La tragedia di Bari e una situazione di degrado crescente

Dopo l’assassinio della psichiatra Paola Labriola, presso il Centro di Salute Mentale di Bari, l’UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale) denuncia ancora una volta «il grave degrado del sistema di tutela della salute mentale nel nostro Paese», respingendo, al tempo stesso, «ogni rinnovato tentativo di criminalizzazione delle persone con sofferenza mentale»

Paola Labriola

La psichiatra Paola Labriola, assassinata nei giorni scorsi presso il Centro di Salute Mentale di Bari

L’UNASAM (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale), organizzazione aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), esprime in una nota del presidente Girolamo Digilio «il più profondo cordoglio per la tragica scomparsa della dottoressa Paola Labriola», riferendosi naturalmente all’omicidio della cinquantatreenne psichiatra, colpita da un paziente a Bari, con cinquanta coltellate, all’interno del locale Centro di Salute Mentale.

In tale tragica occasione, scrive ancora Digilio, intendiamo «denunciare, ancora una volta, la grave carenza in personale dei servizi di salute mentale, l’estremo disagio delle condizioni di lavoro degli operatori residui e l’insufficienza globale dei servizi stessi, causa di abbandono e di avvio alla cronicizzazione e alla disabilitazione di molti pazienti che potrebbero essere efficacemente curati».

«Con questa consapevolezza – conclude il Presidente dell’UNASAM – respingeremo ogni rinnovato tentativo di criminalizzazione delle persone con sofferenza mentale e rafforzeremo il nostro impegno per l’eliminazione delle cause del grave degrado del sistema di tutela della salute mentale del nostro Paese». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: unasam@unasam.it.

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