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Ma sono davvero diminuite quelle rette?

Uomo in carrozzina in una stanza con le pareti bianche e le finestre aperteOrganismo che raccoglie una serie di organizzazioni di volontariato e di utenti operanti a livello regionale, il CAT delle Marche (Comitato Associazioni Tutela) ha chiesto ancora una volta alla Regione di fornire i dati riguardanti la situazione delle rette a carico degli utenti ricoverati nelle residenze protette per anziani.
«Si tratta – come si legge in un comunicato – di circa tremila utenti ricoverati, per i quali l’ASUR [Azienda Sanitaria Unica Regionale, N.d.R.] ha pagato quote inferiori a quelle di spettanza. A partire dal 2010, infatti, era stato previsto un incremento della quota a carico dell’ASUR stessa, che avrebbe dovuto determinare una riduzione delle rette a carico degli utenti. Al nostro Comitato, invece, risulta che in molte residenze la diminuzione  delle rette non solo non sia avvenuta, ma che continuino ad essere richieste quote anche di 50 euro al giorno, nonostante la cifra massima richiesta non possa superare i 41,25 euro».
Sono ormai molti mesi, dunque, che vengono richiesti alla Regione e all’ASUR i dati specifici, relativi alla questione, senza però ricevere risposte. «Né abbiamo mai ricevuto – proseguono gli esponenti del Comitato – il dato riguardante il numero degli anziani non autosufficienti in lista d’attesa, lista che dev’essere costituita all’interno di ogni Distretto Sanitario. A questo punto, tale mancata trasparenza non può non indurre a pensare che i criteri adottati siano all’insegna della discrezionalità, se non del clientelismo».

Su un’altra questione, poi, il CAT delle Marche esprime forte preoccupazione e segnatamente riguardo alle «ripetute segnalazioni che giungono da tutti i territori della Regione, secondo cui l’ASUR rifiuta di assumere le quote di competenza per ricoveri presso strutture sociosanitarie diurne e residenziali di persone con gravi disabilità, malattia mentale o altre patologie invalidanti. Un comportamento illegittimo, questo, in quanto tali servizi sociosanitari sono servizi obbligatori, previsti all’interno dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEA) che il Servizio Sanitario è tenuto a garantire. Tale inaccettabile comportamento determina l’impossibilità del ricovero o l’assunzione di oneri illegittimi e insostenibili da parte delle famiglie. Una situazione che ovviamente non può essere né accettata, né tollerata».

Nell’auspicare, pertanto, che quei dati vengano finalmente messi a disposizione, «anche per fugare il dubbio che all’aumento del finanziamento non corrisponda affatto un effettivo beneficio per gli utenti», il Comitato ritiene che proprio nell’ambito di un «quadro allarmante come quello descritto, trovi ulteriore motivazione e sostanza la campagna regionale denominata Trasparenza e diritti, promossa e sostenuta da oltre sessanta organizzazioni delle Marche», importante iniziativa, quest’ultima, alla quale anche il nostro giornale ha già dato ampiamente spazio. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: segreteriacatmarche@gmail.com.

Del CAT delle Marche fanno parte:
AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) Ascoli Piceno
AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) Regionale
Alzheimer Marche
ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali) Jesi
ANGLAT (Associazione Nazionale Guida Legislazione hAndicappati Trasporti) Marche
ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) Marche
ANTEAS (Associazione Nazionale tutte le Età Attive per la Solidarietà) Jesi
Associazione Il Mosaico
Associazione La Crisalide
Associazione Libera Mente
Centro H
Comitato Marchigiano Vita Indipendente
Gruppo Solidarietà
Tribunale della Salute Ancona
UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) Ancona
– UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale) Marche

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