei quotidiani più seguiti e prestigiosi del Paese è assai inquietante. O forse – leggendo in modo ancor più malizioso le dichiarazioni “dettate” a Marro – il presidente dell’INPS vuole far sapere al presidente del Consiglio Monti quanto sia efficace l’INPS in materia di invalidità e di come le cose potrebbero funzionare meglio se il Governo affidasse ulteriori funzioni all’Istituto, togliendole alle Regioni. Una potenziale concentrazione anche questa assai inquietante.

*Direttore editoriale di Superando.it.

Rispetto ai contenuti del presente testo, suggeriamo anche la lettura di Falsi dati e veri invalidi (di Carlo Giacobini, cliccare qui).
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