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La protesta nel Veneto (e un cambio totale di rotta)

Gian Paolo Gobbo

Il sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo

Nel giorno della grande manifestazione organizzata dalla FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) a Treviso, per protestare contro le politiche regionali, che stanno portando a continui tagli dei servizi essenziali per le persone con disabilità e le loro famiglie, riceviamo dalla stessa Federazione il seguente testo, che articola ulteriormente i vari motivi dell’iniziativa, guardando in particolare ad alcune recenti azioni del sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo, con un’interessante postilla, dedicata a “quanto si possa radicalmente cambiare idea” nel corso degli anni…

Il sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo ha preso carta e penna e nella sua qualità di presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 9 di Treviso, ha scritto a Luca Zaia, Remo Sernagiotto e Luca Coletto – cioè al presidente della Regione Veneto e agli assessori competenti in materia di Sanità e Sociale – e ai capigruppo della Lega Nord e del PdL, ovvero la maggioranza che sostiene la Giunta Regionale.
Così facendo, si è reso protagonista di una scorrettezza formale e di uno sgarbo istituzionale. Egli infatti ha chiesto alla Giunta di modificare la Legge Regionale 30/09 (Disposizioni per la istituzione del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza e per la sua disciplina), che ha istituito il Fondo Regionale per la Non Autosufficienza, e in particolare l’articolo 6, comma 3 di essa, per consentire «la partecipazione alla spesa da parte degli utenti dei servizi diurni per disabili». Vista l’importanza della norma – approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale (con sole tre astensioni) – e la rilevanza istituzionale della richiesta, perché non l’ha inviata a tutti i Capigruppo e all’intero Consiglio Regionale?

Per quanto poi riguarda i contenuti dell’iniziativa, riteniamo che la manovra del sindaco Gobbo – in linea con la volontà espressa dall’assessore Sernagiotto – di finanziario non abbia proprio nulla. È solo una “disonorevole gabella”, caricata sulle famiglie delle persone disabili e farla passare come «contributo a carico dei ricchi», o di chi può permetterselo, è una mossa astuta, studiata per mascherare una verità visibile: si tagliano i servizi, restano gli sprechi, pagheranno i redditi bassi!
Appena dieci mesi fa, esattamente il 13 dicembre 2011, il Consiglio Regionale, convocato in seduta straordinaria per discutere di disabilità e non autosufficienza, aveva approvato all’unanimità una mozione che impegnava la Giunta a prevedere nei documenti di programmazione economica e finanziaria azioni per:

Remo Sernagiotto

L’assessore alle Politiche Sociali della Regione Veneto Remo Sernagiotto

– salvaguardare i servizi che possono ridurre il ricorso all’istituzionalizzazione;
– potenziare l’assistenza domiciliare;
– rafforzare
i piani personalizzati per la Vita Indipendente (promuovendo l’autonomia e l’aiuto personale diretto all’autonomia stessa);
– innovare i servizi e le attività diurne affinché gli attuali centri diurni non restino l’unica risposta;
– garantire una vita dignitosa alle persone che vivono in comunità alloggio e garantire inoltre, sull’intero territorio, anche l’accoglienza residenziale per le disabilità complesse e l’implementazione dei gruppi-appartamento;
– presentare una proposta per determinare i livelli essenziali delle prestazioni sociali (LIVEAS);
– adottare come modalità ordinaria per la gestione dei servizi socio-sanitari, residenziali e semiresidenziali, l’accordo contrattuale (la cosiddetta “quarta A” già prevista nella Legge Regionale 22/02) per le strutture già autorizzate e accreditate.

Ebbene, il Bilancio di Previsione per il 2012 non ha dato alcuna positiva traduzione a quel documento. I finanziamenti, infatti, sono stati ridotti, i servizi tagliati, i costi scaricati sui Comuni, sulle persone disabili e sulle famiglie!

Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap del Veneto.

Cambio totale di rotta
Come dicevamo inizialmente, un’interessante postilla a quanto scritto arriva sempre dalla FISH Veneto, per evidenziare quanto, nel giro di quindici anni, siano cambiate le posizioni del Sindaco di Treviso, nei confronti dei servizi riguardanti le persone con disabilità.
Si tratta di due distinti documenti, il primo dei quali è un’Interrogazione alla Giunta Regionale del Veneto presentata il 20 febbraio 1997, a firma anche di Gian Paolo Gobbo, allora capogruppo della Liga Veneta in Consiglio Regionale. Il secondo, invece, è il messaggio inviato il 27 gennaio di quest’anno dallo stesso Gobbo, in veste di Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 9 di Treviso, al Presidente della Regione, agli Assessori competenti e ai capigruppo dei partiti di maggioranza in Consiglio Regionale, testo al quale si riferisce precedentemente la FISH Veneto nella sua riflessione.
Certo, cambiano le condizioni economiche e sociale e saper cambiare idea può essere sempre un segno di intelligenza. E tuttavia…

Interrogazione a risposta scritta n. 429 presentata il 20 febbraio 1997 dai consiglieri Beggiato, Gobbo, Comencini, Foggiato, Morosin, Munaretto, Poirè e Roccon
Protocollo 1592 del 20 febbraio 1997

Premesso che:
– le ULSS venete dal primo gennaio scorso applicano la compartecipazione alle spese per i servizi sociali forniti ai disabili intellettivi che frequentano i centri educativi ed occupazionali poiché si tratta di servizi che l’ente pubblico non è tenuto ad erogare;
– tali servizi sono fatti pagare alle famiglie, in quote che variano da città a città, per il trasporto, per i pasti, per la frequentazione dei centri;
– gli oneri sono correlati ai redditi familiari, tanto da costituire una sorta di tassa sui disabile;
– i contributi molto modesti che ricevono i disabili (300.000 lire mensili di pensione e in casi di particolare gravità 750.000 lire di indennità di accompagnamento) devono essere integrati dalle famiglie che sopportano quindi la maggior parte dell’onere;
– con questi provvedimenti si penalizzano fortemente le famiglie in questione che già di per sé vivono in permanente difficoltà emotiva, sociale e molto spesso economica.

Tutto ciò premesso e considerato, si interroga la Giunta e in particolare l’assessore competente per sapere:
– quali provvedimenti intende adottare al fine di tutelare e garantire la qualità di vita delle persone sopra descritte e delle loro famiglie;
se intende altresì intervenire presso le ULSS, verificando la questione, affinché non siano sempre i più deboli a pagare per le carenze economico-organizzative delle strutture socio-sanitarie pubbliche.

27-1-2012 – Prot. n. 0010978
Al Presidente della Giunta Regionale Luca Zaia
All’Assessore alle Politiche Sociali Remo Sernagiotto
All’Assessore alle Politiche Sanitarie Luca Coletto
Ai Capi Gruppo Lega Nord – PDL Consiglio Regionale del Veneto
OGGETTO: compartecipazione alla spesa da parte degli utenti dei servizi diurni per disabili.

Con la presente si sottopone alla Vostra attenzione la criticità e le difficoltà in cui i Comuni di questo territorio si trovano al momento di approvare annualmente il bilancio sociale della Conferenza dei Sindaci. L’attuale situazione economica generale e le ricadute pesanti sui bilanci delle amministrazioni locali delle manovre economiche statali continuano a minare e a ridurre il sistema dei servizi sociali e socio sanitari del nostro territorio rivolti ai cittadini più fragili, più deboli e che richiedono maggiore tutela e protezione.
La razionalizzazione delle attività effettuata negli anni passati e l’incremento di risorse comunali hanno consentito di mantenere il livello dei servizi erogati: servizi diurni per disabili, comunità alloggio, integrazione scolastica, servizi per minori, per le persone fragili, per le persone svantaggiate e a rischio di esclusione sociale.
Coerentemente a quanto sostenuto nei suoi diversi documenti dalla Conferenza permanente per la programmazione Socio Sanitaria sulla sostenibilità del sistema socio-sanitario Veneto e ai contenuti ribaditi nel parere della stessa Conferenza sul DDL n. 15 del 26 luglio 2011 “Piano socio-sanitario regionale 2012 – 2014” inviato alla V Commissione Consiliare tale situazione continua ad evidenziare caratteristi-che di difformità e disomogeneità nell’accesso ai servizi, determinando ulteriori aumenti dei costi degli stessi.
A fronte di questa situazione, riteniamo necessario che le scelte delle amministrazioni locali siano accompagnate e sostenute da interventi normativi regionali che supportino e favoriscano la crescita equilibrata del sistema sociale e socio-sanitario.
Per questo, con la presente, sollecitiamo le S.S.V.V. ad intervenire urgentemente anche attraverso la prossima Legge Finanziaria regionale dando attuazione quanto prima ai provvedimenti conseguenti all’approvazione della L.30/2009, ma soprattutto per modificare l’art.6, comma 3 della L.30/2009, consentendo la partecipazione alla spesa da parte degli utenti dei servizi diurni per disabili.
Siamo convinti che in un contesto economico e sociale quale quello attuale sia coerente ed equo chiedere, a chi può, di partecipare al costo dei servizi,
sulla base di specifici regolamenti che tutelino le situazioni più deboli, in analogia a quanto avviene nell’erogazione degli altri servizi comunali.
Equità, trasparenza e coesione sociale sono sempre più indispensabili per cambiare e innovare il sistema dei servizi, garantendo ancora livelli di erogazione adeguati ai bisogni delle persone più deboli. Disponibili ad ogni ulteriore attività ed iniziativa per affrontare la questione prospettata si coglie l’occasione per porgere i più cordiali saluti.

F.to Il Presidente della Conferenza dei Sindaci
On. Gian Paolo Gobbo

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