I genitori e la responsabilità educativa

Un materiale ricco di respiro culturale, carico di umanità e di sfida positiva verso le Istituzioni, ma anche orientato a combattere la distrazione, la superficialità e la noncuranza: è il prodotto – disponibile a tutti in internet – dei seminari recentemente organizzati dalla FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), rivolti ai genitori di persone con disabilità

Ombre di due genitori che tengono per mano un bimbo con disabilitàSono oggi disponibili a tutti, nel web, i prodotti delle iniziative promosse nei mesi scorsi dalla FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e rivolte ai genitori di persone con disabilità, nell’ambito del percorso Opportunità Solidali, finanziato dalla Fondazione con il Sud. Per presentare il significato e gli obiettivi dell’iniziativa, cediamo direttamente la parola ad Alfio Desogus, presidente della FISH Sardegna.

Le comunicazioni, la discussione e le proposte finali che hanno impegnato dirigenti associativi, genitori, operatori, esperti e responsabili istituzionali nei seminari organizzati dalla FISH Sardegna sono oggi il contenuto di una pubblicazione destinata a tutte le associazioni, ma anche a coloro che intendono far proprie, come strumento di lavoro, le idee, le riflessioni e le iniziative più appropriate.
L’obiettivo che ci proponiamo è la sollecitazione della sperimentazione e il rafforzamento di nuovi servizi o di prestazioni innovative mirate a tutti i Cittadini e, all’interno di questi, alle persone con disabilità.
Il soggetto privilegiato di quei seminari è stato il genitore, e soprattutto quello alle prese con i casi drammatici di disabilità in famiglia. L’informazione tempestiva, la prevenzione e la diagnosi precoce, la riabilitazione e l’abilitazione, le relazioni e le sinergie tra genitore e centro di sostegno familiare, i rapporti e la funzione educativa con la scuola, il sostegno scolastico e l’integrazione, la formazione e l’inserimento lavorativo: questi gli argomenti maggiormente discussi, perché centrali nel ruolo e nella funzione genitoriale.
La pubblicazione vuole pertanto rilanciare il ruolo volontario e responsabile del genitore, consapevole e attento conoscitore delle diverse situazioni che scandiscono l’età evolutiva dei propri figli e instancabile organizzatore delle opportunità esistenti. Sono proprio queste, infatti, le caratteristiche e le qualità che il genitore non può assumere in opprimente solitudine o in convulsa improvvisazione, ma che, al contrario, vanno fornite da centri territoriali, costituiti da adeguate professionalità. Recuperare e riconfigurare i vecchi consultori familiari, in senso sociale, può essere ad esempio una strada corretta e percorribile, sia per non partire dal nulla, sia perché si devono mettere a frutto le esperienze positive condotte in questi anni.
In Italia, infatti, si moltiplicano i centri sociosanitari per dare sostegno alla famiglia, sia per effetto della legislazione nazionale e regionale sui servizi integrati, sia grazie alla spinta delle associazioni e dell’Osservatorio Nazionale per la Famiglia, che in queste settimane sono diventati argomento centrale dei provvedimenti del Governo Nazionale.

Ma quale cultura sottendono questi centri? Persistono ancora scarsa presenza territoriale o difficoltà di accesso? Si sono affermate le prestazioni e i servizi integrati? E ancora: sono servizi che operano con tempestività e soprattutto che hanno instaurato un rapporto collaborativo alla pari con il genitore, per cooperare in un patto di abilitazione e inclusione dei ragazzi in difficoltà?
I nostri moduli seminari hanno inteso dare alcune risposte e fornire contenuti e informazioni che spesso rimangono nel cantuccio della famiglia o dell’associazione specifica.
Conoscere con maggiore puntualità le situazioni e le implicazioni delle diverse disabilità non solo ha generato una maggiore disponibilità a fare rete di solidarietà e a porsi in modo unitario e organizzato di fronte alle Istituzioni, ma ha anche portato a modificare profondamente opinioni e “incrostazioni”, se non pregiudizi sedimentati nel senso comune.
Durante gli incontri e nella discussione serrata che ne è conseguita, sono state demolite, ad esempio, le equazioni secondo cui la sordità porta con sé il mutismo. È stato inoltre ampiamente approfondito e dimostrato che la disabilità intellettiva non preclude la capacità lavorativa. Si è sottolineato infine, con diverse esperienze genitoriali, che tramite un attento affiancamento educativo, è possibile l’abilitazione alla parola per le persone con disabilità uditiva, passando dalla lingua madre (il sardo) alla lingua d’istruzione (l’italiano) e alla lingua del lavoro (l’inglese).
A completamento e arricchimento delle comunicazioni, si è “viaggiato” attraverso le testimonianze di genitori coraggiosi, ma soprattutto orgogliosi per i risultati raggiunti dai propri figli. Un orgoglio che – lungi dal diventare supponenza – ha inteso riproporre con forza l’esigenza di organizzare centri di supporto e di sostegno, facendo proprie le esperienze familiari effettuate faticosamente negli anni.

Con questa pubblicazione, quindi, puntiamo a diffondere una nuova cultura della persona e pertanto poniamo a disposizione di tutti gli interessati un materiale ricco di riflessioni di notevole respiro culturale, per molti aspetti innovativo e lungimirante. Un materiale carico di umanità e di sfida positiva verso le Istituzioni, ma anche orientato a combattere quei comportamenti sociali improntati alla distrazione, alla superficialità e alla noncuranza.
Se la pubblicazione riuscirà a porsi come una “proficua provocazione culturale”, allora potremo affermare con soddisfazione che si è riusciti a rimettere in una nuova dimensione la responsabilità genitoriale, rafforzando così uno dei principali attori e fattori – se non il primo – per la costruzione di una buona cittadinanza.

Presidente della FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Per ulteriori informazioni: tel. 070 2046198, fishsardegna@tiscali.it.

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