Marche: inaccettabile risparmiare a danno dei più deboli

E invece – come denunciano il CAT (Comitato Associazioni Tutela) delle Marche e i promotori della Campagna “Trasparenza e diritti”, cui aderiscono oltre settanta associazioni ed Enti Locali della Regione – è proprio ciò che rischia di accadere, dopo la recente Delibera approvata dalla Giunta Regionale, che crea le condizioni per contenere i costi della sanità, aumentando quelli a carico degli utenti

Uomo con le mani sul volto, in espressione di profondo sconforto«La Delibera con la quale, nei giorni scorsi, la Regione Marche ha definito lo standard di personale nei servizi per la salute mentale, anziani non autosufficienti, persone con demenza e disabili, crea le condizioni per un’applicazione della normativa sui Livelli Essenziali di Assistenza funzionale al contenimento dei costi della sanità e all’aumento di quelli a carico degli utenti. Pesanti, dunque, saranno le ripercussioni su utenti e Comuni».
Lo si legge in una nota prodotta congiuntamente dal CAT (Comitato Associazioni Tutela) delle Marche e dai promotori della Campagna Trasparenza e diritti, cui aderiscono oltre settanta associazioni ed Enti Locali della Regione.

«Seppure l’atto – prosegue il comunicato – non definisca la ripartizione dei costi tra settore sanitario e sociale, e quindi a carico di utenti e Comuni, esso detta le indicazioni che verranno successivamente adottate, ovvero che per molti servizi per disabili gravi peseranno sugli utenti e sui Comuni oneri ampiamente superiori a quelli previsti dalla normativa nazionale (molti “disabili gravi”, infatti, verranno considerati come “non gravi”, con oneri a loro carico maggiorati dal 30 al 50%). Che ugualmente per molti anziani non autosufficienti, che frequentano i Centri Diurni, il Servizio Sanitario non pagherà, come dovuto, il 50% del costo del servizio, ma rimborserà solo una piccola quota giornaliera. E ancora, che per malati anziani non autosufficienti anche gravi, i tempi di permanenza nelle strutture residenziali verranno stabiliti senza tener conto della gravità delle condizioni. Che l’assistenza sociosanitaria domiciliare non verrà presa in considerazione, nonostante la normativa nazionale obblighi il Servizio Sanitario a pagare il 50% del costo delle prestazioni. Che non verranno fissati i costi dei servizi, lasciando ancora una volta all’Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR) la definizione delle tariffe che continueranno ad essere diverse per identici servizi. Che infine, come propone la Delibera, tutte le strutture per disabili, anziani e soggetti con disturbi psichici dovranno essere di venti posti, accorpate con altre, sancendo in tal modo la fine dei modelli comunitari della stragrande maggioranza dei servizi per la disabilità e salute mentale».

Il CAT delle Marche e la Campagna Trasparenza e diritti intendono dunque «respingere con forza ogni tentativo di riorganizzare l’area sociosanitaria e di applicare i livelli essenziali delle prestazioni in funzione della riduzione dei diritti e delle tutele delle persone non autosufficienti» e «cercheranno di contrastare in ogni modo il mancato rispetto della vigente normativa, a tutto danno delle fasce più deboli della popolazione».
«Come si temeva – conclude infatti il comunicato – le proposte sono prioritariamente volte a contenere gli oneri a carico del Servizio Sanitario Regionale, riversandoli su utenti e Comuni. Lo avevamo già scritto poco tempo prima dell’emanazione dell’atto: “le persone non autosufficienti nelle Marche pagano sulla loro pelle da molti anni l’inadeguata offerta di servizi; per guadagnare il tempo perduto e assicurare ciò di cui hanno bisogno e diritto, è necessario agire in modo trasparente, senza furtivi aggiramenti della vigente normativa”. E invece è proprio quello che è iniziato ad accadere». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: grusol@grusol.it.

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