Ristrutturazione “con sorpresa” a Pavia

Dopo anni di lavori e ristrutturazioni, infatti, un noto spazio polivalente della Provincia di Pavia risulta paradossalmente ancor più inaccessibile di prima, a molte persone con disabilità. Le associazioni locali, tramite la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), hanno deciso quindi di ricorrere alle vie giudiziarie, puntando al ricorso antidiscriminatorio e non solo alla violazione delle norme sulle barriere

Pavia, Sala dell'Annunciata

La Sala dell’Annunciata a Pavia

Una sala pubblica parzialmente accessibile che, dopo i lavori di ristrutturazione, presenta ancora più barriere per le persone con disabilità. Succede a Pavia, dove il Comitato di Coordinamento Pavese per i Problemi dell’Handicap e la UILDM locale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) hanno presentato, tramite la LEDHA – la Lega per i Diritti delle persone con Disabilità, componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – un ricorso per chiedere al Tribunale di Milano di «accertare il carattere discriminatorio degli interventi di ristrutturazione della Sala dell’Annunciata» e di «ordinare alla Provincia di Pavia di cessare il comportamento discriminatorio».
«Oggi – commenta in tal senso Fabio Pirastu della UILDM di Pavia – a quattro anni e mezzo dalla ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, avvenuta nel nostro Paese con la Legge 18/09, abbiamo scoperto che esistono ancora luoghi in cui certi cittadini non possono assolutamente accedere».

La Sala dell’Annunciata è uno spazio polivalente dove si svolgono le sedute del Consiglio Provinciale di Pavia, ma anche convegni, seminari, spettacoli, corsi di formazione e altri eventi pubblici. «Confidavamo – dichiara Katia Pietra, referente del Comitato di Coordinamento Pavese per i Problemi dell’Handicap – che dopo anni di lavori e ristrutturazioni, potessimo finalmente avere in città una sala a uso pubblico priva di barriere architettoniche. E invece ora l’accesso alla sala si presenta ancora più problematico rispetto al passato», come evidenziato anche dalle relazioni di Giovanni Del Zanna, architetto esperto di accessibilità e barriere architettoniche.
Tante, infatti, sono le criticità rilevate. All’ingresso principale, ad esempio, è stata creata ex novo una scalinata che impedisce l’accesso alle persone con disabilità motorie, le quali possono accedere solo da ingressi secondari. Inoltre, sono presenti solo due posti per le persone con disabilità, in prima fila e a ridosso del palco: «la visibilità – come si rileva nell’esposto – è pari a zero».
Altro nodo critico, l’accesso al palco: per ovviare alla presenza di gradini, infatti, si è optato per il cingolato mobile. «Una soluzione – sottolinea Del Zanna – contraria alla normativa nazionale e regionale, inidonea a essere utilizzata da tutte le persone con disabilità motorie». Infatti, chi ad esempio si sposta in carrozzina elettrica non può utilizzare il cingolato mobile e allo stesso modo viene penalizzata una persona anziana che fatica a salire i gradini.
Bocciate anche la ristrutturazione dei bagni (maniglie non installate e distanze minime non rispettate), la pianificazione delle vie di fuga e la costruzione di una rampa esterna sull’accesso da Piazza Petrarca al Parco Malaspina, che è inutilizzabile da chi si sposta in carrozzina.
Alcuni problemi, del resto, erano emersi già durante la fase di svolgimento dei lavori, come spiega Katia Pietra: «Abbiamo tentato una mediazione, abbiamo chiesto incontri sia con i tecnici che con i rappresentanti istituzionali, ma l’accessibilità alla sala, per certi versi, è persino peggiorata».

Gli interventi della Provincia di Pavia avrebbero potuto essere contestati come semplice violazione della normativa sul superamento delle barriere architettoniche. «Si è scelto invece – spiega Gaetano De Luca, avvocato del Servizio Legale della LEDHA – di utilizzare il ricorso antidiscriminatorio, proprio per evidenziare come la presenza di barriere costituisca non solo uno dei più diffusi ostacoli alla partecipazione sociale delle persone con disabilità, ma soprattutto un motivo di esclusione o limitazione al godimento dei diritti civili politici e sociali».
«La legge antidiscriminazioni [67/06, N.d.R.] – conclude Pirastu – oggi ci è venuta in aiuto: la dignità dell’individuo, infatti, va sempre rispettata e nella Sala dell’Annunciata di Pavia si stanno scrivendo due classifiche di cittadini differenti. Per questo era nostro compito intervenire affinché una situazione del genere venisse giudicata in modo tale da non doversi più ripetere in futuro». (Ufficio Stampa LEDHA)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.

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