Bell’incentivo all’eliminazione delle barriere!

Il Fondo previsto dalla Legge 13 del 1989, per sostenere l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, non viene finanziato da dieci anni, cosicché le Regioni devono “fare da sé”. E sono eloquenti le cifre riguardanti l’Umbria, ricordando che in altre Regioni quasi certamente va anche peggio: viene coperto solo il 5% delle richieste provenienti dalle famiglie aventi diritto!

Ragazzo in carrozzina ai piedi di una scala con servoscalaCom’è noto, la Legge 13 del 9 gennaio 1989 (Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati), prevedeva, all’articolo 10 (comma 1 e 2) un «Fondo speciale per l’eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati», «annualmente ripartito tra le regioni richiedenti con decreto del Ministro dei lavori pubblici di concerto con i Ministri per gli affari sociali, per i problemi delle aree urbane e del tesoro, in proporzione del fabbisogno indicato dalle regioni […]. Le regioni ripartiscono le somme assegnate tra i comuni richiedenti».
Purtroppo è altrettanto noto che da circa dieci anni quel Fondo non venga più minimamente rifinanziato, cosicché sono solo le singole Regioni a poter eventualmente provvedere a coprire gli stanziamenti, attingendo dal proprio bilancio.

Grazie dunque alle puntuali segnalazioni del Centro per l’Autonomia Umbro – ne avevamo infatti riferito anche qualche mese fa – possiamo disporre di una drammatica “spia” della situazione, relativa, nella fattispecie, ai Comuni della Provincia di Terni, per i quali, ha dichiarato l’assessore regionale alla Politica della Casa Stefano Vinti, «abbiamo deciso di soddisfare almeno una nuova domanda per ogni singolo Comune ed esaurire gli interventi parzialmente finanziati, consentendo quindi uno scorrimento delle graduatorie, seppure minimo. In tal modo, tuttavia, con i soli fondi stanziati dalla Regione, possiamo coprire solo il 5% del fabbisogno delle famiglie aventi diritto».
Un 5% del fabbisogno che parla da sé e che non merita alcun commento, se non la pubblicazione, qui in calce, dell’elenco con le nude cifre delle somme stanziate per ogni Comune. Basti pensare al costo, ad esempio, di un servoscala o di un ascensore condominiale, per capire ancor meglio di cosa si stia parlando. E siamo praticamente certi che nelle altre Regioni la situazione sia più o meno analoga, anzi probabilmente peggiore… (S.B.)

Le somme destinate dalla Regione Umbria (attingendo al proprio Bilancio) ai Comuni della Provincia di Terni, in base alla Legge 13/89 (Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati), il cui Fondo Nazionale non viene finanziato da dieci anni:
Acquasparta: 5.481,00 euro; Allerona: 3.967,23; Amelia: 3.905,95; Attigliano: 6.552,95; Calvi dell’Umbria: 3.129,21; Castel Viscardo: 2.992,31; Fabro: 3.811,71; Ferentillo: 2.986,71; Ficulle: 6.415,95; Monteleone di Orvieto: 5.397,62; Narni: 4.766,71; Orvieto: 4.561,71; Otricoli: 2.686,71; San Gemini: 5.317,71; San Venanzo: 4.686,71; Terni: 76.770,47.

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