Dal tabù a una cultura di condivisione

Bisogni sessuali e affettivi delle persone con disabilità, assistenti sessuali e la consapevolezza che il problema principale non risiede di per sé nella disabilità, quanto nel tabù che si riconduce a tutto ciò che è legato al sesso e alla sessualità: di tutto ciò si è parlato a Carpi, il 6 aprile, durante un interessante incontro, animato anche dalla proiezione del documentario “Sesso, Amore & Disabilità”

Persona sfuocata sullo sfondo, dietro ai raggi di una ruota«La sessualità permea in modo profondo e potente il nostro vivere, e la disabilità di per sé non cancella pulsioni e desideri, né negli uomini, né nelle donne»: da questi presupposti – per nulla banali – ha preso le mosse il 6 aprile l’iniziativa Tra Pelle e Anima: la disabilità e le emozioni, incontro svoltosi nella Sala Congressi di Carpi (Modena) [se ne legga la presentazione nel nostro giornale, N.d.R.], nell’àmbito della rassegna culturale Nati per Vincere? La disabilità fa cultura, quarta edizione della rassegna promossa nella città emiliana, allo scopo di sensibilizzare sul tema della diversità, partendo dallo specifico àmbito della disabilità, per volontà delle associazioni locali Il Tesoro Nascosto (Associazione Genitori Figli con Disabilità) e ANMIC di Modena (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), con la collaborazione del Comune di Carpi, delle Istituzioni scolastiche, del CIP Emilia Romagna (Comitato Italiano Paralimpico) e della Polisportiva San Marinese.

In mattinata, dunque, si sono susseguiti gli interventi della giornalista e ricercatrice Valeria Alpi e del medico psicoterapeuta Priscilla Berardi e un vivace dibattito col pubblico, disponibile a condividere le proprie sfide di genitori o di educatori  di ragazzi con disabilità. Nel pomeriggio, invece, la presentazione e la proiezione del documentario Sesso, Amore & Disabilità, girato da Adriano Silanus, con la supervisione scientifica di Priscilla Berardi e in collaborazione con Valeria Alpi.
I bisogni sessuali, oltreché affettivi, delle persone con disabilità restano spesso nell’ombra e quando irrompono nella quotidianità familiare creano scompiglio e smarrimento. Ma il problema non risiede di per sé nella disabilità, quanto piuttosto nel tabù a cui si riconduce tutto ciò che è legato al sesso e alla sessualità.
Le testimonianze raccolte durante l’incontro da genitori di persone con disabilità lo hanno ben confermato: riconoscere questi desideri nel proprio figlio disabile – ancor di più se è una donna – è difficile. Ma se c’è chi resta in ascolto e chi non sa come accogliere certe richieste più o meno chiare, c’è anche chi – da padre o da madre – si mette in gioco per tenere conto anche di questoorizzonte di crescita. «Le famiglie dei disabili – hanno spiegato Alpi e Berardi – sono spesso appesantite da così tante preoccupazioni, che manca il tempo e l’energia per pensare anche a questo “problema”. E tuttavia non bisogna reagire con vergogna o chiudersi in casa, ma piuttosto chiedere aiuto a chi per competenza ed esperienza può aiutare a far fronte a quei bisogni, o almeno ad ascoltarli».

Buona parte del dibattito – vivace e partecipato – si è focalizzata sulla figura dell’assistente sessuale, già presente in altri Paesi europei e altrove. «Non si tratta di forme legalizzate di prostituzione – hanno puntualizzato le relatrici -, ma di professionisti specializzati nell’aiutare le persone con disabilità a prendere coscienza dei propri desideri, del proprio corpo e delle sensazioni che esso può dare». «Ma – si sono chieste le relatrici stesse, rivolgendosi al pubblico – in un contesto socio-culturale che fatica  a cogliere la centralità della dimensione affettiva e sessuale nella vita di ciascuno e che non riconosce il valore della diversità, quale significato può avere questo genere di servizio?».
Come a dire che se vogliamo agire per proteggere i bisogni sessuali delle persone con disabilità, dobbiamo prima di tutto lavorare sul piano culturale e sociale, riflettendo a fondo sulla nostra idea di benessere e di comunità.

Il tema delle relazioni e dell’affettività ritornerà tra l’altro anche nel grande evento conclusivo di Nati per Vincere?, fissato per il 21 aprile. Quel giorno, infatti, verranno proposte tante e diverse attività di sensibilizzazione e intrattenimento, riempiendo ad esempio Piazza Martiri di ombrelloni, sotto i quali tante persone con disabilità racconteranno delle proprie sfide. E tra le varie testimonianze dal vivo, vi saranno anche quella di Debora De Angelis e Maximiliano Ulivieri, due tra i principali promotori della Campagna Love Giver, per l’introduzione dell’assistenza sessuale per i disabili in Italia. (Nadia Luppi)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@iltesoronascosto.org.

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