Caro (o meglio cara) caregiver…

Una lettera all’assistente familiare di cura – nella maggioranza dei casi donna – che tutto può sopportare, «ma non – scrive Giorgio Genta – la finta solidarietà che il Sindaco di turno, l’Assessore Regionale competente, il Ministro Onnipotente distribuiscono con munifica generosità, soprattutto in campagna elettorale, in luogo di quei quattro soldi che ogni tanto ti permetterebbero di fare un respiro un po’ più profondo»

Andrea Campi, "Profilo di donna" (particolare)

Andrea Campi, “Profilo di donna”, (particolare) primo quarto del XX secolo, bassorilievo in gesso patinato con cornice lignea

Caro caregiver – o meglio cara caregiver, essendo tu donna nella maggioranza dei casi – ti scrivo per manifestarti tutta la mia umana solidarietà e il mio apprezzamento per il lavoro che svolgi.
Una persona un po’ malevola di mia conoscenza ti ha paragonata a un “mulo da soma” [“Elogio del mulo da soma” di Giorgio Genta, N.d.R.]: perdonala! Non voleva mancarti di rispetto, voleva solo evidenziare, in modo forse un po’ maldestro, la faticosa grandezza del lavoro che svolgi.

Sei una figura antica come la società umana: da sempre hai lenito le ferite del corpo e dell’anima dei tuoi familiari, hai rinunciato al sonno per vegliare e assistere chi soffre e chi ha un disperato bisogno di aiuto; hai fatto finta di non accorgerti dei tuoi mali, per curare quelli degli altri, hai cessato spesso prematuramente di vivere per allungare la vita dei tuoi assistiti.
Sei una figura bella come i sentimenti che ti ispirano: l’amore, la solidarietà, la comprensione del dolore altrui.
Se il resto dell’umano consorzio avesse appreso qualcosa da te, non ci sarebbero politici ladroni, funzionari mallevadori, professionisti fedifraghi, incalliti evasori fiscali.
Tu che nulla evadi, che lavori quindici ore al giorno e gratis, che ti nutri di una merendina scaduta e di una mela acidula, che dormi pochissimo e su una scomodissima sedia, che stai pensando seriamente di farti fare una piccola correzione estetica alle labbra, non per avere una bocca da pubblicità di rossetti infuocati, ma per avere un eterno sorriso. anche quando hai mille motivi per piangere…

Ma la più grande delle tue virtù è quella di ricordare a tutti che è possibile sopportare quasi ogni cosa, per anni, per decenni, anche se non guasterebbe qualche piccolo aiuto.
Quello che invece non è possibile sopportare è la finta solidarietà, la falsa comprensione, l’inganno condito dalle solite belle parole che il Sindaco di turno, l’Assessore Regionale competente, il Ministro Onnipotente distribuiscono con munifica generosità, soprattutto in campagna elettorale, in luogo di quei quattro soldi che ogni tanto ti permetterebbero di fare un respiro un po’ più profondo.

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