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Questa volta siamo noi, a fare un appello al Governo!

Immagine nel blog del Comitato 16 Novembre

L’immagine pubblicata nel proprio blog dal Comitato 16 Novembre

«Abbiamo apprezzato i tanti appelli a non estremizzare la protesta con gesti non reversibili, giunti da Ministri, Politici e tanti Cittadini. Purtroppo non dipende più da noi, le nostre scelte sono coerenti, abbiamo chiesto quanto previsto da una Legge votata in agosto, la 135/12, [la cosiddetta Norma di “Spending Review”, N.d.R.], che prevedeva almeno 350 milioni per i disabili gravissimi. Siamo dunque noi che ora facciamo un appello al Governo perché ripristini i finanziamenti sottratti con il Disegno di Legge di Stabilità all’esame del Parlamento e invitiamo i Ministri dell’Economia, delle Politiche Sociali e della Salute ad incontrarci il 21 novembre presso il Ministero dell’Economia. Noi saremo in presidio ad aspettarvi dalle 10,30».

Questo il contenuto del recente comunicato stampa diffuso da Salvatore Usala, a nome del Comitato 16 Novembre (Associazione Malati SLA e Malattie Altamente Invalidanti), che intende dunque proseguire la protesta avviata ormai da alcuni mesi e passata anche, in ottobre, per alcuni giorni di sciopero della fame, attuato da decine di persone con gravissime disabilità.
Come avevamo infatti riferito, dopo la visita dei ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero e di quello della Salute Renato Balduzzi, alla sede di Monserrato (Cagliari) del Comitato – una delle condizioni che avevano portato a sospendere lo sciopero della famela mancanza di risposte concrete avrebbe causato una ripresa della protesta, anche «con azioni eclatanti ed estreme», come era stato scritto ed è proprio a quell’incontro che fa ancora riferimento il Comitato, i cui esponenti si ritengono «certi che si possano trovare soluzioni per soddisfare le legittime richieste dei disabili gravissimi, discutendo dei punti presentati ai ministri Balduzzi e Fornero nell’incontro del 31 ottobre in Sardegna».

Queste, in sostanza, erano state le richieste espresse in tale occasione:
° Incremento del Fondo per la Non Autosufficienza di 400 milioni da utilizzare in via prevalente e prioritariamente per i disabili gravissimi, chiaramente esente reddito ISEE [Indicatore della Situazione Economica equivalente, N.d.R.].
° Utilizzare i fondi per finanziare l’assistenza indiretta con contributi diretti alle famiglie per i Piani Assistenziali Individualizzati (PAI), strutturati in concerto tra le parti.
° Prevedere una compartecipazione economica delle Regioni in misura di un terzo dei PAI, portando così il totale utile a 600 milioni (molte Regioni non spendono nulla o poco per le politiche sociali).
° Predisporre un atto legislativo di riduzione del 5% dei posti in RSA [Resideneze Sanitarie Assistenziali, N.d.R.] a carico del Servizio Sanitario Regionale. Per invogliare i pazienti al rientro al domicilio, prevedere un contributo di 30.000 euro. Con tale provvedimento si può prevedere un risparmio di almeno 600 milioni di euro.
° I risparmi di cui al punto d vengano utilizzati per l’assistenza socio-sanitaria dei disabili meno gravi, con procedure di cui ai punti precedenti.
° Studiare un riparto fra Regioni in funzione dell’incidenza e non della densità abitativa. Una proposta potrebbe essere di dare anticipi e saldi a presentazione dei piani finanziati in funzione della stadiazione.
° Studiare la fattibilità del nostro progetto Restare a casa, che contiene diversi punti sopra riportati e che si ispira a una pratica consolidata in Sardegna da sei anni.
«Oltre dunque a trovare ulteriori 200 milioni – aggiunge la nota firmata da Salvatore Usala – ci preme sostenere l’imprescindibilità degli altri punti, per blindare un provvedimento, in modo tale da evitare “distorsioni” e “sciacallaggio” da parte delle Regioni».

«Siamo disponibili ad ascoltare le vostre ragioni – conclude il comunicato – ma chiediamo un documento che ci garantisca concretamente su un emendamento riferito alle nostre richieste. Nel caso poi non rispondiate a questo appello, vi prenderete la responsabilità di tutto quello che potrà avvenire. Noi non chiediamo elemosine, vogliamo diritti, non vogliamo vivere a tutti i costi una vita indegna». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: usala@tiscali.it.

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