La determinazione dei disabili umbri

Quella determinazione di tante persone e associazioni – appartenenti, queste ultime, a federazioni diverse – che, nonostante il caldo torrido, ha reso un vero successo il sit-in di protesta del 19 giugno a Perugia, con un primo risultato concreto: un incontro con le principali Istituzioni della Regione, per discutere questioni e istanze non più rinviabili

Immagine riguardante la manifestazione di Perugia del 19 giugno 2012

Un'immagine della manifestazione di Perugia del 19 giugno

Martedì 19 giugno, ore 10: i rappresentanti della FISH Umbria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e i primi associati erano già davanti al portone di Palazzo Cesaroni, sede del Consiglio Regionale dell’Umbria, in Piazza Italia a Perugia.
E lì, sotto un caldo torrido, hanno cominciato a distribuire i volantini e a piazzare striscioni, bandiere e cartelloni con gli slogan del sit-in (Difendere il welfare per difendere il futuro delle persone; Difendere il welfare per difendere il futuro delle persone; È tempo di innovare il welfare per rispondere ai bisogni fondamentali; Tagliare gli sprechi per salvare i diritti; Compartecipo alla spesa solo se partecipo alle scelte; Pagare il giusto: per garantire equità, non per coprire i buchi di bilancio).
Nessuna bandiera di partito, nessuno slogan di partito. Infatti, come più volte già sottolineato, la mobilitazione è scaturita dalla necessità di un confronto con le Istituzioni regionali, ma all’interno di un quadro complessivo che vede l’insorgere di mobilitazioni e confronti istituzionali richiesti dalle associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità in tutta Italia.
Per comprendere poi come la manifestazione indetta per il 19 giugno a Perugia dalla FISH Umbria abbia avuto una valenza trasversale all’interno del mondo della disabilità, basti pensare che hanno partecipato all’evento anche le associazioni appartenenti a diverse Federazioni e quelle aderenti al Forum del Terzo Settore: infatti, verso le 11 sono arrivate alcune delle associazioni della FAND Umbria (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), in particolare dell’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) e anche i rappresentanti della FADA (Federazione Associazioni Diversamente Abili), in particolare l’AFAD di Terni (Associazione Famiglie Disabili) e il Comitato civico SCOET (Struttura Complessa di oncoematogloia dell’Ospedale di Terni); infine, il nutrito gruppo dei principali rappresentanti del Forum del Terzo Settore e alcune associazioni ad esso aderenti.

Con l’arrivo della troupe del TG RAI Regionale, gli organizzatori del sit-in – il presidente della FISH Umbria Luisa Meacci e i due vicepresidenti Andrea Tonucci e Raffaele Goretti – hanno potuto esplicitare il contenuto degli slogan (necessariamente brevi e netti nella loro funzione di sintesi), nella rivendicazione più strutturata. Quest’ultima è la medesima che, verso le 11.45, i Delegati dei manifestantiin modo rappresentativo di tutte le realtà presenti hanno ribadito al presidente del Consiglio Regionale Eros Brega, che li ha accolti per ascoltare le loro ragioni.
All’udienza improvvisata era presente anche il presidente della Prima Commissione Consiliare Permanente Affari Istituzionali e Comunitari, Oliver Bruno Dottorini.
Le richieste sono state sostanzialmente quelle di conoscere:
– l’entità complessiva della riduzione delle risorse economiche che si ripercuoterà sulle tipologie di servizi e prestazioni sociali e socio-sanitarie erogate alle persone con disabilità;
– gli obiettivi di risparmio che la Regione e le Aziende Sanitarie Locali intendono adottare;
– i criteri con cui verranno effetuate le operazioni di riduzione delle risorse e le ripartizioni all’interno dei vari servizi e prestazioni;
– gli eventuali criteri, modalità e parametri – preliminarmente definiti – sulla base dei quali verrà ridotta la quantità di prestazioni erogate o ne verrà modificata la tipologia.

Queste richieste si collocano all’interno di un quadro di rivendicazioni altrettanto note:
la presa in carico globale delle persone con disabilità (strutturata mediante il Progetto Individuale);
la partecipazione alle scelte che riguardano la qualità della vita delle persone con disabilità;
la partecipazione alla valutazione dei servizi erogati (attraverso il ripristino di tavoli tematici ad hoc);
il ricorso all’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) come strumento di equità e non di prelevamento (o meglio ancora di “prelievo”, più consono con la prospettiva “lacrime e sangue”) di denaro ai Cittadini.
È stato altresì ribadito che in Umbria il costo che una famiglia con un componente con disabilità deve sostenere è superiore del 93% a quello che spenderebbe una famiglia senza componenti con disabilità e se tale differenza è purtroppo uno degli aspetti legati all’infausta equazione “disabilità = impoverimento economico”, ciò che hanno sottolineato i manifestanti è che in Umbria lo spread – per usare una parola ormai celebre e altrettanto temuta – tra le due tipologie di famiglie è molto più alto di quello medio nazionale: in Umbria, infatti, si stima che abbia un valore del 30% maggiore che nel resto d’Italia.
Il presidente Brega – ascoltate le ragioni dei manifestanti – ha pertanto proposto un incontro, nei prossimi dieci-quindici giorni, con la Presidente della Regione, gli Assessori Regionali alle Politiche Sociali e alla Sanità e tutti i Capigruppi presenti in Consiglio.

L’affluenza al sit-in, considerato che per una persona con disabilità che ha necessità di essere assistita, scendere in piazza rappresenta un notevole disagio, aggravato – come in questo caso – dal caldo torrido, è stata notevole. Ma significativo è anche ciò che le persone con disabilità hanno ottenuto: un incontro con i “big” dell’Umbria, quelli cioè che prendono le decisioni che incidono sul futuro e sulla vita di tutti noi.
Le ragioni del successo si possono attribuire senz’altro alla determinazione che le persone con disabilità sanno mostrare in caso di necessità e, parimenti, alla capacità dei rappresentanti delle organizzazioni presenti nell’aiutare a far comprendere ai propri associati la gravità della situazione: nella quotidianità delle mille difficoltà, pensare al futuro diventa un “lusso”, cui molti, purtroppo ritengono di dover rinunciare, salvo poi trovarsi in situazioni disperate.
Il lavoro compiuto da tutte le parti sociali scese in piazza ha ricordato alla Politica (fatta da persone con un nome un cognome [quindi trovare il loro indirizzo è facile, N.d.A.]), che il compito primario di essa è quello di governare le situazioni in modo da poter garantire un futuro dignitoso, possibilmente sereno, alle persone. E se le persone con disabilità scendono in piazza – con le temperature di questi giorni – la necessità di prendere decisioni a lungo termine, ascoltando e capendo le loro richieste, non è più procrastinabile.

Il Centro per l’Autonomia Umbro è anche sede della FISH Umbria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e nel proprio sito ha dedicato uno spazio specifico al sit-in di Perugia del 19 giugno. Per ulteriori informazioni: web@cpaonline.it.

Please follow and like us:
Pin Share
Stampa questo articolo