Sui farmaci devono partecipare i Cittadini

«Non è più accettabile che un Cittadino italiano debba attendere circa due anni per poter accedere a un farmaco approvato a livello europeo». Questa e altre criticità, rendono quanto mai necessario, secondo Cittadinanzattiva, «promuovere la partecipazione sostanziale delle Associazioni dei Cittadini e dei Pazienti nei processi decisionali sui farmaci»

Mano di farmacista che apre il cassetto di una farmacia, con vari medicinali«Un Cittadino italiano aspetta in media oltre 700 giorni, dunque circa due anni, per poter accedere a un farmaco approvato a livello europeo. Infatti, ai 326 giorni che trascorrono mediamente perché un farmaco approvato a livello europeo dall’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) sia inserito nel Prontuario Nazionale, ne vanno aggiunti da 217 a 530 giorni ulteriori, con elevate differenze regionali, perché lo stesso farmaco approdi ai Prontuari Regionali, cui si aggiungono infine 70 giorni per l’effettivo accesso da parte dei pazienti».

Sono queste le principali criticità illustrate dal CnAMC (Coordinamento nazionale delle associazionie dei Malati Cronici) di Cittadinanzattiva, nel corso del convegno Farmaci. Diritto di parola, organizzato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). «Tempi troppi lunghi – riprendono dunque i responsabili di Cittadinanzattiva – ai quali si aggiungono spesso limitazioni nell’uso consentito nelle diverse Regioni, rispetto a quanto stabilito dall’AIFA, e quindi rispetto ad un Livello Essenziale di Assistenza (LEA). Oltre a ciò, i Cittadini si trovano costretti in molte occasioni a dover affrontare costi eccessivi per poter usufruire di farmaci indispensabili per la propria patologia, ma non rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, costi che, secondo l’Osservatorio delle Associazioni dei Malati Cronici aderenti alla nostra organizzazione, sono in media in un anno di 1.127 euro per i medicinali in “fascia C” e di 1.297 per i parafarmaci».

Per tutto ciò, quindi, Cittadinanzattiva chiede di applicare il Decreto Balduzzi, che prevede di ridurre a un massimo di 180 giorni il tempo per la conclusione dell’iter nazionale di approvazione dei farmaci da parte dell’AIFA (dopo quello europeo), e di abolire i prontuari terapeutici ospedalieri regionali vincolanti.
«E in generale, è di fondamentale importanza – concludono da Cittadinanzattiva – passare da una politica dell’ascolto, già avviata dall’AIFA, a una di promozione della partecipazione attiva e sostanziale delle Associazioni dei Cittadini e dei Pazienti nei processi decisionali sui farmaci, affinché le loro esigenze siano veramente prioritarie nelle politiche farmaceutiche, come ad esempio già accade a livello europeo con l’EMA». (M.T.B.)

Per ulteriori informazioni: stampa@cittadinanzattiva.it.

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