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La mia vita dolceamara con un figlio disabile

Copertina del libro "Zigulì" di Massimiliano VergaÈ un libro che continua a far parlare, quello pubblicato da Massimiliano Verga (Zigulì. La mia vita dolceamara con un figlio disabile, Mondadori, 2012), docente di Sociologia del Diritto all’Università Bicocca di Milano, che lo ha dedicato al figlio di 8 anni, elaborando il testo come una raccolta di pensieri e immagini quotidiane su che cosa significhi vivere accanto a una persona con grave disabilità.

Anche il nostro sito, nelle scorse settimane, ha dedicato alcuni contributi a quest’opera, ad esempio quello di Igor Salomone – a sua volta autore di un libro dalle tematiche affini (Con occhi di padre, terza edizione ampliata, Erickson 2012) – che ha scritto: «Si può descrivere la propria paternità, raccontandola un figlio per volta? È possibile cercar d’essere un padre migliore, senza capire cosa hai imparato essendo figlio di un padre, anzi di due e contemporaneamente, come confessa e poi immediatamente tralascia Verga? Si può parlare del proprio esser padre senza incrociare lo sguardo con quello di altri padri al di là del “campionato di sfiga” cui tutti partecipano con risultati ovviamente diversi? Si può esporre la propria paternità senza chiedersi dove finisce il ruolo paterno e dove inizia la propria condizione di uomo? E come tra loro si parlino? La risposta è sì, si può. Ed è proprio ciò che fa Zigulì, lasciando però il nostro ascolto sospeso per aria. Questo libro, alla fine, è un paradosso: è la massima esposizione pubblica di una paternità raccontata in totale solitudine» (il testo integrale di Salomone è disponibile cliccando qui).

«Si può – ha scritto poi Simona Lancioni – raccontare pubblicamente questa fatica in tutta la sua crudezza? Alcuni non hanno gradito, lo hanno trovato politicamente scorretto. Qualche genitore di un figlio con disabilità gravissima si è sentito in dovere di rendere pubblico di non provare sentimenti negativi nei confronti del proprio figlio disabile. Altri ci hanno voluto vedere una conferma ai propri stereotipi negativi riguardo alla disabilità. Altri ancora si sono mostrati esageratamente entusiasti. In realtà Verga ha solo voluto raccontare il suo punto di vista e lo ha fatto utilizzando le sue parole, perché quella è la sua esperienza. Alcune cose o si raccontano con sincerità o non si raccontano. Chi ha difficoltà ad accettarlo è libero di leggere altro» (il testo integrale di Lancioni è disponibile cliccando qui).

Una nuova presentazione di Zigulì è ora prevista per giovedì 29 marzo a Milano (Mondadori Multicenter Duomo, Piazza Duomo, 1, ore 18), alla presenza dell’Autore, nel corso di un incontro moderato dal direttore responsabile del nostro sito Franco Bomprezzi, cui parteciperanno anche Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali e alla Cultura della Salute del Comune di Milano, Irene Bernardini, psicologa e psicoterapeuta specializzata in mediazione familiara, che cura la fortunata rubrica Lui & Lei sul periodico «Vanity Fair» e Cesare Rimini, noto avvocato matrimonialista, giornalista e scrittore. (S.B.)

Del libro di Massimiliano Verga (Zigulì. La mia vita dolceamara con un figlio disabile, Milano, Mondadori, 2012), il nostro sito si è già occupato recentemente, sia con l’articolo Caramelle sprecate (di Giorgio Genta, cliccare qui), sia con quello intitolato Zigulì: il sapore della sincerità (di Simona Lancioni, cliccare qui) – ove viene anche proposto un elenco di altri testi e video dedicati in queste settimane alla pubblicazione – sia infine con Zigulì non è un viaggio, ma una giostra che gira su se stessa (di Igor Salomone, cliccare qui).
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