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Il talento di saper superare i pregiudizi

Giovanna Ruffolo

Giovanna Ruffolo

C’è chi preferisce starsene in casa, evitando di conoscere il mondo ed evitando di farsi notare o vedere. C’è invece chi vuole – e con forza lo desidera – formarsi, farsi conoscere e raggiungere le proprie aspirazioni. Giovanna Ruffolo, ventiduenne del Sud, ha compreso che stare in casa da soli non è proprio ciò che aiuta ad avere una vita brillante, o almeno di interessi. Quindi ha pensato bene di esprimersi e formarsi in tutto ciò che più le piace, dimostrando in modo talentuoso di avere davvero una grande forza.
Esile, piccolina, ma dalla forza che supera le apparenze, Giovanna frequenta il DAMS (Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo) presso l’Università della Calabria e ha seguito alcuni corsi per formarsi nell’ambito della scrittura e del web design. Ha scritto articoli e poesie, creato racconti e vorrebbe anche avere a che fare con quel mondo tanto “perfetto” che esclude le diversità: quello della moda.
Le passioni, in effetti, sono tante e tutte denotano un desiderio forte di apparire in arti splendide, come la scrittura e il decoupage [tipo di tecnica decorativa, N.d.R.]. Questa ragazza è una creativa, una fonte di fantasia e un’instancabile sognatrice. Una persona che ama raccontarsi attraverso gli oggetti da lei creati o dipinti, attraverso le parole, così forte da affermare una vita non banale.
Vive al Sud, in una regione così bella com’è la Calabria. Vive portandosi dietro la necessità e il bisogno di scrivere o di dipingere. Ama emozionarsi, ama farlo perché vuole sentirsi viva. Il talento non le manca. Riesce a superarsi, e a superare i pregiudizi, fatto veramente “talentuoso”.
E poi ama il mare, i luoghi deserti, quelle spiagge mozzafiato che ti rendono libera quando le assapori da sola. L’alba o i tramonti, adorabili, che fanno respirare quell’aria di libertà in estate, tanto cara da mancarci, quando siamo nelle buie città. Giovanna ama quelle sensazioni, quei luoghi, perché sono per lei essenziali e la fanno sentire indipendente, capace di girare sulla sabbia senza occhi indiscreti che scrutano i suoi movimenti. Una totale voglia di acqua e salsedine, che la ricarica nei tristi momenti, nei momenti no che tutti abbiamo e che tutti abbiam bisogno di annientare, con quel caldo vento che fa volare i nostri capelli e che riesce a farci sentire bene.

Qual è il tuo talento, Giovanna?
«Trovare e far emergere il lato bello delle idee, che sono in apparenza senza valore o spente».

Che cosa vorresti fare nel mondo della moda e cosa vorresti fosse fatto per chi ha difficoltà motorie o fisiche?
«Vorrei poter far capire che chiunque può essere “alla moda”, basta davvero poco per rivoluzionare un guardaroba triste e piatto ma, come disse l’attrice Audrey Hepburn, l’accessorio più bello e importante è il sorriso! Se manca quello, nessuno stilista al mondo potrà valorizzare una persona o uno stile. Si potrebbe però iniziare a pensare a delle nuove categorie che escono dalle solite righe, rivoluzionando il campo della moda. Categorie che permetterebbero a tutti di esprimere ciò che provano attraverso l’abbigliamento, indipendentemente dal proprio aspetto fisico. Creare insomma una sfilata o addirittura un marchio per chi ha delle esigenze diverse, ma che non rinuncia ad essere fashion, sarebbe un enorme passo avanti e aprirebbe le porte del mondo della moda a chi, per un motivo o per un altro, è costretto a rimanerne fuori».

Le sfilate e l’abbigliamento fashion come rientrano nella tua sfera quotidiana?
«Leggo riviste e siti web di moda per informarmi sulle ultime tendenze e sulle nuove collezioni, poi quando ho un po’ di tempo, con un programma, creo io stessa degli abbinamenti, ispirandomi a un tema in particolare o lasciandomi guidare dalla fantasia; ma quando, spesso, faccio shopping, mi capita di dare consigli riguardo all’abbigliamento – per occasioni importanti e non – a persone che conosco o a ragazze che, nei negozi, si osservano, dubbiose, allo specchio. Se posso do volentieri un giudizio e uno sguardo esterno per cercare il look giusto, essere d’aiuto a qualcuno e indirizzarlo verso il capo più adatto: la considero come una piccola “missione” nei confronti della moda!».

Come vedi il tuo futuro da scrittrice o quello da grafica pubblicitaria?
«Essendo due strade diverse, vedo altrettanti futuri dissimili: quello più tranquillo e riservato, da scrittrice, avvolta dolcemente dal tempo che passa, mentre creo situazioni e personaggi destinati ad essere rilegati ed esposti sugli scaffali delle librerie. L’altro, invece, più frenetico e dinamico, da grafica pubblicitaria, incantata da tutti quei colori, forme e materiali che uniti fra di loro stuzzichino la mia creatività e mi permettano di realizzare concretamente ciò che la fantasia suggerisce.
Due percorsi per niente simili, ma abbastanza complessi e tortuosi. Sono pronta, però, ad affrontarli e ad andare fino in fondo, guidata dalla passione che provo per entrambi».

Cosa ti aspetti accada nel domani?
«Come disabile mi aspetto che un domani non tanto lontano le persone la finiscano di guardarci come se fossimo “alieni venuti dallo spazio”, ma iniziassero a considerarci come membri di una società dove l’aspetto fisico non conta, se si è abili mentalmente.
Come ragazza piena d’interessi, invece, mi auguro di raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata, imparando sempre qualcosa di nuovo attraverso esperienze che possono arricchire il mio bagaglio interiore. Se si vuole, con l’impegno e, la passione, si può arrivare davvero lontano, basta soltanto crederci e tutto ciò che si desidera, può essere realizzato!».

L’intervista è già apparsa nel blog creato da Marta Pellizzi “True Realities – Vere Realtà (di talento)”, con il titolo “Credere nei desideri” e viene qui ripresa – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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