Verso la comprensione di numerose patologie neuronali

Sembra esservi un’unica proteina alla base di varie forme di disabilità intellettiva, dalla sindrome su base genetica del cromosoma X fragile fino a malattie neurodegenerative e dello sviluppo, tra cui l’Alzheimer, l’autismo, l’epilessia e la schizofrenia. Lo dimostra uno studio finanziato da Telethon e coordinato dalla ricercatrice Claudia Bagni, con il cui gruppo di lavoro hanno collaborato diversi istituti internazionali di ricerca

Claudia Bagni

La ricercatrice Claudia Bagni

Un’unica proteina alla base di diverse forme di disabilità intellettiva, dalla sindrome su base genetica del cromosoma X fragile fino a malattie neurodegenerative e dello sviluppo: lo afferma uno studio finanziato da Telethon e pubblicato sulla rivista scientifica «Neuron» da un gruppo di ricerca guidato da Claudia Bagni dell’Università Tor Vergata di Roma/VIB-KU Leuven (Belgio).
In collaborazione con laboratori di diversi istituti di ricerca internazionali – in Olanda, Francia, Stati Uniti e Regno Unito – il team italiano ha dimostrato in sostanza come una singola proteina, chiamata CYFIP1, diriga due distinti processi biologici essenziali per una corretta formazione delle sinapsi, i contatti tra cellule nervose alla base del funzionamento del nostro cervello. Grazie infatti a delle ramificazioni chiamate “spine”, i cento miliardi di neuroni che compongono il nostro cervello sono interconnessi tra loro e possono scambiarsi informazioni: difetti nella formazione delle sinapsi sono alla base di diverse patologie del cervello, come la sindrome dell’X fragile e la malattia di Alzheimer, ma anche l’autismo, l’epilessia e la schizofrenia. Nell’insieme si può dire che le “sinaptopatie” riguardino il 20% della popolazione europea.

Entrando ulteriormente nel dettaglio di questo tema, si stima che siano circa duemila le proteine coinvolte nella formazione delle sinapsi e anche una singola anomalia può tradursi in una patologia, come avviene ad esempio nel caso della sindrome dell’X fragile, la principale causa genetica di disabilità intellettiva, che Claudia Bagni studia da anni con il proprio gruppo, anche grazie al supporto di Telethon. Qui, a causa della mancanza di una proteina chiamata FMRP, questi pazienti presentano una forma di ritardo cognitivo che può essere associata a comportamenti di tipo autistico, ansia, aggressività, iperattività e comportamenti autolesionisti, con molta variabilità tra un individuo e l’altro. La proteina FMRP è necessaria per la costruzione dell’impalcatura alla base delle sinapsi e – come già dimostrato da Bagni e collaboratori -, essa, per funzionare, deve legarsi alla citata proteina CYFIP1.

In questo nuovo lavoro, dunque, i ricercatori di Tor Vergata hanno dimostrato che CYFIP1 ha anche un nuovo ruolo a livello delle sinapsi: quando si lega cioè a un altro complesso proteico, chiamato WRC, dirige la produzione dell’actina, la proteina che costituisce lo scheletro delle ramificazioni neuronali.
«Questi risultati – spiega Bagni – confermano un modello che vede CYFIP1 come “nodo di scambio”, che si lega a numerose proteine coinvolte, quando difettose, in diverse patologie neurologiche, come appunto l’epilessia, l’autismo, l’Alzheimer. Si aprono così nuove prospettive non solo nella comprensione di queste malattie, ma anche nel disegno di strategie terapeutiche comuni».

In questi stessi giorni, tra l’altro, il gruppo di Claudia Bagni ha pubblicato un secondo lavoro, su «EMBO Molecular Medicine», che dimostra come la proteina FMRP assente nei pazienti con X fragile sia correlata alla progressione dei tumori al seno, in particolare allo sviluppo di metastasi: maggiori sono i livelli di questa proteina, peggiore la prognosi tumorale. Da qui la possibilità, se questi dati saranno confermati in un numero maggiore di pazienti, di sfruttare questo gene anche come un marcatore prognostico nei tumori al seno. (Ufficio Stampa Telethon)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@telethon.it.

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