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Milano e Lombardia: incertezza sull’assistenza a scuola

Alunno con disabilità e professore«Alla vigilia della riapertura delle scuole, le famiglie dei ragazzi con disabilità che frequentano le Superiori ancora non sanno in quale modo verrà garantito il loro diritto all’assistenza “ad personam”»: lo dichiara in una nota Marco Rasconi, presidente di LEDHA Milano (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), Federazione che coordina le Associazioni del capoluogo lombardo.
«Malgrado infatti diverse Sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Milano e del Consiglio di Stato abbiano ribadito che spetta alle Province erogare il servizio di assistenza “ad personam”, ci risulta – sottolinea ancora Rasconi – che la Provincia di Milano, ad oggi, non abbia ancora reso noto il proprio orientamento sul tema». E conclude: «Se teniamo conto che da quanto ci viene riportato, nel bilancio della Provincia stessa non sono inseriti finanziamenti per rispondere a questo obbligo e che domani, 12 settembre, la scuola ripartirà a pieno regime, le associazioni e le famiglie non possono certo restare tranquille».

Si tratta, viene poi riferito, di una situazione che lascia perplessi, tanto più che nel giugno scorso alcune Province (tra cui Monza-Brianza e Brescia) avevano già deciso di farsi carico dell’assistenza e del trasporto dei ragazzi con disabilità. E anche la Provincia di Milano sembra avesse lasciato trapelare la propria volontà di voler affrontare positivamente questo argomento, senza però che questo intendimento abbia avuto finora concrete conseguenze.

«Quello dell’assistenza scolastica per gli alunni con disabilità – afferma Roberto Morali, direttore di LEDHA Milano – è un tema molto caldo a Milano, anche per i bambini e i ragazzi che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado. Infatti, ci giungono informalmente segnalazioni di tagli ad alcune scuole anche del 30 % dei fondi per l’assistenza, da parte del Comune, e che sono stati assegnati al momento solo per il periodo settembre/dicembre 2013. Ci auguriamo pertanto trattarsi di una situazione solo temporanea, dettata dalla mancata approvazione del Bilancio Preventivo del 2013 da parte del Comune. La nostra attenzione, comunque, resterà alta».

Anche dal Coordinamento Down Lombardia viene poi lanciato l’allarme, per il timore che ancora una volta ricada sulle famiglie l’onere di aprire una nuova stagione di ricorsi. «Le Associazioni aderenti alla nostra organizzazione – dichiara infatti il presidente Gian Marco Gavardi stanno ricevendo in questi giorni telefonate preoccupate da parte delle famiglie in quanto ben poche sono le Province (Monza-Brianza e Brescia, ad esempio) che hanno dato seguito alle numerose Sentenze che hanno stabilito la competenza di esse in questi àmbiti. Alcuni, per altro, hanno ricevuto dai propri Comuni di residenza rassicurazioni sulla continuità di questo servizio importantissimo per l’inclusione scolastica, altri, invece, sono stati invitati a rivolgersi alle Province che al momento non hanno ancora comunicato formalmente nulla».
«Come Down Lombardia – prosegue Gavardi – abbiamo già chiesto in passato alla Regione Lombardia di intervenire e sollecitato l’Unione Province Lombarde affinchè ci si facesse carico di questo servizio, ma oggi ci preme richiamare l’attenzione sulle famiglie che singolarmente si trovano nell’impossibilità di sapere cosa accadrà al proprio figlio all’interno delle scuole superiori. Si tratta infatti di una situazione inaccettabile che le famiglie debbano vedere realizzato il diritto del proprio figlio solo in base alla fortuna di risiedere in una determinata Provincia piuttosto che in un’altra ed è impensabile che esse debbano districarsi fra i continui rimpalli tra Comuni e Province». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@ledhamilano.it.

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