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Val più uno stadio della qualità di vita di tante persone?

Vecchio Stadio Filadelfia di Torino

Un’immagine del vecchio Stadio Filadelfia di Torino, che fu teatro delle gesta sportive del “Grande Torino”

«In base a quali motivazioni etiche ed economiche l’Amministrazione Regionale del Piemonte e quella Comunale di Torino hanno “promesso” di erogare una somma tanto cospicua (3 milioni e mezzo di euro) alla Fondazione Filadelfia, per la costruzione del nuovo Stadio Filadelfia, quando al tempo stesso non si fa fronte alle ben più importanti esigenze espresse dalle persone non autosufficienti?».
A porre il quesito – e a porlo in termini assai chiari, con una lettera inviata ai principali rappresentanti istituzionali della Regione Piemonte e del Comune di Torino – sono sia la FISH Piemonte (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), sia la CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà) del capoluogo piemontese, riferendosi al cosiddetto “Progetto Fila”, consistente appunto nel rifacimento dello “storico” stadio del Torino Calcio, alle cui spese dovrebbe contribuire, con 1 milione di euro, anche il presidente di tale società, Urbano Cairo.
Nei giorni precedenti, analoga denuncia era stata posta anche dalla

Senza mezzi termini, quindi, le organizzazioni citate sottolineano nelle loro lettere come «le leggi vigenti stabiliscano il pieno e immediato diritto delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie a ricevere gli interventi domiciliari o residenziali indispensabili» e che tuttavia, in Piemonte, siano «oltre 50.000 le persone con limitatissima autonomia spesso abbandonate a loro stesse dalla Sanità, dai Comuni e dagli enti gestori delle attività socio-assistenziali. Quale la ragione di questo abbandono e di questa indifferenza? La risposta dei responsabili delle Istituzioni pare essere sempre la medesima: l’insufficienza dei mezzi finanziari».
Proprio di fronte a ciò, viene riproposto il quesito iniziale, aggiungendo poi «ulteriori perplessità», derivanti dal momento attuale, « in cui la Regione ha più volte ripetuto di non disporre dei fondi necessari per pagare gli assegni destinati all’assistenza personale e alle cure domiciliari delle persone non autosufficienti, e in una situazione in cui il Comune di Torino ha deliberato, nel giugno 2012, di ridurre di ben 3 milioni e 200.000 euro gli stanziamenti riguardanti i servizi per le persone non autosufficienti e già nel maggio precedente di avere pesantemente diminuito i fondi destinati al servizio di trasporto integrativo mediante taxi e minibus attrezzati, destinato a persone con disabilità motoria grave e/o sensoriale». Senza dimenticare, risalendo più indietro nel tempo, «il provvedimento della Giunta Chiamparino che nel 2007 rese indisponibili, per le persone necessitanti di assistenza, 43 milioni di euro, non avendo rispettato il vincolo di legge che prevedeva la destinazione di interventi di assistenza sociale per i proventi realizzati dalla vendita di cinque immobili, trasferiti in precedenza al Comune, a titolo gratuito, dopo lo scioglimento di numerosi enti assistenziali».

Dopo infine essersi chieste «per quale motivo il Presidente del Torino Calcio, che inizialmente aveva promesso un contributo di 3,5 milioni di euro, ora interverrà solamente con un intervento economico di 1 milione di euro», «riteniamo – concludono FISH Piemonte e CPD – che il “Progetto Fila” non debba ricevere l’intervento finanziario pubblico promesso, a fronte della dichiarata indisponibilità di finanziamenti da destinare ai servizi per persone non autosufficienti, ai quali invece quei soldi dovrebbero essere assegnati» e che «tale intervento debba essere finanziato unicamente con fondi privati». «Sembra per altro – aggiunge ulteriormente Piergiorgio Maggiorotti, presidente della FISH Piemonte – che i 3 milioni e mezzo di euro stanziati a suo tempo dal Comune di Torino, non siano più spendibili se non per la finalità riguardante il “Progetto Fila”». «Ma è proprio il caso di spenderli ora – si chiede Maggiorotti -, nella situazione di crisi in cui si dibatte la nostra città?». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: piemonte@fishonlus.it, uffstampa@cpdconsulta.it.

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