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Riforma del welfare in Lombardia: dov’è la coerenza?

Immagine della manifestazione di Milano del 13 giugno 2012

Un’immagine della grande manifestazione di protesta delle persone con disabilità a Milano, il 13 giugno scorso

«Da un lato si percepisce e si dichiara la preoccupazione di gestire le politiche sociali in un contesto di risorse in diminuzione, dall’altro si proclama la necessità di una riforma profonda del sistema nel suo complesso. Una confusione che non giova al confronto aperto e partecipato e quindi nei fatti ostacola l’applicazione del principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione e dallo Statuto della Regione. Un principio su cui si fonda la coesione sociale del nostro territorio e si affidano le residue capacità di risposta ai bisogni sociali della Persona e delle comunità»: sta in questa frase la sostanza della lettera aperta inviata dal Forum del Terzo Settore della Lombardia alla Terza Commissione del Consiglio Regionale (Sanità e Assistenza), con la richiesta di essere urgentemente ascoltata su tali, delicati argomenti.

«In ambito di riforma del welfare lombardo – si legge infatti in un comunicato dello stesso Forum – si è assistito, negli ultimi mesi, a un’improvvisa accelerazione dell’azione della Giunta Regionale di cui si fatica a intravedere la coerenza. Da una parte la Giunta ha deliberato la sua proposta di Patto per il Welfare [Delibera n. 3481 del 16 maggio 2012, N.d.R.], che è oggetto di un’intensa attività di comunicazione da parte dell’assessore alla Famiglia, alla Conciliazione e alla Solidarietà Sociale Giulio Boscagli, ma sul cui merito sono stati raccolti numerosi contributi critici da parte di un fronte ampio e variegato di organizzazioni di Terzo Settore. Un percorso di riforma che si immaginava – perché così era stato presentato – come preparatorio a una nuova legge di riforma del sistema di welfare regionale. Dall’altra parte, però, nel corso dell’estate, la stessa Giunta ha promulgato una serie di atti amministrativi su questioni cruciali, che già incidono pesantemente, nel presente, sulle modalità di funzionamento e finanziamento dei servizi socio assistenziali e sociosanitari».

È quindi una questione di metodo, quella posta dal Forum lombardo, rispetto alla quale il processo di riforma dovrebbe seguire «la via maestra del confronto politico e sociale, attraverso la definizione di una nuova legge da cui ricavare gli atti applicativi», ma è anche e soprattutto una questione di sostanza, dal momento che le organizzazioni aderenti al Forum – tra le quali anche la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – chiedono «che si faccia chiarezza sul disegno complessivo della riforma che si vuole attuare». «Un disegno di cui – conclude il comunicato – per ora si comprende solo la volontà di passare “dall’offerta alla domanda” attraverso una scelta radicale dell’uso del voucher come strumento di finanziamento dei servizi e delle prestazioni, ciò che appare un po’ poco per far fronte alle sfide poste al sistema delle politiche sociali regionali dalla crisi economica e sociale e dalla crisi di risorse del welfare locale». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: lombardia@forumterzosettore.it (Sergio Silvotti).

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